Una società cilena fa causa alla Uefa per il format della nuova Champions: “Lo abbiamo ideato noi”

Nuove noie per la Uefa dopo il contenzioso con la Superlega. La società di consulenza sportiva cilena MatchVision ha intentato una causa contro l’organo di governo del calcio per il presunto furto del format attuale delle coppe europee. La richiesta di risarcimento è di oltre 20 milioni di euro.
Ricorso presentato al tribunale di Losanna
La MatchVision ha avviato l’azione legale ad aprile depositando documenti in Spagna, dove il caso è stato inizialmente assegnato a uno dei tribunali commerciali di Madrid, lo stesso tribunale che questa settimana ha respinto un ricorso della Uefa nella lunga saga contro la Superlega. Tuttavia, a settembre, il caso è stato trasferito a un tribunale di Losanna, in Svizzera, sede della Uefa. L’organo di governo del calcio non è ancora stato formalmente informato dell’azione, ma una volta che lo sarà, la Uefa avrà 20 giorni lavorativi per rispondere. C’è un collegamento con il caso Superlega, poiché è stata proprio quella minaccia di scissione nel 2021 a spingere la Uefa ad accelerare i piani per rinnovare Champions, Europa League e Conference.
L’accusa di MatchVision
Secondo MatchVision, il format riprende un’idea del fondatore Leandro Shara che ne ha registrato il copyright in Cile nel 2006. L’azienda afferma inoltre di aver presentato l’idea alla Uefa nel 2013 e in diverse conferenze sportive negli anni successivi. Afferma che la sua idea è stata utilizzata in diversi paesi e che la Fifa, l’ha riconosciuta come proprietà intellettuale di MatchVision.
La Uefa: “Contestazioni infondate”
Shara ha minacciato per la prima volta la Uefa di azioni legali alla vigilia del sorteggio della Champions League 2024-25, 14 mesi fa, e ora afferma di non aver avuto altra scelta che presentare una causa per danni. Quando ricevette la lettera di diffida, un portavoce della Uefa replicò: “Le affermazioni di MatchVision sono, nella migliore delle ipotesi, infondate e sono solo un’altra voce in una lista di azioni simili. La Uefa difenderà la sua posizione”.
Il creatore del format: “La Uefa ha cambiato i fatti con uno stratagemma”
Oltre ai 20 milioni per la MatchVision, Shara chiede anche 200.000 euro a titolo personale. Pretende, inoltre, gli interessi su queste somme per la scorsa stagione, l’attuale e la prossima, il che suggerisce che non si aspetti che la Uefa ceda alle sue richieste. Shara si descrive come un “creatore di algoritmi matematici applicati in vari settori, soprattutto nello sport”. Afferma che uno di questi algoritmi è alla base del formato dei punteggi ed è stato protetto da copyright e riconosciuto come suo. Inoltre accusa la Uefa di aver cercato di “scollegare questo sistema dal suo creatore” chiamandolo con nomi diversi negli ultimi anni, uno stratagemma che, secondo Shara, non ha “cambiato i fatti”. “Questa appropriazione indebita di proprietà intellettuale, resa pubblica durante il sorteggio ufficiale dell’agosto 2024, ci obbliga ad agire”, afferma Shara, prima di minacciare di estendere l’azione legale a chiunque “abbia consapevolmente facilitato questa violazione”. La dichiarazione si conclude affermando che MatchVision dispone di “studi tecnici, registrazioni e testimonianze” a supporto delle sue affermazioni e chiede il “riconoscimento della paternità” e il risarcimento dei danni.
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