Una mattinata nella Casa Circondariale di Trani, Adgi: “Condizioni disumane, Costituzione calpestata”
“Stamattina (8 agosto, ndr) come presidente della Adgi sez. di Trani, insieme a presidente e Giunta della Camera Penale di Trani, alla presidente dell’Associazione degli Avvocati di Bisceglie e al Garante regionale dei detenuti, sono andata in visita al Carcere maschile di Trani. Una mattinata che mi resterà a lungo nella mente e nel cuore. Ciò che ho visto e sentito non ha aggettivi per descriverlo”, denuncia l’avvocata Anna Chiumeo.
“Un grande grazie va agli operatori che ogni giorno prestano la loro opera in condizioni di disagio sotto ogni punto. Non ritengo sia utile dare i numeri, perché di quelli parlano tutti (su una capienza stabilita di 323 massimo di detenuti, ce ne sono 427, di cui 90 circa definiti psichiatrici. Personale ovviamente ridotto e non per le ferie, appena 6 educatori e mi fermo qui). Quello che va invece detto e forse, anzi, senza forse, è che sarebbe utile far vedere le condizioni in cui vivono i detenuti e conseguentemente gli operatori, per capire veramente la situazione.
Celle piccolissime, alcune, per le dimensioni, nelle nostre case sono ripostigli. In questi ripostigli vivono (si può usare questo verbo?) 2 persone, non c’è spazio neanche per pranzare, piccoli tavolini appoggiati alla porta d’ingresso, roba essenziale legata alle sbarre. Aria un sogno. con questo caldo lascio all’immaginazione quello che si prova. Se la cella è un po’ più grande ovviamente aumenta il numero dei residenti ma la situazione non cambia.
La mattina dalle 9 alle 11 passeggiata all’aperto, un’altra cella più grande che non ha il tetto quindi sotto il sole e credo che non ci sia da aggiungere altro. Se un trattamento di questo genere viene fatto agli animali si commette un reato, fatto agli uomini non succede nulla.
In tutto questo il diritto non c’è, la nostra Costituzione calpestata, anzi ignorata completamente. Le Istituzioni competenti che fanno oltre a parlare, oltre a fare le passerelle?
Bisogna ricordarsi che nel carcere ci sono anche soggetti che hanno patologie psichiatriche, per legge non dovrebbero stare in queste strutture, ma in altre più idonee, ma non ci sono e quelle che sono presenti in Puglia sono appena 2 e non c’è posto. Le patologie si aggravano nonostante gli sforzi del personale sanitario.
Quello che si prova a vedere queste cose per una persona è terrificante. Si può passare una giornata in questi ambienti? Noi che siamo stati qualche ora siamo usciti provati. Immaginate mesi e anni. E questo vale anche per chi nel carcere ci lavora e sa che finito il suo turno torna a casa.
Tralascio l’aspetto tecnico che molti sono in attesa di giudizio, che non hanno ancora il cosiddetto definitivo (condanna non più impugnabile) o sono poi dichiarati non colpevoli, come sorvolo su altri e sono tantissimi problemi che ci sono,ma può uno stato di diritto, uno stato che si definisce civile, la settima potenza mondiale, comportarsi così.
Certo gli ospiti hanno commesso reati, hanno sbagliato, hanno procurato dolori, quindi vanno puniti, ma soprattutto va fatto comprendere loro lo sbaglio, l’errore. In una comunità civile regolata dal diritto non si può rispondere commettendo gli stessi errori, alla violazione delle regole dello stare insieme si risponde con l’affermazione delle regole non con trattamenti che non si devono fare neanche agli animali
Io mi permetto di consigliare a chi deve risolvere questi problemi di trascorrere qualche giorno delle loro ferie in un carcere e ascoltare, vedere quello che ogni giorno lavoratori e detenuti affrontano, quello che provano, quello che devono risolvere o cercare senza mezzi per farlo e una buona volta con la Costituzione in mano iniziare a risolvere realmente e seriamente questi problemi”.
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