una denuncia per revenge porn
Genova. Partecipa a una serata “hot” con alcuni amici in un ristorante, ma qualche giorno dopo le foto che ritraggono l’intermezzo finiscono sulle chat di conoscenti e anche di perfetti sconosciuti.
L’ennesimo caso di revenge porn – il reato introdotto nel 2019 che punisce chi diffonde immagini sessualmente esplicite senza consenso – arriva da Genova, e i fatti si sono consumati in un ristorante di Bogliasco a inizio giugno.
La pm Daniela Pischetola ha aperto un fascicolo e incaricato la polizia di Stato di compiere accertamenti dopo la querela della vittima, una donna che una sera ha accettato di andare a cena con un amico medico e un altro professionista, un notaio che, a suo dire, non conosceva.
I tre, riferisce la donna nella querela, si accomodano al tavolo, ordinano, mangiano e bevono, interagendo con il titolare che spesso si siede accanto a loro. Tra scherzi, risate e qualche bicchiere di troppo la serata prosegue, ma all’orario di chiusura i tre si fermano nel locale e tra loro, il titolare del ristorante e una dipendente scattano i primi baci e poi un intermezzo sessuale. Alla fine della serata il medico e la donna accompagnano il notaio a casa e tutti vanno a dormire.
Una serata sopra le righe, insomma, ma sin qui nulla di sbagliato né di male. Il problema si è posto però per la donna quando, qualche giorno dopo, raggiunge l’amico medico per una visita e lui le fa sapere di avere foto della serata, piuttosto esplicite, sul suo telefono, avvisandola che altre immagini stanno circolando su alcune chat di WhatsApp spedite dal notaio che aveva partecipato alla cena. La donna chiama dunque il notaio per chiedere spiegazioni e intimargli di cancellare le foto, e il professionista ammette di averle girate a un collega chiedendole un incontro chiarificatore.
La donna, sotto choc e spaventata, rinuncia e si rivolge al suo avvocato, Salvatore Calandra, che prepara una querela presentata in procura contro il notaio. Dopo l’apertura del fascicolo gli investigatori hanno iniziato ad ascoltare le persone che hanno partecipato alla serata per capire cosa sia accaduto esattamente, chi abbia scattato e divulgato le foto e se vi sia di mezzo anche droga, pur per uso personale.