un Soulslike in prima persona con Napoleone
I ragazzi di One More Level sono i creatori degli apprezzati Ghostrunner e all’Opening Night Live della GamesCom 2025 (qui il riassunto dell’Opening Night Live) hanno annunciato il loro nuovo gioco: un peculiare soulslike in prima persona chiamato Valor Mortis, ambientato in un passato alternativo in cui Napoleone ha trionfato a Waterloo, per poi scoprire i poteri di una misteriosa sostanza. Nei panni di un soldato della Grande Armee, che dopo aver servito l’imperatore è anche morto per esso, siamo tornati in vita in un cimitero di guerra disseminato di cadaveri per testare una porzione di circa un’ora di Valor Mortis. Vi raccontiamo tutto (qui intanto trovate la recensione di Ghostrunner 2).
Premesse narrative e atmosfera
Il soldato William si è destato in un luogo permeato da un’atmosfera potente, coi flebili raggi del sole che rischiaravano pile di cadaveri sporche di sangue e fango. Nel mentre la voce di Napoleone riecheggiava nella sua testa, chiedendogli di rialzarsi per il bene dell’impero. Il protagonista ha così iniziato il proprio cammino in una foresta, trovando vicino al corpo di un commilitone l’ordine che i superiori avevano assegnato all’armata, ossia la protezione di un carico misterioso e d’importanza incalcolabile, da difendere con la vita.
Che cosa poteva valere tutte quelle morti? Non lo sappiamo, ma è possibile che si tratti di qualcosa legato alla misteriosa piaga che scorre nelle vene di William e che ha portato alla follia gli ex compagni che il protagonista ha incontrato lungo la strada, divenuti suoi nemici. Non molto altro possiamo aggiungere al momento sul comparto narrativo del gioco, perché oltre a degli echi del conflitto che abbiamo potuto udire in determinati luoghi e alle criptiche parole di Napoleone nella testa del protagonista non c’è stato modo di scoprire altro.
Ci siamo però imbattuti in un enigmatico uomo verso la metà della prova, chiamato Lucjan: è connesso alla creazione delle lanterne presso cui potersi riposare che si trovano nel mondo di gioco ed era quasi certamente in grado di rispondere a molte delle domande di William. Ha scelto però di non farlo, e ha consigliato al soldato di proseguire per cercare il suo comandante. È chiaro che rivedremo ancora Lucjan nel corso dell’avventura e siamo piuttosto curiosi di saperne di più su quella che è stata definita una trama appassionante, dove figure storiche e realtà si intrecciano col sovrannaturale ed elementi horror.
Sul fronte visivo, Valor Mortis ha saputo colpirci con alcuni scorci evocativi – si pensi alla luce del tramonto che a un certo punto ha squarciato le nubi illuminando il campo di battaglia – alla buona resa delle pozze d’acqua e di determinati effetti come fumo e nebbia e all’apprezzabile livello di dettaglio delle superfici che compongono il mondo di gioco. Oltre non vogliamo spingerci in tal senso e non diamo peso ad alcune incertezze dell’immagine: la demo di Valor Mortis era una pre-Alpha e la produzione farà il suo debutto nel 2026.
Il gameplay
Riprendendo le parole del team di sviluppo, Valor Mortis è un soulslike d’azione in prima persona e infatti recupera diverse soluzioni ludiche che ormai ben conosciamo. Grazie a delle fiaschette di energia verdastra disponibili in numero limitato possiamo recuperare la salute perduta in battaglia, con il backstab è possibile eliminare in un sol colpo i nemici ignari, e in generale sconfiggere gli avversari consente a William di accumulare Catalyst per potenziare le proprie abilità presso le Lanterne. Neanche a dirlo, perire significa lasciare i Catalyst ottenuti nella zona della disfatta, e in questo caso morire nuovamente senza averli prima recuperati vorrebbe dire perderli per sempre.
Tornando alle Lanterne, ci consentono di riposare per recuperare la salute e la Nephtoglobin (serve a usare le magie), ma il processo provoca il ritorno dei nemici sul campo di battaglia, esclusi i boss. Sempre presso questi checkpoint è possibile migliorare le capacità di William, si pensi alla salute massima o al minor impiego della resistenza per effettuare una parata. Questi avanzamenti sono connessi all’aumento di una barra che determina lo sblocco di appositi slot in cui inserire dei perk (uno ad esempio rigenera la salute perduta nel corso del tempo).
Ne abbiamo trovati alcuni aprendo dei forzieri nascosti in ambientazioni mai troppo ampie, con qualche strada secondaria e segreti da trovare, inclusi degli avversari non obbligatori ben più potenti della media. Passando al combat system, durante la demo abbiamo usato soltanto una sciabola per arma principale, con cui abbiamo eseguito combinazioni di attacchi leggeri e colpi pesanti. Sempre con la spada abbiamo parato le offensive dei nemici, una mossa questa che riduce i danni subiti ma senza azzerarli del tutto.
C’è di buono che la vita perduta a causa di un fendente parato si può recuperare velocemente passando al contrattacco. Assieme agli scatti, anche le schivate e le azioni di cui sopra consumano la barra della resistenza, quindi sono manovre che vanno dosate con attenzione. A proposito delle schivate, possono diventare “perfette” quando vengono eseguite nell’istante prima che un colpo non bloccabile raggiunga William, rallentando il tempo per un attimo e potenziando il prossimo attacco del soldato. All’appello non potevano mancare i parry, che oltre ad azzerare i danni subiti danneggiano in modo significativo la postura dei nemici, che una volta rotta consente di sferrare un colpo critico capace di infliggere danni devastanti al malcapitato di turno. Mettere a segno parry in rapida successione – nel caso di intere combinazioni da bloccare – non è affatto semplice, per via dell’azione ravvicinata in prima persona e di effetti di parata decisamente pronunciati, che minano la leggibilità di questi frangenti. Non tutte le movenze degli avversari inoltre ci sono parse rifinite a dovere, sebbene le finisher – tra mutilazioni, decapitazioni e fendenti nel collo con fiotti di sangue annessi – si siano rivelate gradevoli a vedersi.
Nel corso della demo, presso un altare dedicato a Napoleone, abbiamo raccolto un’elegante pistola, come pure ottenuto un potere chiamato Fire Transmutation per emettere un getto di fiamme dalla mano. Nel caso dell’arma da fuoco, coi suoi colpi si possono distruggere delle pustole rosse che si trovano su nemici e boss, così da danneggiarli seriamente. In un paio di occasioni la pistola ci è servita anche per liberare un sentiero bloccato, rompendo una sfera arancione per far cadere il tronco di un albero. Passiamo al getto infuocato, consuma la barra della Nephtoglobin (da rimpinguare attaccando i nemici e distruggendo i loro punti deboli) e oltre a infliggere danni applica uno status che per qualche secondo riduce ulteriormente la salute degli avversari.
Abbiamo trovato pistola e magia del fuoco decisamente utili in battaglia, forse anche un po’ troppo. Mantenendo le distanze e gestendo correttamente questi due assi nella manica abbiamo battuto il boss della demo – il Generale Lothaire – al primo tentativo (e lo scontro era pure diviso in due fasi). I danni che gli abbiamo arrecato distruggendo i suoi punti deboli erano davvero troppi a nostro avviso. Restando in tema di nemici, in Valor Mortis abbiamo incontrato vari tipi di soldati, inclusi alcuni orribilmente mutati dalla piaga al centro degli eventi narrati.
Ne abbiamo fronteggiato uno trasformatosi in una sorta di cane, che oltre ad avanzare a quattro zampe aveva la testa aperta in due, che praticamente era diventata le fauci della bestia. Abbiamo poi abbattuto l’abominevole unione di due soldati in uniforme, che usava una mano gigante mutata per difendersi e attaccare, e una sacca delle bombe che ha svuotato su di noi. Infine c’era il già citato Generale Lothaire, un essere torreggiante dalle gambe piene di cadaveri di soldati, con tre pistole strette da braccia poste su una spalla e con un’arma per mano (una bandiera francese corrotta divenuta martello e una grossa sciabola).
Tra attacchi ad area, evocazioni di nemici minori, spuntoni che viaggiavano sottoterra per trafiggerci all’improvviso e altri assi nella manica, Lothaire si è rivelato un avversario pieno di risorse. Tirando le somme almeno per ora, Valor Mortis è un titolo che continueremo a seguire con attenzione: in termini di bilanciamento e alcuni aspetti del gameplay necessita chiaramente di rifiniture (dato lo stato del progetto è anche normale), ma ha saputo incuriosirci per la sua peculiare ambientazione e – almeno nel complesso – l’esperienza soulslike in soggettiva che vuole offrire. Insomma, il gioco ha ancora tanto da dimostrare ma merita di essere tenuto d’occhio.
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