“Un salasso per tornare a scuola”: insegnanti esasperati dai costi di viaggio
Cresce l’allarme tra i docenti di ruolo costretti a insegnare lontano da casa. Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) ha denunciato l’ennesima emergenza che pesa sul mondo della scuola: l’impennata dei prezzi dei trasporti in vista del rientro per l’anno scolastico 2025/2026. Mentre migliaia di insegnanti attendono di conoscere l’esito delle graduatorie di assegnazione provvisoria, il rincaro di voli e treni rende il ritorno a lavoro un vero e proprio salasso economico. Per molti, il 1° settembre – data della presa di servizio – rischia di trasformarsi in un percorso ad ostacoli, tra collegamenti esauriti e tariffe fuori portata.
Secondo i dati raccolti dal CNDDU, le tariffe dei voli low cost registrano cifre da capogiro: si va dai 203 euro per una tratta Catania-Milano fino ai 328 euro per un Catania-Bologna, passando per i 280 euro richiesti su un Crotone-Torino. A questi costi si sommano quelli degli affitti, con i canoni di un monolocale che oscillano ormai stabilmente tra i 650 e i 900 euro al mese (550 euro per un posto letto).
Il coordinamento guidato dal professor Romano Pesavento si rivolge direttamente al Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara con un pacchetto di richieste urgenti: calmieramento dei costi dei trasporti e degli affitti tramite accordi o bonus mirati; introduzione di un “Bonus rientro a scuola” di almeno 1.000 euro per i docenti fuori sede, a copertura delle spese di viaggio e della prima sistemazione; sostegni concreti per fronteggiare l’emergenza abitativa; ampliamento dei posti di potenziamento per la mobilità annuale, in particolare per la classe A046 (discipline giuridiche ed economiche).
«Non è più tempo di rinvii o silenzi – dichiara il CNDDU –. Dietro i numeri ci sono persone, famiglie, diritti fondamentali che non possono essere sacrificati». Un grido d’allarme che richiama l’attenzione su una realtà troppo spesso ignorata: quella dei docenti costretti a vivere tra precarietà, spese insostenibili e incertezza costante.
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