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“Un rinoceronte nell’Artico? Le dissi: ‘È un animale molto strano, buona fortuna’”: l’incredibile scoperta di Mary Dawson

Circa 23 milioni di anni fa, un piccolo rinoceronte senza corno viveva nell’attuale Artico canadese, in un ambiente boschivo con un clima temperato e inverni bui. Questa è la ricostruzione di uno studio pubblicato il 28 ottobre sulla rivista Nature Ecology & Evolution sulla specie, denominata Epiaceratherium itjilik. I resti sono stati scoperti sull’isola di Devon, nel Nunavut in Canada, nel cratere Haughton, un bacino di 22 chilometri formatosi da un impatto asteroidale.

Mary Dawson, paleontologa del Carnegie Museum of Natural History, individuò i primi resti legati al rinoceronte del Miocene inferiore a metà degli anni ’80. “Sapevo subito che si trattava di un rinoceronte per via delle bande sui denti”, dichiarò Dawson, secondo quanto riportato da CBC News. All’epoca, quando sottopose i reperti ad altri esperti, non ottenendo riscontri, Donald Prothero, paleontologo della California State Polytechnic University, commentò: “Le dissi: “È un animale molto strano, buona fortuna””.

Dawson e i suoi collaboratori tornarono più volte sul sito fino a recuperare circa il 75% dello scheletro. “Le ossa fossili sono in condizioni eccellenti, tridimensionalmente conservate e solo parzialmente mineralizzate”, ha spiegato Marisa Gilbert, paleobiologa del Canadian Museum of Nature e coautrice dello studio. Ad oggi, circa quattro decadi dopo i primi ritrovamenti di Mary Dawson, il puzzle è stato completato.

E. itjilik, dalle ultime scoperte, era alto circa un metro ed era privo di corno, aveva quattro dita per zampa e un muso stretto adatto a brucare foglie. “Il nome itjilik significa “gelido” in inuktitut”, ha aggiunto Gilbert, precisando che è stato scelto in collaborazione con l’anziano inuit Jarloo Kiguktak, ex sindaco di Grise Fiord.

Secondo Danielle Fraser, paleobiologa del Canadian Museum of Nature e prima autrice dello studio, “questa scoperta dimostra l’importanza dell’Artico nell’evoluzione dei mammiferi”. Fraser ha inoltre osservato: “Tendiamo a pensare ai tropici come ai centri principali di biodiversità, ma l’Artico ha avuto un ruolo altrettanto fondamentale”.

Oggi esistono solo cinque specie di rinoceronti in Africa e Asia, ma in passato erano presenti anche in Europa e Nord America, con oltre 50 specie note dal record fossile – ha dichiarato Fraser in un comunicato ufficiale – L’aggiunta di questa specie artica all’albero genealogico dei rinoceronti offre ora nuove prospettive per comprendere la loro storia evolutiva”. Il fossile, definito come il più settentrionale mai attribuito a un rinoceronte, risale a circa 23 milioni di anni fa, nel periodo del Miocene inferiore.

Gli autori ipotizzano che E. itjilik fosse imparentato con rinoceronti di Europa e Asia e che possa aver raggiunto il Nord America tramite un ponte di terra atlantico rimasto percorribile più a lungo del previsto, anche se non tutti gli esperti concordano. Il paleoceanografo Philip Sexton (Open University) ha commentato: “L’idea che il ponte di terra sia esistito così a lungo è pura fantasia e contraddice le evidenze geologiche”.


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