un puzzle game estivo molto limitato
Nel vastissimo novero di prodotti videoludici relativi al franchise di Pokémon, Nintendo ha deciso di aggiungere un nuovo puzzle game, un contenitore di giochi ideali per trascorrere il periodo estivo, sia che scegliate di giocarci su Switch 2 sia che preferiate la proposta ancora più mobile del vostro smartphone (la recensione di Nintendo Switch 2 è a portata di click). Pokémon Friends, d’altronde, si propone sia al pubblico console che a quello più casual che si affida a iOS o Android per passare il proprio tempo in maniera ludica, magari sotto all’ombrellone, col supporto di una batteria sicuramente di maggior durata rispetto alla nuova console Nintendo. Il contenuto, in ogni caso, non muta, quindi vi raccontiamo cosa si cela dietro il velo dei gomitoli di lana.
Collezionali tutti!
Pokémon Friends si pone un obiettivo specifico per la nostra avventura: collezionare quanti più peluche possibile. Per poterlo fare dovrete entrare in possesso di gomitoli di diverso genere, da quello infuocato a quello magico, ovviamente con ogni aggettivo che fa riferimento in maniera molto esplicita al genere del Pokémon che ne potrebbe nascere.
Il funzionamento, di per sé, è abbastanza immediato: ogni partita vi porrà dinanzi a un trittico di puzzle scelti in maniera casuale, ognuno di essi con una durata massima di 60 secondi, così da darvi un totale di 180 secondi per portare a termine la sfida. Più velocemente risolverete gli enigmi più lungo sarà il filo di lana sbrogliato e di conseguenza la qualità del gomitolo che vi verrà donato. Una volta ottenuto l’oggetto del desiderio basterà inserirlo nella macchina Peluche-o-matic per generare un Pokémon casuale, legato comunque al genere di cui sopra. I peluche non sono fini a sé stessi, però: se da un lato c’è un buon sistema di catalogazione che vi permetterà di avere una sorta di Pokédex fatto ad album, dall’altro c’è la possibilità di giovare di una serie di stanze da personalizzare e da allestire con mobilia, pareti attrezzate e i vostri peluche, così da arricchire l’offerta. Il posizionamento ha un buon tasso di personalizzazione, soprattutto perché potrete sbloccare sempre più nuovi oggetti da inserire nella vostra stanza; inoltre, Pokémon Friends mette a disposizione più contenitori, con i quali poter scatenare il vostro design di arredi. Va da sé che non stiamo parlando di una profondità à la Animal Crossing, ma piuttosto che limitarsi a uno statico Pokédex almeno si dà la possibilità di esporre le proprie catture, un espediente che potrà soddisfare sicuramente il target a cui si rivolge il gioco, ossia quello più giovane.
Un contorno che non ci ha conquistato
Il collezionismo non si riduce solo all’esposizione, perché Pokémon Friends ha previsto un sistema di esplorazione estranea alle mensole e alle nostre stanze: attraverso un menù che conduce in città, sarà possibile accettare delle missioni in arrivo dagli NPC che avanzeranno delle richieste per ricevere dei peluche. L’elenco è abbastanza intuitivo e ci sarà anche un avanzamento di livello che sbloccherà gli oggetti di cui sopra per poter meglio esporre i Pokémon: il gioco, però, semplifica di molto il compimento delle missioni, specificando sin da subito quali sono i peluche che gli NPC stanno cercando in quello specifico momento.
L’aspetto casuale legato alla produzione dei peluche e alle richieste delle missioni a volte potrebbe mettervi in difficoltà e bloccarvi per diverse ore nel portarle a termine. L’esperienza non viene minata comunque in alcun modo: l’esplorazione in città assume sin da subito la dimensione di un’aggiunta non necessaria e soprattutto, essendo limitata a un elenco statico, non presenta nemmeno un’esposizione estetica vagamente accattivante. In aggiunta, ricevere in premio mensole o poltrone non è così fondamentale da spingervi a insistere su questa modalità, che farà da contorno e niente di più.
Questo ci conduce a quello che è il vero cuore dell’esperienza, ossia i puzzle di Pokémon Friends. Per quanto, infatti, gli sviluppatori si siano potuti ingegnare per trovare degli espedienti che diano una seconda finalità al collezionismo dei peluche, è proprio la risoluzione degli enigmi che vi terrà impegnati. Ne avrete 50 in totale e ognuno di essi va dal livello 1 al 10, con una difficoltà che aumenta gradualmente e rende sempre più complessa la risoluzione.
La differenza che intercorre tra la versione per Switch 2 e quella per iOS (queste sono le due che abbiamo testato) sono minime: entrambe, d’altronde, sfruttano il touch dello screen, ma mentre con l’iPhone avrete l’accelerometro a disposizione di determinati puzzle che vi chiederanno di far scivolare sul ghiaccio un Piplup, sulla console Nintendo userete direttamente la croce direzionale. L’esperienza, ai fin dei conti, resta quindi intatta, anche perché i puzzle saranno per lo più basati sulla logica, sul geometrico o al raggiungimento di un punto B partendo da un punto A.
Per fare in modo che ogni puzzle aumenti di livello e quindi generi più metri di gomitolo come premio sarà necessario portare a compimento più volte lo stesso puzzle: non sarà di facile esecuzione, dato che l’offerta include i già citati 50 diversi puzzle, quindi nelle prime ore di gioco vi ritroverete dinanzi a una randomica proposta di tutti e 50 gli enigmi, che al livello introduttivo sono estremamente semplici e immediati. Proseguendo l’unico nostro avversario sarà il tempo, che ci costringerà a rispettare i 60 secondi concessi per ogni puzzle e con la difficoltà che aumenta sarà fondamentale essere rapidi ed efficaci. Ci vorranno più di 5 o 6 ore per arrivare ad avere i puzzle a un livello almeno di 7, quindi datevi da fare e lanciatevi all’avventura.
Un prezzo troppo alto
Il sistema che vi abbiamo descritto fino a ora vive di due grandi problematiche: innanzitutto, i puzzle finiscono per essere rapidamente ripetitivi. La varietà dei 50 enigmi non è così vasta come ci si aspettava e molte proposte finiscono per sovrapporsi: inoltre, è chiaro che in 60 secondi concessi per la risoluzione non era possibile pretendere dal team di sviluppo una profondità di gameplay tale da soddisfare un pubblico hardcore.
Con le sue proposte Pokémon Friends si apre a un target prettamente casual o comunque di età non adulta: saranno proprio i bambini che potranno trovare soddisfazione in un prodotto del genere, senza accusare quel senso di ripetitività che invece sopraggiunge rapidamente per un pubblico più smaliziato. La seconda criticità è rappresentata dall’accessibilità del prodotto: su mobile, quindi iOS e Android, sarà possibile svolgere una sfida al giorno, quindi un solo trittico di prove per un solo gomitolo, altrimenti bisognerà acquistare la versione base da 9,99 euro ed eventualmente i DLC a disposizione, al costo di 17,99 euro. Su Switch 2 il prezzo del gioco è di esattamente 9,99 euro, senza restrizioni giornaliere, con un totale di 30 puzzle (20 in meno del totale) e un massimo di 70 peluche da poter collezionare. L’acquisto dei DLC vi permette di aggiungere i puzzle mancanti e arrivare a 150 peluche Pokémon.
La sensazione è che Nintendo abbia voluto trovare un modo per sfruttare – e spremere – il franchise Pokémon con un prodotto che pone ancora una volta l’accento sul collezionismo e una declinazione diversa del catturarli tutti. Non siamo dinanzi a un puzzle game di prim’ordine, anzi gli hardcore gamer troveranno delle proposte molto puerili, ben lontane sia dai capisaldi del genere (citiamo un The Witness a caso) sia dagli immancabili Professor Layton e simili.
Su Nintendo Switch, per restare in tema, è tra l’altro disponibile Baba is You, un rompicapo un po’ datato, pubblicato nel 2019, che disponeva anche di un multiplayer che permetteva di condividere i livelli. È chiaro che Pokémon Friends ha un target ben specifico e non vi rientriamo noi, ma i più piccoli, i vostri figli, i vostri nipoti. Nel caso in cui vogliate un’esperienza di puzzle game che vi soddisfi in maniera adeguata potete volgere lo sguardo altrove.
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