Un piatto di pasta facilita la socialità e scambi interpersonali – Cibo e Salute
– Il “Behavior & Brain Lab” dell’Università Iulm ha realizzato il primo studio che indaga la sfera della socialità nel cervello quando assaporiamo il nostro piatto di pasta preferito, simbolo della cultura gastronomica italiana, la pasta. Lo studio conferma che mangiare pasta in compagnia facilita le interazioni sociali a livello di stimolazione cognitiva ed emotiva, più di quanto succeda con la visione di un film o durante lo svolgimento di un’attività ludica (per il dettaglio dello studio.
Grazie a tecniche neuroscientifiche e al brain tracking si è sperimentato che il consumo condiviso di pasta è un catalizzatore unico di convivialità, che genera emozioni positive e rafforza i legami sociali in misura maggiore rispetto ad altre attività sociali comuni. Negli anni, numerosi studi avevano dimostrato che mangiare in compagnia riduce lo stress, rafforza i legami sociali e influisce positivamente sulla salute fisica e mentale.
Quello che non sapevamo è che la pasta è un vero e proprio propulsore di socialità: esiste un meccanismo preciso di spinta alla connessione sociale che si prova mangiando un piatto di pasta e che, per la prima volta, è stato indagato e misurato scientificamente. “La scienza si è messa al servizio delle emozioni – commenta Vincenzo Russo di Iulm- per certificare che la pasta fa rima con convivialità. I risultati ci permettono di affermare che la pasta è un vero e proprio catalizzatore di relazioni e che un piatto di spaghetti a centro tavola può dar vita ad una rete sociale”.
“Abbiamo sempre saputo che la pasta è un alimento conviviale, ora arriva la conferma scientifica. Dove c’è la pasta, si accende la compagnia e si creano legami” conclude la presidente dei pastai italiani Margherita Mastromauro:
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