“Un piano regionale a 360 gradi”
L’Emilia-Romagna si dota di un nuovo Piano triennale per il contrasto alle povertà (2025–2027) con una dotazione complessiva di 124 milioni di euro, frutto di risorse regionali, nazionali e comunitarie. Il documento, presentato martedì (21 ottobre) in Commissione Sanità, recepisce le linee guida del Piano nazionale povertà e rilancia con un approccio integrato e territoriale per affrontare le diverse forme di povertà diffuse sul territorio regionale.
Tra gli interventi previsti: il rafforzamento del servizio sociale professionale (con nuove assunzioni di assistenti sociali), il potenziamento dei servizi di Housing First, la garanzia dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps) su tutto il territorio, il contrasto al sovra indebitamento e il sostegno alla mobilità delle persone fragili.
Alice Parma, vice capogruppo Pd in consiglio regionale, commenta così: “Un Piano a 360 gradi che vuole affrontare in sinergia con i territori le quattro principali povertà: quella alimentare, quella abitativa, quella scolastica e quella sanitaria, che vanno monitorate con capillarità di luogo in luogo, soprattutto perché assumono caratteristiche diverse tra centri urbani e aree interne e tra diverse zone della regione. Il Piano regionale avvia un lavoro prezioso di analisi e coordinamento, che ci dice ad esempio che a Rimini i beneficiari dei percorsi di inclusione sociale e dell’assegno unico rappresentano il 6% delle famiglie, e che c’è una buona copertura sull’attivazione del programma Gol “Lavoro e inclusione” sviluppato insieme ai distretti socio-sanitari. Come ci racconta la Caritas, anche a Rimini c’è necessità di intervenire: in questo periodo autunnale, si sta osservando ad esempio un incremento di pasti serviti presso la loro mensa, oltre 200 pasti alla volta, rispetto ai 110–120 dell’estate. Le motivazioni sono varie, ma serve uno sforzo costante, condiviso con gli enti locali, gli sportelli sociali e le comunità del riminese per fornire risposte coordinate e coerenti. Tenere insieme queste povertà significa anche saper intercettare le nuove forme di disagio prima che diventino povertà assoluta. Servono anticorpi diffusi: prevenzione, ascolto e interventi concreti sulle fragilità locali”.
Il Piano sarà ora sottoposto al vaglio dell’Assemblea legislativa e monitorato attraverso un Tavolo regionale permanente e studi promossi in collaborazione con il mondo accademico.
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