un panino è più caro all’acquapark o al fast food?
I rincari dei prezzi sono dappertutto, anche nel panino del parco acquatico. Ecco quanto costa e perché (forse) non costa così tanto.

Andare in vacanza è sinonimo di relax e divertimento, certo, ma anche di bilanci e conti in tasca. Perché è proprio in periodi come questi che ci si rende conto che uscire di casa costa. Specie in un periodo storico in cui i prezzi sono sempre più alti e (almeno in Italia) gli stipendi rimangono fermi. Tra i costi imprescindibili c’è quello del cibo, perché spesso portarlo da casa non basta. È proprio questo il pomo, anzi il panino della discordia che ha causato un acceso botta e risposta tra Federconsumatori e AssoParchi. Nel mirino i parchi acquatici e i rincari dei prezzi, soprattutto nel settore food.
L’analisi di Federconsumatori
Tra uno scivolo e l’altro viene parecchia fame. E allora cosa si fa: si va al bar a comprare un panino. Che poi non è solo uno, ma quattro. Questi, a grandi linee, i parametri su cui si basa l’analisi dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori sui parchi acquatici nell’estate 2025. Secondo il rapporto, una famiglia italiana media composta da quattro persone (da cui il numero di panini) spende il 4% in più rispetto all’anno precedente.
La percentuale comprende parcheggio, biglietto di ingresso, crema solare, ombrellone, lettino e varie ed eventuali come riviste e giochi acquatici. Ma la fetta responsabile del rincaro dei prezzi maggiore è proprio quella legata al consumo di cibo. La ricerca Federconsumatori ha preso in considerazione alcuni elementi classici del parco a tema estivo: caffè, acqua, gelato, cappuccino e cornetto. Tutti registrano aumenti, pur mantenendosi sul 2-3%.
Discorso molto diverso invece per il panino, voce che sui menu dei parchi acquatici schizza al +37% rispetto al 2024. Con un prezzo medio unitario che passa da 6,30 a 8,60 euro, la famiglia visualizzata da Federconsumatori è costretta a sborsarne minimo 34,40 per mangiare. Senza contare appunto il bere e tutti gli sfizi che ci si toglie (giustamente) in vacanza, specie con figli al seguito. Così, nel complesso, una giornata al parco acquatico viene a costare minimo 220 euro.
La risposta di Assoparchi
A pensarla diversamente però sono i distributori dei famigerati panini. Vale a dire gli acquapark stessi sotto il grande ombrello AssoParchi, associazione che rappresenta i parchi divertimento in Italia. La risposta è stata immediata e piccata, con l’invito per Federconsumatori “a confrontarsi con la realtà”. Secondo AssoParchi infatti i prezzi degli ingressi sono stabili dal 2023, e quelli del cibo si mantengono sotto la media del fast food.
Secondo il direttore generale Maurizio Crisanti “i prezzi sono poco più alti di quelli legati allo street market e spesso inferiori a quelli delle principali catene fast food”. La contro analisi di AssoParchi sostiene che, a fronte degli 8,60 euro a panino rilevata da Federconsumatori, si spendano almeno 9 euro a persona per un menu online base in qualsiasi catena. Senza contare le aggiunte, che fanno lievitare i prezzi a 12-15 euro.
Per Luciano Pareschi, presidente di AssoParchi, il rapporto Federconsumatori è fuorviante. “Citare aumenti a doppia cifra sui panini o differenze a tripla cifra tra il costo degli stessi prodotti nei parchi e nei locali all’esterno è sbagliato, non solo perché queste differenze non esistono, ma anche perché si fornisce un’informazione destabilizzante alle famiglie, disincentivando la visita ai parchi, con conseguenze per le aziende del comparto e dell’indotto”.
Chi ha ragione? Noi non abbiamo la risposta in tasca, a maggior ragione se indossiamo il costume da bagno. Forse sarebbe meglio parlare di percezione del pubblico a seconda del reddito e delle priorità. E ancor di più servirebbe parlare di qualità del cibo e del servizio. Fra scivoli e scivoloni, a questo punto è meglio farsi un tuffo e passa la paura.
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