Società

Un nuovo casolare per la «famiglia del bosco» offerto da un ristoratore di Palmoli: «Stasera gli do le chiavi. Anche io vivevo come loro. Era difficile? Ai miei tempi era normale così»

«Appena ho letto della storia dei bambini del bosco avrei voluto conoscere la famiglia. La loro vicenda mi ha toccato perché ho vissuto una vita molto simile alla loro. Quando ero piccolo, ci scaldavamo con il camino, usavamo l’acqua della sorgente e il bagno era fuori. Era una vita difficile? Ai miei tempi era normale vivere così», ci racconta al telefono Armando Carusi, 70 anni, originario di Palmoli, lo stesso piccolo paese nel cui comune vivono Nathan, Catherine e i loro tre figli, ovvero la «famiglia del bosco» che è al centro delle cronache italiane da settimane.

Il casolare della famiglia Carusi offerto aalla famiglia di Nathan Trevalllion

Il casolare della famiglia Carusi offerto aalla famiglia di Nathan Trevalllion

Il signor Carusi, che per anni ha avuto un ristorante a Ortona e ora è in pensione, ha sempre mantenuto la casa dove è nato, un casolare nei boschi sotto Palmoli e ora lo offre volentieri alla famiglia «È stata mia figlia Leonora ad avere l’idea di offrire il nostro casolare alla famiglia per qualche mese. Noi lo affittiamo in estate ai turisti e tutto l’inverno resta vuoto. È solo a 6 chilometri dalla loro casa e abbiamo pensato potesse essere l’ideale per loro in questo momento: speriamo che trasferirsi qui mentre sistemano la loro casa possa dare alla famiglia la possibilità di riunirsi».

Nathan, il padre della famiglia, è andato a vedere il casolare già giovedì sera e «ne è stato entusiasta», e proprio oggi, conferma Armando Carusi, ritirerà le chiavi e firmerà il contratto di comodato d’uso.

«La casa era quella di mia nonna Gemma» ci racconta Leonora, la figlia di Armando Carusi. «Ha due piani, al piano sotto c’erano le stalle, una zona che non è ancora stata restaurata, e al piano di sopra c’è un’abitazione composta da due camere da letto, il bagno e la cucina verandata. Per scaldarsi ci sono tre camini e la stufa a legna, nel giardino abbiamo una sorgente da cui si prende l’acqua e il pozzo».

«Seguivamo le notizie della loro vicenda e il fatto che gli abbiano tolto i bambini ci ha molto colpiti», continua Leonora «Io mi sento molto legata al loro stile di vita, anche io ho comprato una casa in campagna, mi scaldo con la stufa a legno e vorrei mettere i pannelli solari. Ho comprato 6mila metri quadri di bosco, ho le galline e le oche. Ho smesso di lavorare, prima ero chef nel ristorante di mio padre. Il mio compagno lavora, io mi occupo degli animali e della casa, ma vorremmo creare una fattoria da aprire al pubblico. Mi sento vicina a questa famiglia, non ho figli, ma penso che se avessi avuto un figlio avrei fatto la stessa scelta». E conclude: «Il mio sogno e quello della mia famiglia è vedere i bambini felici insieme ai loro genitori».


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »