Umbria senza spazi al Vinitaly, Regione lavora «per presenza qualificata». Manca contratto pluriennale
«La soluzione su cui stiamo lavorando sarà certamente all’altezza del valore dei nostri produttori e delle aspettative del settore.» Così l’assessora regionale all’Agricoltura e al Turismo, Simona Meloni, replicando alle accuse della consigliera della Lega Donatella Tesei sulla perdita dello storico spazio dell’Umbria al Vinitaly 2026. Una risposta netta, in cui Meloni definisce «fantasiosa» la ricostruzione dell’esponente leghista e rivendica l’immediata presa in carico del dossier da parte dell’assessorato.
L’ex presidente Tesei, in una nota diffusa sabato, aveva parlato di «fatto di estrema gravità» denunciando che l’Umbria è stata esclusa dal Padiglione 2, per oltre dieci anni punto di riferimento di cinquanta aziende regionali. Nel suo comunicato sottolineava come la decisione di Veronafiere fosse maturata «nel silenzio e nell’assenza totale della Regione» e annunciava la presentazione di un’interrogazione urgente per chiedere spiegazioni. A suo giudizio, la mancata conferma degli spazi per il 2026 avrebbe rappresentato un arretramento in un momento già critico per il comparto, segnato dal calo dei consumi interni, dalle tensioni sui mercati internazionali e dalle nuove politiche europee che, secondo Tesei, minacciano la tenuta del settore.
La risposta Meloni respinge ogni addebito ricordando che la gestione operativa della presenza umbra al Vinitaly non è in capo alla Regione ma «della cooperativa Umbria Top, che da anni gestisce in autonomia la presenza delle aziende umbre alla manifestazione». L’assessore aggiunge che fino alla fine di settembre non era stata segnalata alcuna criticità e che, appena informata del problema, la Regione ha avviato un confronto diretto con Veronafiere e con tutti i soggetti coinvolti per individuare una soluzione.
I contratti Nel ricostruire il quadro degli ultimi anni, Meloni precisa che il Vinitaly non si è svolto nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia e che dal 2022 i contratti per gli spazi sono tornati a essere annuali, sottoscritti di volta in volta da Umbria Top. Durante gli incontri con Veronafiere sarebbe emerso che, da anni, era stata prospettata la possibilità di un contratto pluriennale per la superficie espositiva, come già adottato da altre regioni, ma questa opzione non era mai stata concretizzata «nonostante le rassicurazioni della precedente giunta». Una mancata scelta che, secondo l’assessore, avrebbe lasciato margini che altri territori hanno potuto impegnare con accordi stabili.
Leva strategica La polemica istituzionale si intreccia con un contesto economico già fragile. Nel suo comunicato, Tesei richiama la riduzione dei prezzi delle uve tra il 30 e il 40 per cento e l’allarme legato al possibile pacchetto di misure europee che prevede l’estirpazione dei vigneti, con il rischio di una progressiva desertificazione agricola nelle aree più vocate. In questo quadro, sostiene la consigliera, la partecipazione al Vinitaly non sarebbe un semplice adempimento organizzativo ma una leva strategica per la promozione del territorio e per la tenuta economica delle imprese.
Presenza qualificata Meloni assicura che la Regione sta lavorando per garantire «chiarezza, continuità e una presenza qualificata dell’Umbria al Vinitaly» e annuncia che, d’ora in avanti, ogni scelta verrà condivisa con le aziende, come già avviene per le fiere gestite direttamente dall’assessorato. L’assessore si dice pronta a rispondere all’interrogazione annunciata da Tesei, mentre resta da definire la collocazione che sarà assegnata all’Umbria nell’edizione 2026 e la soluzione organizzativa che dovrà rassicurare imprese e operatori in una fase particolarmente delicata per il comparto vitivinicolo regionale.
Source link




