Umbria: raccolti record di grano ma i prezzi crollano
La campagna cerealicola 2025 in Umbria consegna un quadro in chiaroscuro: i raccolti di grano duro hanno raggiunto quota 100 mila tonnellate, con un balzo del 25% rispetto al 2024 e una qualità giudicata molto buona, mentre il frumento tenero registra un incremento meno marcato ma comunque significativo. A renderlo noto è la Camera di Commercio dell’Umbria, secondo cui la nostra regione si colloca al 2,3% della produzione nazionale di duro. Tuttavia, al boom di quantità non corrisponde un andamento positivo dei prezzi, che risultano in forte flessione e rischiano di compromettere la redditività delle aziende agricole umbre.
Prezzi I listini della Borsa Merci di Perugia – che fanno riferimento anche alla provincia di Terni – certificano il crollo del grano duro: nella prima settimana di settembre 2025 il prezzo medio del prodotto di migliore qualità è stato di 264 euro a tonnellata, in calo del 28,2% rispetto al 2023. Il tenero, attestato a 213 euro a tonnellata, regge solo nel confronto con il 2024 (+5,4%), ma segna già un arretramento del 6,8% rispetto a due anni fa. «La tendenza del prezzo medio è in continuo calo da qualche settimana – ha spiegato il presidente della Borsa Merci, organo camerale umbro, Giuseppe Diano – tanto che anche nella prossima riunione di martedì dovremo rivedere al ribasso le quotazioni, sia del grano duro che del grano tenero».
Mercato Sul mercato pesa la concorrenza internazionale. «Sono in arrivo in Italia le produzioni di Paesi grandi produttori come Canada e Francia, che quest’anno hanno avuto raccolti particolarmente grandi, a prezzi bassi – ha sottolineato Cesare Manganelli, membro della Borsa Merci –. E la Russia ha registrato il quarto miglior raccolto di sempre, rafforzando la propria posizione nelle esportazioni verso l’Africa». Una dinamica che, aggiunge Diano, rende «davvero difficile» la situazione per produttori e intermediari.
Qualità Se sul fronte economico la prospettiva appare critica, quello qualitativo offre invece elementi di ottimismo. «La qualità di quest’anno è stata davvero buona, anche migliore rispetto allo scorso anno – ha evidenziato l’agronomo Francesco Martella, membro della Borsa Merci –. Il peso specifico del grano è aumentato sia per il tenero che per il duro e l’asticella per essere considerato grano di qualità è stata alzata».
Scenario nazionale A livello nazionale, la produzione di grano duro ha raggiunto 4,365 milioni di tonnellate, con un incremento del 24,7% rispetto al 2024. In Sicilia l’aumento è stato del 110,5%, in Puglia del 37,7%, in Abruzzo del 36,4%, in Basilicata del 33,3%, in Molise del 26,6% e in Campania del 20%. L’Umbria si posiziona al +25%, sopra le altre regioni del Centro come Lazio (+5,6%), Marche (+5,5%) e Toscana (-7%). Per il tenero, il raccolto nazionale ha superato i 2,7 milioni di tonnellate (+5%), restando comunque insufficiente a soddisfare un fabbisogno interno di oltre 8 milioni.
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