Umbria nella Zes, i commercialisti di Perugia al lavoro per sostenere le imprese a usufruire della Zona economica speciale

Dopo l’inserimento dell’Umbria nella Zes (Zona economica speciale) unica si tratta ora di mettere a terra le opportunità a essa legate. Proprio per questo l’Ordine dei commercialisti di Perugia ha avviato un lavoro informativo e formativo così da mettere in grado i professionisti, immediatamente, di essere da supporto alle imprese nella diffusione della conoscenza dell’innovazione e nell’adempimento specifico delle procedure e delle pratiche necessarie per usufruire delle misure della Zes. In questo contesto, venerdì 12 dicembre è stato organizzato nella sede di Sviluppumbria di Foligno un convegno dal titolo ‘Attuazione della Zes per gli investimenti produttivi nel territorio umbro’ a cui, dopo i saluti del presidente dei commercialisti perugini, Enrico Guarducci, sono intervenuti il Coordinatore Nazionale della Struttura di missione Zes Unica, Avv. Giosy Romano, l’amministratore unico di Sviluppumbria, Prof. Luca Ferrucci e il console onorario di Germania in Italia, Dott. -aStefano Ducceschi. “La Zes – ha commentato Guarducci in apertura dei lavori – è una grande opportunità di crescita per le aziende umbre. Già per il 2025 sono state presentate domande per 110 milioni di accesso a contribuzione, ma il grosso arriverà nei prossimi mesi. È un provvedimento che, oltre al beneficio diretto economico attraverso il credito d’imposta sui nuovi investimenti, semplifica gli aspetti burocratici, attraverso un’autorizzazione unica per i nuovi investimenti e insediamenti, semplificando e riducendo i tempi per l’ottenimento dei titoli autorizzativi. La nostra categoria sarà parte attiva e indispensabile per l’accesso e ottenimento della contribuzione pubblica. Purtroppo l’agevolazione contributiva non riguarderà l’intero territorio della nostra regione e questo potrebbe generare disparità nella distribuzione degli aiuti allo sviluppo”.
Il coordinatore Romano ha poi chiarito alcuni aspetti della Zes: “È l’intero territorio dell’Umbria – ha innanzitutto sottolineato Romano – a essere qualificato come Zona economica speciale. La distinzione riguarda il riconoscimento di solo alcuni Comuni nella Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale, che attribuisce loro la possibilità di usufruire di un aiuto di Stato e quindi di un vantaggio dettato dal credito d’imposta. Tutti i territori della regione, però, possono beneficiare della semplificazione burocratica, riconducibile soprattutto all’autorizzazione unica, il titolo cioè che rilascia la Struttura di missione Zes a chi vuole investire in questa regione o a chi decide di ampliare un investimento già in essere su questo territorio. Basta avanzare un’unica istanza a un unico interlocutore, che è la Struttura di missione Zes, in maniera digitale e non più fisica, ottenendo quindi il titolo dell’autorizzazione unica che sostituisce le varie autorizzazioni prima necessarie per avviare un’attività, compreso il permesso a costruire. Questa autorizzazione unica contiene tutti i permessi, pareri e nulla osta necessari per avviare un’attività e viene rilasciata all’esito di una conferenza di servizi che ha una durata temporale di 30 o massimo 45 giorni, in ragione del coinvolgimento o meno di un’autorità preposta alla tutela di aspetti ambientali. Insomma – ha concluso Romano – una vera e propria rivoluzione copernicana che permette all’investitore di avviare un investimento con un decorso temporale ancorato a giorni e non più a mesi o ad anni, come era prima necessario”.
“Questo convegno – ha affermato quindi Ferrucci – è importante per far conoscere ai professionisti, che hanno un dialogo diretto con le imprese, le opportunità e i limiti di questo strumento normativo che poggia su tre pilastri: il credito fiscale rispetto agli investimenti, il regime autorizzatorio e il bonus per le assunzioni. Sul terzo pilastro c’è ancora bisogno di chiarezza normativa. Poi, purtroppo, non tutta l’Umbria può usufruire del credito fiscale sugli investimenti: vincoli normativi non lo consentono e questo un po’ ci preoccupa, per le distorsioni allocative degli investimenti che potrebbero esserci negli anni a venire, ma credo che l’obiettivo sia intanto di saper usare bene questo strumento, laddove può essere applicato e può generare una condizione di favore per le imprese, l’occupazione e quindi per l’intera regione”.
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