Tutte le rughe della “vecchia ”106. Da Catanzaro a Reggio restano i rischi
La prospettiva di avere una strada moderna e sicura è ancora molto distante per i calabresi che abitano la fascia ionica. In particolare nei centri tra le province di Catanzaro e Reggio Calabria, dove la Statale 106 è stata rinnovata solo in parte (in totale in tutta la regione 67 km), con la costruzione dei tracciati in variante a quattro corsie.
Se infatti in altre zone della Calabria i lavori di ammodernamento stanno procedendo da tempo (come nel Cosentino, su 38 km) o sono stati aggiudicati (sulla tratta Catanzaro-Crotone, 44 km), per quest’ampia fetta di territorio si è ancora alla realizzazione della fattibilità tecnico-economica. La procedura dovrebbe vedere la luce entro la fine dell’anno e da lì partirebbe poi il più lungo iter legato alle progettazioni successive e, aspetto tutt’altro che secondario, al reperimento delle risorse.
Ma nel frattempo quella che per alcuni territori è ancora l’unica strada che collega la fascia ionica da Nord a Sud, da Taranto fino alla punta dello Stivale, a Reggio, viene ovviamente utilizzata lo stesso. Con tutti i suoi limiti. Carreggiate “slim”, asfalto logorato, buche, avvallamenti, ponti non più adatti alle dimensioni delle auto moderne, figurarsi dei mezzi pesanti. E ogni altro genere di insidie: cunette (molto) precarie, restringimenti improvvisi della carreggiata. Insomma, situazioni che una manutenzione straordinaria potrebbe, almeno in parte, ridimensionare nei possibili effetti più deleteri. Tanto per fare qualche esempio, attraversare i ponti realizzati negli anni ’30 del secolo scorso (nel basso Ionio catanzarese) significa ormai non solo attendere il proprio turno, essendo a a senso unico alternato, ma anche passare sopra un “tappeto” di buche: un problema per le auto, un vero e proprio pericolo per motociclisti e ciclisti.
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