«Tu sei mia»: il fidanzato geloso la massacra di botte e tenta di strozzarla
di Enzo Beretta
Indagato con l’accusa di maltrattamenti e lesioni aggravate un assisano di 28 anni accusato di aver massacrato di botte e tentato di strozzare l’ex fidanzata che considerava «una sua proprietà». I fatti, avvenuti a Perugia, risalgono al 2024, più nello specifico da gennaio all’8 dicembre, quando la poveretta è finita all’ospedale con la frattura delle costole e della mandibola: i medici le hanno refertato una prognosi di 45 giorni. All’indagato vengono contestate «condotte abituali» di maltrattamenti nei confronti della compagna convivente, vittima secondo il pubblico ministero Laura Reale di «reiterate condotte di violenza fisica, verbale e psicologica». Talvolta anche l’alcol avrebbe avuto un ruolo negativo nel rapporto. «Spesso in condizione di alterazione derivante dall’assunzione di sostanze alcoliche – ricostruisce la Procura – la strattonava, la percuoteva e la ingiuriava, controllandola nell’abbigliamento» ma anche «nei contatti e nei rapporti con altre persone di sesso maschile, recriminando per suoi presunti rapporti con altri e tormentandola per la sua gelosia».
I documenti Nella richiesta di giudizio immediato avanzata da via Fiorenzo di Lorenzo spuntano accuse pesanti: «Dichiarava che la fidanzata era una sua proprietà e la additava di essere la causa di tutte le sue difficoltà, provocandone un profondo turbamento e paura che la induceva, a più riprese, a denunciarlo per tali fatti, sfociati anche in lesioni refertate, denunce-querele successivamente rimesse dalla donna».
Gli episodi Quattro episodi ben ricostruiti dal magistrato inquirente, avvenuti come detto tra gennaio e dicembre. Il 21 gennaio «la percuoteva causandole evidenti segni al volto», il 24 giugno «la percuoteva causandole un trauma cranico commotivo, una contusione al rachide cervicale, alla spalla destra, al polso e alla mano destra, diagnosticate guaribili in dieci giorni». L’8 agosto, invece, «la percuoteva causandole lesioni personali consistite in un edema ed eritema del collo da tentativo di strozzamento, diagnosticate guaribili in
dieci giorni». L’ultimo episodio, quello più grave, risale all’8 dicembre, quando la persona offesa (assistita dall’avvocato Saschia Soli) nella ricostruzione accusatoria è stata di nuovo picchiata: «La percuoteva causandole la frattura composta dell’arco anteriore di tre costole, la frattura completa della branca montante della mandibola di destra con monconi ossei completamente diastasati e sovrapposti, diagnosticate guaribili in 45 giorni, episodio che induceva la persona offesa a chiamare le forze dell’ordine e presentare nuova denuncia querela per i fatti».
Aggravanti All’indagato, difeso dall’avvocato Gianfranco Giubilei, vengono contestate le «circostanze aggravanti di aver cagionato le lesioni allo scopo di commettere il delitto di maltrattamenti in famiglia» e quelle di «aver cagionato lesioni gravi con prognosi di guarigione superiore a 40 giorni». Tra le fonti di prova elencate dalla Procura di Perugia ci sono la comunicazione della notizia di reato, l’interrogatorio reso al gip il 10 dicembre, i verbali di sommarie informazioni della persona offesa e, ovviamente, la certificazione sanitaria.
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