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“Trump vuole parlare con Maduro”. Ma gli Usa dichiarano il “Cartel de los soles” organizzazione terroristica

L’amministrazione Trump persiste nelle azioni dimostrative nei confronti del Venezuela, che nelle ultime settimane è stato anche accerchiato da manovre militari Usa. Washington ha infatti deciso di inserire il Cartel de los soles – il presunto cartello guidato da Nicolás Maduro e dai vertici militari di Caracas – in cima all’elenco Usa delle ‘Organizzazioni terroristiche straniere’, stilato dal Dipartimento di Stato sulla base dell’Immigration and nationality act. Nonostante questo, secondo quanto pubblicato da Axios, il presidente della Casa Bianca è intenzionato a parlare col leader di Caracas, anche se di fatto lo ha bollato come ‘capo di un’organizzazione terroristica’. Un segno che fa pensare non sia imminente un attacco americano via terra o un raid missilistico contro il Paese latinoamericano. “Nessuno ha intenzione di entrare e sparargli o rapirlo, almeno per ora. Non direi mai, ma al momento non è nei nostri piani – ha detto ad Axios un funzionario a conoscenza delle discussioni -. Nel frattempo, faremo saltare in aria le imbarcazioni che trasportano droga. Fermeremo il traffico di droga”. Le operazioni Usa, quindi, proseguono: almeno 83 persone sono state uccise in 21 diversi raid contro imbarcazioni che presumibilmente trasportavano droga durante l’operazione militare statunitense nei Caraibi nota come “Operazione Southern Spear”.

Il provvedimento sul Cartel de los Soles – Sul sito state.gov si legge che la designazione ha le finalità di “restringere il sostegno alle attività terroristiche” e “far pressione” sui gruppi coinvolti. L’annuncio, ufficializzato lunedì, era previsto nell’ambito delle operazioni anti-narcotraffico avviate tre mesi fa dagli Stati Uniti, che finora hanno provocato oltre ottanta vittime nel Sud dei Caraibi, con l’affondamento di 21 imbarcazioni che, secondo il segretario di Guerra, Pete Hegseth, “trasportavano droga”. L’etichetta di “organizzazione terroristica” al Cartel de los Soles isola ulteriormente il governo di Maduro, autorizzando sanzioni a stati e privati che collaborino con quest’ultimo. La misura legittima anche “attacchi mirati”, nel territorio venezuelano, dove si temono anche operazioni sotto copertura targate Cia. Di qui le reazioni di Mosca – che offre sostegno politico e consulenza militare a Caracas – e dei Paesi dell’Alba, l’Alleanza bolivariana per i popoli delle Americhe, mentre Brasile e Spagna chiamano al dialogo in continuità con quanto già fatto da Francia, Germania e Regno Unito. Il governo venezuelano ha inoltre invitato gli Stati Uniti a “rettificare l’erronea policy di aggressioni e minacce” fondata su “menzogne” volte a giustificare “interventi illegittimi e illegali” nel Paese sudamericano.

Possibile scontro militare – L’annuncio degli Stati Uniti coincide con una serie di manovre come il blocco navale e aereo del Paese dopo il recente annuncio della Federal aviation administration, che ha provocato la sospensione delle attività di oltre sette compagnie aeree nel Paese. Si registrano anche costanti incursioni nei cieli venezuelani e il fermo della nave petrolifera russa Seahorse nei Caraibi da parte delle forze statunitensi. Fonti della Casa Bianca parlano a NewsNation di strette sui permessi e ferie del personale SouthCom.

Nel frattempo Mosca risponde con l’invio del generale russo e consulente di guerra Oleg Makarevic a Caracas. È lì per fornire addestramento militare all’esercito venezuelano. Sul versante opposto voci dissidenti come quella del contrammiraglio Carlos Molina Tamayo esortano i soldati locali a non “immolarsi per Maduro” e prevedono una “guerra mosaico”, con anche “blackout totale del campo elettromagnetico” e manovre “psicologiche” che, secondo il Financial Times, suscitano già paranoia a Palazzo di Miraflores.

Cresce il partito del dialogo – Nello stesso tempo le basi argomentative con cui gli Stati Uniti connettono narcotraffico e politica venezuelana risentono di diverse lacune e destano perplessità a livello internazionale. Già in passato diverse fonti – tra cui Insight crime e Cnn – hanno sostenuto che il Cartello sia “un termine ad hoc, usato per attaccare alti funzionari” di Caracas. Nella migliore delle ipotesi il Dipartimento di Stato cerca di semplificare, sotto un unico cappello, l’accozzaglia di gruppi criminali che, pur sostenendo affari con funzionari venezuelani, non sono connessi tra loro. Di qui la preoccupazione di diversi leader, come il leader brasiliano Luiz Inàcio Lula Da Silva, che si offre mediatore e chiede a Trump di “non aprire l’ennesimo fronte” e il premier spagnolo Pedro Sánchez, che ribadisce la centralità del dialogo per Madrid. Lo stesso presidente Usa aveva anticipato, nei giorni precedenti, la disponibilità a parlare con Maduro, senza svelare le intenzioni né il contenuto della futura conversazione. In parallelo la ministra degli Esteri colombiana, Rosa Villavicencio, ha fatto trapelare alla Bloomberg la disponibilità di Maduro verso una transizione serena e ordinata. Ipotesi voluta anche dal presidente colombiano Gustavo Petro, tra gli interlocutori più vicini al presidente venezuelano.

Il rischio di uno stallo prolungato – Tuttavia l’attuale stato di tensioni, anche nell’eventuale caso di attacchi, potrebbe generare una situazione di stallo prolungato a livello politico, economico e sociale. Il caso specifico della designazione, con la quale si ritiene Maduro “capo di un cartello”, irrigidisce ulteriormente le posizioni dei vertici di Caracas. Si andrebbe verso il rafforzamento del potere militare e lo schiacciamento di ciò che resta delle opposizioni interne, come l’Iran dopo la guerra dei dodici giorni. Fonti Usa temono anche una situazione di “caos irreversibile” in caso di caduta di Maduro che, secondo alcuni diplomatici Usa getterebbe nell’instabilità un Paese già colpito da emigrazione di massa – oltre 8 milioni di esuli – e, secondo l’Fmi, un’iperinflazione al 548%. Non si parla invece delle concessioni Usa alla petrolifera Chevron, che mantiene saldi i rapporti con Caracas, nonostante tutto.

L’articolo “Trump vuole parlare con Maduro”. Ma gli Usa dichiarano il “Cartel de los soles” organizzazione terroristica proviene da Il Fatto Quotidiano.


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