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Trump manda in tilt i pacifisti

E ora, alla sinistra, chi glielo spiega? L’annuncio è stato dato da Donald Trump attorno all’una di notte – ora italiana – attraverso il suo (personal) social network, Truth: l’accordo tra Israele e Hamas è stato raggiunto. Due anni e un giorno dopo l’attentato del 7 ottobre. I toni del presidente statunitense sono sempre enfatici, ma, in questa occasione, se tutto è confermato – la firma dell’accordo è prevista per le 11 del mattino – forse sono anche troppi sobri: ci troviamo di fronte al primo, clamoroso successo internazionale dell’inquilino della Casa Bianca più discusso di tutti i tempi. E ora, alla sinistra, chi glielo spiega? Perché questo successo – siamo ottimisti – arriva contro tutto e contro tutti.

Contro una parte del mondo conservatore occidentale che vede Trump come un parvenu poco avvezzo alle norme del galateo istituzionale; contro la galassia progressista che lo ha già condannato come un rozzo fascista dalle derive autoritarie e guerrafondaie; contro lo star system che ha schierato (a vuoto) tutta la sua potenza mediatica per intralciargli la strada e – non per ultima – contro quella galassia pacifista che è perennemente militarizzata contro Washington. E ora, i pacifisti militanti, disarmati del loro vessillo multicolor, con quali armi lo attaccheranno? Perché, quando sarà siglata la fine delle ostilità in medioriente, gli irriducibili della guerra permanente nel nome della pace rimarranno orfani delle loro battaglie. Dove dirigeranno le loro chiglie i flottanti? Contro chi saetterà le sue saccenti invettive Francesca Albanese?

Nel nome di quale nobile causa i sindacati bloccheranno il Paese e i violenti fermeranno le ferrovie e spaccheranno le vetrine? Il mondo dem e radical chic come spiegherà che quel “puzzone” di Trump ha raggiunto l’obiettivo che tutti volevano raggiungere? Vuoi vedere che il matto – al netto delle sue innegabili bizzarrie e scivolate – ce la ha fatta? Se non vale un Nobel per la pace, beh, almeno che

lo facciano capitano di vascello di tutte le flottiglie del mondo: perché è pacifista chi lavora per la pace e, magari, la porta anche a casa; non chi la usa solo per fini politici o, peggio, per mettere tutto a soqquadro.


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