Trump inaugura l’Alligator Alcatraz: “È controversa ma non me ne frega niente”
Nuovo giorno, nuova provocatoria iniziativa di Donald Trump nell’ambito della campagna lanciata dalla sua amministrazione contro l’immigrazione illegale. Dopo aver fatto causa alla città di Los Angeles per le sue politiche da “città santuario” a difesa dei migranti, il presidente Usa oggi ha presenziato in Florida all’apertura del centro di detenzione per clandestini noto come “Alligator Alcatraz”. Al suo fianco durante la visita alla prigione la responsabile dell’Homeland Security Kristi Noem e il governatore del Sunshine State Ron DeSantis, ex candidato alle primarie del Gop nel 2024. “È controversa ma non me ne frega niente”, ha dichiarato il tycoon riferendosi alla struttura collocata in una zona paludosa delle Everglades circondata da coccodrilli e serpenti e, come se non bastasse, spesso colpita da uragani.
Questa prigione “potrebbe essere più dura della vera Alcatraz”, ha ammesso Trump che, a modo suo, ha scherzato con i giornalisti sul fatto che i detenuti potrebbero fuggire dai pericolosi rettili “correndo a zig zag” in modo tale da aumentare le loro chance di sopravvivenza “dell’1%”. Ai cronisti che gli hanno chiesto se si vuole far passare il messaggio che se un prigioniero tenta la fuga verrà divorato dagli alligatori The Donald ha risposto che “il concetto è quello, non è carino ma è quello”.
Il progetto di “Alligator Alcatraz” è stato ideato dal procuratore generale della Florida James Uthmeier e sostenuto dal governatore Ron DeSantis, il quale ha così mostrato la sua adesione alla linea dura della Casa Bianca in materia di immigrazione. Il centro è stato costruito in appena sette giorni grazie ai poteri d’emergenza del governatore e si stima possa ospitare fino a 3000 migranti in una sorta di tendopoli collocata su una pista d’atterraggio dismessa. I repubblicani della Florida promotori del progetto hanno sempre riconosciuto che il loro obiettivo è quello di creare condizioni difficili come deterrente per gli irregolari che vogliono arrivare nel Sunshine State.
Il presidente Usa si è complimentato per la realizzazione del centro di detenzione: “Hanno fatto un grandissimo lavoro”, ha detto Trump noncurante delle numerose proteste che l’istituzione dell’”Alligator Alcatraz” ha sollevato tra i democratici, i nativi americani e gli attivisti per i diritti umani e per la difesa dell’ambiente. Nel corso della conferenza stampa svoltasi presso la struttura in Florida, Trump ha sottolineato che essa è destinata ad accogliere “alcuni dei migranti più minacciosi, alcune delle persone più feroci del pianeta“.
Il capo della Casa Bianca ha proseguito affermando che il complesso è circondato da “miglia di paludi insidiose” e avvertendo che “l’unica via d’uscita è davvero la deportazione. Molti di questi individui si stanno auto-deportando verso il Paese da cui sono venuti“.
Trump ha ribadito quindi il suo impegno ad “invertire completamente l’invasione migratoria di Biden” sostenendo che “non abbiamo mai avuto un’invasione simile e ci sono là fuori persone molto pericolose che vogliono fare del male su larga scala“. Il leader Usa ha infine espresso un desiderio che per molti è suonato come una minaccia: strutture come quella in Florida, ha detto The Donald, dovrebbero essere create in “molti Stati”.
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