Trump, dazi sui farmaci probabilmente dal primo agosto
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Pechino: «I dazi interferiscono sui mercati e creano turbolenze nel mondo»
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Trump, dazi sui farmaci probabilmente dal primo agosto
Donald Trump, parlando a Pittsburgh a margine di un evento, ha affermato che molto probabilmente dal primo agosto farà scattare dazi sui farmaci importati negli Usa. Subito dopo, ha aggiunto il presidente americano, potrebbero scattare i dazi anche sui semiconduttori. Lo riporta l’agenzia Bloomberg.
Appello eurodeputati Pde a von der Leyen, fermiamo il bullo Trump
“Stop the bully!”, fermiamo il bullo: è questo lo slogan scelto dai parlamentari del Partito Democratico Europeo in un appello rivolto alla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per chiedere una risposta unitaria e decisa contro la minaccia di nuovi dazi annunciata da Donald Trump. “Sì al dialogo, no alla sottomissione. L’Europa non può restare passiva di fronte a un’aggressione economica che mette a rischio posti di lavoro, investimenti e il principio del commercio internazionale basato sulle regole. Il ricatto economico deve avere conseguenze”, si legge nell’appello, che può essere firmato online da chiunque ne condivida i contenuti (https://bit.ly/stop-the-bully).
Secondo i firmatari, la strategia di Trump si basa su accordi bilaterali in cui il più forte detta le condizioni. Ma l’Europa non è debole: “Insieme ai nostri partner globali rappresentiamo un peso economico doppio rispetto agli Stati Uniti”. Il riferimento esplicito è a Canada, Regno Unito, Giappone, Corea del Sud e agli alleati in America Latina e Africa, che insieme all’Europa “rappresentano più del doppio del peso economico degli Stati Uniti. È il momento di usare questa forza per costruire una coalizione unita contro l’intimidazione commerciale”.
I parlamentari del Pde chiedono contromisure immediate: un dazio di ritorsione del 30% su esportazioni statunitensi sensibili, l’attivazione dello strumento anti-coercizione dell’Ue e una tassa coordinata sui servizi digitali delle Big Tech americane. “Non è un’escalation, ma una difesa strategica”. Nel lungo periodo, i parlamentari propongono di realizzare “una zona di libero scambio tra UE e USA”, basata su standard condivisi in materia di clima, lavoro, concorrenza digitale e fiscalità. “Nonostante le tensioni attuali – si legge nell’appello – le relazioni transatlantiche restano strategiche. Ma devono essere fondate sul rispetto reciproco. Le guerre commerciali prosperano sulla paura e sulla frammentazione: quando agiamo divisi siamo deboli, ma uniti siamo una forza che non può essere ignorata. Non possiamo permettere che i nostri agricoltori, ingegneri e imprenditori diventino merce di scambio in una manovra elettorale americana. Crediamo nel libero scambio, ma deve essere anche equo. Questa non è solo una disputa doganale. È una prova per le democrazie. Trump mette alla prova la nostra unità: la risposta dell’Europa deve essere ferma. Non ci faremo intimidire”. A firmare l’appello alla Commissione europea, insieme al segretario generale del Pde Sandro Gozi, sono anche gli eurodeputati Yvan Verougstraete, Oihane Agirregoitia, Laurence Farreng, Christophe Grudler, Marie-Pierre Vedrenne, Christine Singer e Joachim Streit.
Giorgetti: «Trattativa lunga ed estenuante»
Quella sui dazi “è una trattativa lunga ed estenuante, in cui da una parte c’è un negoziatore particolare e dall’altra altri che hanno degli approcci completamente diversi, quindi non è soltanto nel quantum, ma anche nel metodo dell’approccio”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in Transatlantico, alla Camera, sulla trattativa sui dazi tra Ue e Stati Uniti.
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