Trump chiede alla UE di fare pressioni sulla Cina sul petrolio russo
Donald Trump avverte i leader europei. Devono smettere di acquistare petrolio dalla Russia, perché ogni barile finanzia la guerra contro l’Ucraina. E le vendite di carburante alla Ue hanno fruttato a Mosca 1,1 miliardi di euro in un anno. Critiche confermate dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che alla fine della call della “Coalizione dei volenterosi” presieduta da Emmanuel Macron ha spiegato: “Trump non è contento che l’Europa continui a comprare petrolio russo”. La richiesta riguarda “soprattutto Slovacchia e Ungheria”, visto che gli altri Paesi hanno molto ridotto gli acquisti: nel secondo trimestre del 2025 la quota del petrolio russo tra le importazioni totali dell’Ue è scesa al2 %, contro il 29% del primo trimestre 2021.
Più rilevante l’altra richiesta del tycoon, che stando al retroscena riportato da Reuters – citando un funzionario della Casa Bianca – ha aggiunto che il Vecchio continente dovrebbe esercitare pressioni economiche sulla Cina, accusata di sostenere indirettamente Mosca. Il presidente Usa pretende insomma che i Ventisette facciano quel che lui non se la sente di fare: Pechino, a differenza di New Delhi, non è stata colpita da alcun maxi dazio Usa per i suoi ingenti acquisti di greggio.
La Russia dipende dalle esportazioni di petrolio e gas per circa un quarto delle sue entrate, che finanziano le sue riserve di guerra. La maggio parte finisce in Cina e India. Lunedì a Tianjin, durante il vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), il primo ministro indiano Narenda Modi ha ribadito i legami con Mosca, dicendo a Vladimir Putin che i loro Paesi “hanno camminato fianco a fianco”. E, ricorda la Bbc, i funzionari di Nuova Delhi hanno affermato che il Paese continuerà a comprare energia dove otterrà “le migliori condizioni” nonostante i dazi ritorsivi del 50% sulle importazioni indiane negli Stati Uniti. Oggi il greggio russo copre il 45% del fabbisogno nazionale indiano.
Mentre Trump parla, anche Mosca e Pechino rafforzano i loro legami energetici. Proprio giovedì mattina il ministro dell’Energia russo Sergey Tsivilyov ha annunciato la firma di un accordo tra Pechino e il colosso petrolifero Rosneft, che fornirà alla Cina ulteriori 2,5 milioni di tonnellate di petrolio all’anno attraverso il Kazakistan. Nonostante l’opposizione cinese alle sanzioni contro la Russia e le sue massicce importazioni – 100 milioni di tonnellate lo scorso anno – Washington non ha ancora imposto provvedimenti duri. Il 16 agosto Trump, dopo aver rinviato di tre mesi l’entrata in vigore dei super dazi al 145% annunciati ad aprile, ha chiarito di non avere fretta di imporre ritorsioni per . Una strategia ben più prudente rispetto al consueto atteggiamento da “bullo” internazionale.
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