Trump annuncia l’addio all’ora legale: “Impraticabile per noi, è troppo costosa”
Stop all’ora legale negli Usa. Il presidente eletto, Donald Trump, ha dichiarato che, quando tornerà al potere il 20 gennaio, il suo partito lavorerà per «eliminare l’ora legale» negli Stati Uniti, per evitare cambi di orario due volte l’anno. «L’ora legale è impraticabile e molto costosa per il nostro Paese», ha dichiarato Trump sulla sua piattaforma Truth Social. Elon Musk, il multimiliardario recentemente nominato da Donald Trump a capo di una commissione incaricata di tagliare la spesa pubblica, aveva commentato sul suo social network X un sondaggio di fine novembre, secondo il quale oltre l’80% degli elettori dichiarava di voler eliminare l’ora legale. «Sembra che la gente voglia abolire i fastidiosi cambi di orario», ha scritto il boss di SpaceX e Tesla. Ma la volontà di Trump di eliminare l’ora legale sembra contraddire la posizione maggioritaria del Partito Repubblicano, che nel 2022 ha lanciato una proposta di legge per renderla permanente. La misura, passata all’unanimità al Senato ma non è riuscita a passare nell’altra camera del Congresso, avrebbe messo fine ai cambiamenti di orario. Ma avrebbe anche comportato albe molto tardive in alcuni Stati in inverno. «Il cambio dell’ora è un concetto obsoleto che è fonte di frustrazione e confusione», sosteneva all’epoca il senatore Marco Rubio, autore della legge e ora candidato di Trump a diventare il prossimo capo della diplomazia usa. Egli ha tracciato un nesso causale diretto tra il cambio dell’ora e l’aumento di «attacchi di cuore e incidenti d’auto» e ha esaltato i potenziali effetti benefici dell’ora legale permanente sull’economia. L’idea principale alla base del cambio dell’ora era originariamente quella di far coincidere le ore di attività con le ore di luce solare per limitare l’uso dell’illuminazione artificiale.
Ma i suoi detrattori denunciano gli effetti negativi sui ritmi biologici, soprattutto nei bambini. In Europa, l’abbandono del cambio dell’ora è stato adottato dal Parlamento europeo nel 2019, ma la sua attuazione è stata ripetutamente rinviata.
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