Truffe nel fotovoltaico, un aretino denunciato. Appello a controllare i propri investimenti

L’operazione della guardia di finanza e della polizia è ancora in corso, ma dagli inquirenti arriva un messaggio chiaro. Anche ad Arezzo potrebbero esserci numerose vittime della truffa legata ai pannelli fotovoltaici e che probabilmente sono ancora ignari di dove potrebbero essere finiti i loro investimenti.
Questo perché anche il territorio aretino è coinvolto. Nella prima mattina di martedì 28 ottobre infatti l’operazione Cagliostro ha fatto tappa anche ad Arezzo dove è stata denunciata una persona, un professionista del quale non vengono rivelati ulteriori dettagli. A lui, come ai molti altri coinvolti in altre zone d’Italia, vengono contestati i reati di associazione per delinquere con carattere transnazionale finalizzata alla truffa e l’autoriciclaggio. Per altri indagati non aretini invece si sommano anche le accuse di circonvenzione d’incapace ed eventuali altri reati tributari legati all’emissione fittizia delle fatture.
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Il meccanismo della truffa
L’operazione, denominata Cagliostro, ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del network marketing multi level dedito alla consumazione di un numero indeterminato di truffe, perpetrate in danno anche di persone “fragili”, tipicamente attinenti al cosiddetto schema Ponzi (modello economico di vendita truffaldino che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi “investitori”, a loro volta vittime della truffa). La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in “energy point”. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria. Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori a investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva. Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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