Società

«Troppi errori grammaticali, puoi stare a casa»: lo sfogo della maestra, la protesta dei genitori, la risposta del preside

«Sono stufa di correggere innumerevoli verifiche scritte con i piedi, zeppe di errori ortografici gravi. Se la tua idea è di continuare così, per me puoi stare a casa!». Errori grammaticali ricorrenti in una scuola primaria paritaria della provincia di Treviso. E così una maestra rimprovera il bambino, nero (anzi rosso) su bianco, sul quaderno. Ma i genitori non ci stanno e accusano: metodi desueti e punitivi.

A Treviso, alla fine di maggio, scoppia il caso. Da mesi la famiglia e l’insegnante di un bimbo di quinta elementare avevano avuto degli incontri sul rendimento e la condotta. Secondo la famiglia era una situazione che proseguiva da parecchio tempo ed è esplosa a maggio, quando è diventato troppo evidente il disagio. È stato a quel punto che la mamma ha chiesto consiglio ai carabinieri, ha contattato i vertici dell’istituto a Roma e incontrato la dirigenza locale della scuola.

«Dopo aver coinvolto i livelli superiori dell’amministrazione scolastica – hanno spiegato i genitori del ragazzino – abbiamo riscontrato un improvviso cambio di atteggiamento da parte della maestra: nostro figlio è stato reintegrato nella classe (dove fino a quel momento veniva escluso durante le ore della docente), è stato rimosso il provvedimento punitivo che lo obbligava a restare seduto durante la ricreazione senza poter socializzare né interagire con i compagni, ed è stato riammesso alla partecipazione alla recita di fine anno della classe quinta».

Il ragazzino, che la prima media a settembre l’inizierà in un’altra scuola, sta seguendo ora, su consiglio della pediatra, «un percorso di supporto in un centro per l’età evolutiva, volto a offrire al bambino uno spazio di ascolto e terapia di dialogo per alleviare il suo malessere».

Ma la dirigente ribadisce come la maestra ha seguito il bambino per cinque anni, con pazienza ed attenzione. E anche sul fatto che sia stato tenuto in classe durante l’intervallo interviene. « Se un bambino è oggettivamente agitato e irrequieto e la maestra gli chiede di stare calmo vicino a lei per un po’ non sta violando nulla né mandando un messaggio diseducativo. Nessuno fino ad ora non ha mai avuto niente da rimproverarle.

Il dirigente ha anche aggiunto al Corriere del Veneto che l’anno scolastico si è concluso in serenità, il ragazzino aveva preso parte alla recita di fine anno e fatto gli esami. «Quando ho chiesto conto di queste esternazioni pubbliche, mi è stato risposto che volevano creare un dibattito sui metodi educativi retrogradi. Resta molta amarezza». La vicenda è arrivata in Molise dove vengono prodotte le campane citate nel tema. Per questo, le Fonderie Marinelli hanno deciso di fare un piccolo gesto simbolico di vicinanza invitando lui e tutta la sua classe in fonderia, saranno loro ospiti, e potranno vedere con i loro occhi la fabbrica di campane molisana.


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