Cultura

Tropical Fuck Storm, Freakout Club, Bologna


Afa tropicale e umidità cronica di metà giugno a Bologna, cosa potrebbe esserci di meglio di un live in un gremitissimo Freakout Club? Ad aver mandato a fuoco letteralmente le prevendite del locale simbolo dell’underground felsineo, con un sold-out conseguito a più di una settimana dall’evento, è stato l’art-punk lisergico e screziato di blues degli australiani Tropical Fuck Storm. Il quartetto nato da una costola dei Drones, da cui provengono il frontman Gareth Liddiard (Springtime) e la bassista Fiona Kitschin, e completato dalla batterista Lauren Hammel (High Tension) e dalla polistrumentista Erica Dunn (Mod Con, Harmony, Palm Springs) è tornato a due anni dalla sua ultima visita in Italia, al Beaches Brew di Marina di Ravenna.

La partenza è in crescendo con le sferraglianti chitarre infernali e i cori meccanici di “Braindrops”, traccia sostenuta dalla bassline imponente di Kitschin, che si getta nei crepacci della diabolica e quasi irriconoscibile “Chameleon Paint”, dove a far da padroni sono riff infuocati, synth fuori controllo e la chiusura affidata alle voci di Fiona ed Erica sopra all’incedere sinistro di batteria. I brani vengono eseguiti quasi uno in coda all’altro come in una lunga jam con pochissime interruzioni. Gli urli feroci di Gareth animano “Lose The Baby”, rifacimento della traccia dei Lost Animal in chiave heavy-psych-blues, rallentando con “Ann”, cover degli Stooges cantata da Fiona, e sfiorando l’apice con una dilatata e schizofrenica “You Let My Tyres Down”, in zona Gun Club.

La più weird “Legal Ghost”, unico brano in scaletta appartenente a “Deep States”, è cantata a tre voci da Liddiard, Kitschin e Dunn, e apre al girone finale dedicato alla minacciosa “Rubber Bullies” e alle lunghe cavalcate strumentali dominate dal potente drumming di Hammel e fuzz guitar imbizzarrite di “Two Afternoons” e “Paradise”, che chiudono in bellezza il viaggio nella tempesta psichedelica del divertente progetto di Melbourne. Una performance sudatissima e tirata, (apparentemente) breve ma intensa, di quelle che non deludono mai.




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