Triplo sbarco: 278 migranti approdati tra Roccella e Reggio
La scorsa notte, si è vissuto un triplo sbarco sulle coste reggine sono giunte 278 migranti sono approdati nei porti di Roccella Jonica e Reggio Calabria, soccorsi dalla Guardia Costiera.
ROCCELLA- La scorsa notte, l’oscurità complice si è squarciata per accogliere l’ennesimo arco di migranti sulle coste reggine, un’onda umana di disperazione e coraggio che si è riversata tra i porti di Roccella Jonica e Reggio Calabria. Un’emergenza silenziosa, ma che grida tutta la sua urgenza, affidata alle mani instancabili delle motovedette della Guardia Costiera.
Mentre l’Italia si preparava al risveglio, i motori delle CP 326 e 308 fendevano l’acqua verso il porto di Roccella Jonica. Erano le 4:45 quando la prima imbarcazione ha toccato terra, un guscio fragile che custodiva 75 migranti, tutti uomini, tra cui anime giovanissime, alcuni nemmeno accompagnati. I loro occhi stanchi, le loro voci flebili, raccontavano di fughe disperate da Bangladesh, Pakistan ed Egitto.
Un’ora dopo, alle 5:50, un secondo natante portava con sé 91 persone, tra cui una donna e altri minori soli. Le loro nazionalità, le stesse dei compagni di viaggio, con l’aggiunta del Sudan, a disegnare una mappa del dolore che si estende per migliaia di chilometri. L’ultimo sbarco nel porto di Roccella era stato venerdì 6 giugno 2025 quando i militari in divisa bianca portarono in salvo 130 migranti tra cui molte donne e bambini.
DOPO GLI APPRODI DI ROCCELLA, LO SBARCO A REGGIO CALABRIA CON ALTRE STORIE DI MIGRANTI
E poi, ancora, un’ora dopo, la motovedetta CP 303 giungeva al porto di Reggio Calabria. Il suo carico, 112 migranti, tutti uomini, stremati, silenziosi, ma vivi. Ognuno di loro, un pugno di storie non raccontate, di orrori lasciati alle spalle e di un futuro incerto che inizia proprio qui, sulle nostre spiagge. Questi non sono numeri, né statistiche. Sono vite. Sono esseri umani che hanno sfidato la morte, che hanno attraversato l’inferno per raggiungere una terra che, forse, promette la dignità che è stata loro negata.
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