Friuli Venezia Giulia

Trieste universitaria affitti e le sfide per gli studenti

15.11.2025 – 17.30 – Il fascino della Trieste universitaria è indiscusso. Studentesse e studenti da tutta Italia e dall’estero ne sono attratti ormai da anni, sia per le numerose offerte formative che per la sua frizzante vita notturna, multiculturale e, ancora, in una fase sociale di interessante fermento e sviluppo. Tutto questo però non sormonta una difficoltà sempre più complicata: quella di trovare una stanza. Perché una casa è già chiedere troppo. I prezzi degli affitti, tipicamente alti, continuano a salire a soglie vertiginose, rendendo limpresa dei giovani fuori sede una sfida in corsa contro il tempo. Le cause principali vanno ricercate all’interno dei cambiamenti di mercato. Assieme ad esso, i canoni hanno avuto anch’essi una crescita costante, e alcuni quartieri centrali, come Cavana o San Giusto, hanno registrato gli aumenti più lampanti.

La situazione è critica soprattutto attorno all’inizio degli anni accademici, quando la domanda degli studenti nazionali ed internazionali esplode assieme alle soluzioni più accessibili. Tendono infatti a sparire quasi tutte entro pochi giorni. Le ragioni sono semplici: molti cercano un posto, poche sono le offerte e i prezzi ragionevoli per una fascia di popolazione che, generalmente, non ha neppure un’effettiva indipendenza economica. Tra appartamenti privati sempre più cari, stanze singole che sfiorano cifre da monolocale e residenze universitarie che non bastano a coprire la richiesta, gli studenti devono arrangiarsi come possono.

Fortunatamente gli ultimi tempi hanno visto il fiorire di proposte innovative, come la coabitazione organizzata decisa tra le varie piattaforme digitali. Ma il problema resta. Si potrebbe anzi dire che se ne aggiunga uno nuovo: quello della mancanza di uno spazio personale adatto allo studio e alla privacy. Pur di non pesare sul proprio budget gli studenti sono disposti a rinunciarvi, perché nulla infici negativamente sul loro percorso universitario.

Questo è il peso del caro-affitti sulle spalle dei giovani. Trieste, per le classifiche, risulta addirittura tra le città italiane dalla condizione più rosea. Il caro-affitti costringe a rinunce, a conti di fine mese continui e angosciosi per singoli e famiglie, fino a scoraggiare del tutto i trasferimenti.

Il proposito di una “città per studenti” per definizione, come lo sono storicamente Bologna o Padova, al momento per Trieste vacilla. Potrà continuare a considerarsi un saldo polo culturale, sì. Ma con un rischio chiaro: quello di non riuscire più ad arricchire la sua identità sociale con nuove voci e nuovi volti. L’inflazione degli affitti, l’incontro sbilanciato tra domanda e offerta d’immobili, si estende dagli studenti ai lavoratori, fino a riguardare le famiglie e l’intera comunità. 

Per invertire l’effetto domino di questa tendenza serviranno nuovi alloggi e un mercato immobiliare più equilibrato. Una soluzione concreta ed economicamente efficace la propone da tempo l’Europa: quella di creare un fondo comunale – universitario. Il modello è già stato adottato con successo in varie città dell’Unione. Consiste nell’affitto o nell’acquisto da parte del Comune e dell’Università di appartamenti sfitti, poi ristrutturati e adeguati tramite bandi e fondi. Li si mette poi a disposizione degli studenti a prezzi calmierati, quindi più bassi del mercato, stabilizzando i picchi di domanda e aumentando l’offerta reale. 

L‘emergenza, in un futuro non troppo lontano, rischia di diventare strutturale e sistemica. Tocca a noi, adesso, salvare la grande risorsa che è il dinamismo culturale per la nostra città, con criterio e obbiettivi mirati. 

[e.c.]




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