Tribunale dei minori, mancano i giudici: sospesi i processi
ANCONA Piove sul bagnato per il Tribunale dei Minorenni delle Marche. Dopo la così tanto criticata (per le modalità fast in cui è avvenuta) riapertura del Centro di prima accoglienza che ospita i baby arrestati in arrivo anche dall’Emilia Romagna, ecco un altro macigno: non ci sono i magistrati. O meglio, ne mancano tre su cinque. L’organico giudicante è talmente ridotto all’osso che dallo scorso lunedì sono state sospesi i dibattimenti del penale.
L’ordine di servizio
Si fanno solo i processi più urgenti e non rinviabili, con imputati gravati da misure cautelari. Per intenderci, ragazzi ai domiciliari o ristretti negli istituti penitenziari. Per tutti gli altri, i processi sono stati messi in stand-by. Una decisione quella presa dal presidente del tribunale, Sergio Cutrona, dopo un riunione con gli addetti ai lavori, che nella totale emergenza punta a salvaguardare almeno lo zoccolo duro dei fascicoli, rappresentati dalle urgenze dettate dal civile: la gestione di minori stranieri non accompagnati e la tutela di quei ragazzi che vengono da gestioni familiari disastrate. Due esempi su tutti. La nuova organizzazione del tribunale è contenuta in un ordine di servizio firmato da Cutrona e diramato nei giorni scorsi a tutto il mondo della giustizia minorile, nonché al Consiglio Superiore della Magistratura, il solo organo deputato a rimpolpare la schiera dei togati. La situazione: ad oggi i giudici sono due, più lo stesso presidente. La pianta organica ne contava cinque. Tre giudici, assenti giustificati, non sono al momento in servizio per motivi differenti, tra maternità, malattie e permessi. Di qui, una carenza che raggiunge il 60% e la necessità di rimodulare gli uffici «al fine di garantire la sopravvivenza del tribunale fino all’arrivo in qualsivoglia modo di un altro giudice» si legge nell’ordine di servizio. Per cui «appare indispensabile adottare delle misure emergenziali, per ridistribuire le sostituzioni e sospendere le attività giurisdizionali non differibili». Tra le direttive, la decisione di dare la precedenza al civile, mettendo in pausa parte del penale. Stando ai dati forniti nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, tra il 2023 e il 2024 la procura minorile aveva iscritti 1.685 procedimenti penali. E al 30 giugno del 2024 erano 3.894 i fascicoli civili pendenti.
Le criticità
Lo scenario della carenza di personale (che riguarda anche il comparto amministrativo) era già critico negli anni scorsi, ma recentemente ha assunto una portata rilevante, soprattutto se si considera che quello di Ancona è l’unico tribunale del distretto che gestisce gli affari per gli under 18. Tra gli inquirenti ci sono solo due magistrati: la procuratrice e il sostituto. Da lunedì, tra l’altro, è stato riattivato anche il Cpa, il centro di prima accoglienza per chi viene arrestato o sottoposto a fermo. In attesa dell’udienza di convalida, viene portato nella struttura di via Matteotti, pieno centro storico di Ancona. Il centro era stato chiuso nel gennaio del 2024 per problemi di sicurezza, emersi dopo che un ragazzino aveva dato fuoco ai locali.
La riattivazione
Il centro è stato riattivato in tutta fretta dal Ministero (con un mesetto di preavviso) per ospitare non solo i baby detenuti delle Marche, ma anche quelli dell’Emilia Romagna, considerando che il Cpa di Bologna ha chiuso per lavori urgenti di ristrutturazione. Una riapertura criticata, tra gli altri, dal procuratore generale Roberto Rossi e dalla procuratrice minorile Cristina Tedeschini per la macchina organizzativa da mettere in piedi e l’aumento dei flussi. Basta guardare ai numeri: nel 2024 sono stati 4 i minorenni di competenza della procura dorica che sono stati trattati dal Cpa bolognese. L’Emilia Romagna ne ha presi in carico 139. Che vuol dire? Tanto lavoro in più.