Trasimeno, via all’analisi delle acque di Montedoglio. E arriva la “quarta isola” contro i moscerini
di Daniele Bovi
L’acqua dell’invaso di Montedoglio può essere o no utilizzata per migliorare le condizioni del lago Trasimeno? La risposta dovranno darla gli esperti dell’Università di Perugia attraverso uno studio che avrà al centro non solo il campionamento delle acque di Montedoglio, ma anche le «prime ipotesi e verifiche ai fini di un’eventuale adduzione delle stesse per contribuire all’innalzamento del livello idrometrico del lago». Il tutto sarà fatto attraverso un accordo di collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’ateneo, per il quale mercoledì è arrivato l’ok alla sottoscrizione da parte della Regione.
Una lunga storia La questione è nota da molto tempo. Da più di 20 anni esiste un protocollo d’intesa sottoscritto da Umbria e Toscana per il riparto e la gestione delle acque di Montedoglio; documento che prevede anche la possibilità di utilizzarne le acque a favore del lago, ma solo «previa verifica dell’idoneità qualitativa delle acque sfioranti». In ipotesi si prevede un “travaso” di 10-15 milioni di metri cubi all’anno, con due distinti scenari che prevedono anche due diverse condizioni chimico-fisiche: il primo prevede l’arrivo dei rinforzi nei periodi di forti piogge su Montedoglio; il secondo tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Il dato certo è che il lago si trova per l’ennesima volta in enorme sofferenza (-150 centimetri con una previsione di -170 a settembre), e che tenendo conto della portata delle attuali tubazioni per l’operazione servirebbero circa cento giorni all’anno.
Otto mesi Uno scenario complesso e che comunque non potrà prescindere dalla definizione dei fabbisogni e delle disponibilità di Montedoglio, nonché dalla conoscenza delle caratteristiche, delle capacità e dei vincoli tecnici. Nel frattempo l’Università si metterà al lavoro per studiare a fondo le caratteristiche delle acque di Montedoglio. Al termine del lavoro, arriverà una relazione con tutti i risultati e le valutazioni sui possibili impatti dell’adduzione. A disposizione dell’Università la Regione metterà a disposizione 20 mila euro e l’accordo avrà una durata di otto mesi. Insomma, all’inizio della primavera sono attese delle risposte chiare a proposito di una vicenda che si trascina ormai da lunghissimo tempo.
La “quarta isola” Di sicuro tra i problemi del lago non c’è solo quello che riguarda il possibile aiuto proveniente da Montedoglio. Nel lungo elenco è compreso anche quello dei chironomidi, meglio noti come i fastidiosi moscerini che sciamano lungo le coste – e non solo – del Trasimeno. E così oltre ai trattamenti con larvicida e alle lampade Tofolamp mercoledì è stata posata in acqua a Castiglione quella che qualcuno ha già ribattezzato “la quarta isola”. Finito l’assemblaggio a terra la zattera galleggiante, chiamata «IsolaB», è stata posata sulle acque del lago e nei prossimi giorni, dopo alcune rifiniture, entrerà in servizio al centro del lago con l’obiettivo di catturare moscerini. La zattera da 64 metri quadrati è dotata di trappole ed è finanziata con fondi Pnrr.
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