Umbria

Trapianti, Perugia nona in Italia per donazioni: ma ancora 4 su 10 dicono no


Sono ancora 4 cittadini su 6 quelli che dicono no alla donazione degli organi in occasione del rinnovo dei propri documenti di identità. Un numero che tra l’altro segna anche un aumento rispetto all’anno precedente del +3,4%, nonostante mai come nell’ultimo anno, si sono compiuti così Tati trapianti in Italia che hanno ridato la vita a persone che altrimenti non avrebbero avuto speranza di sopravvivere a lungo e che magari già da molto tempo erano in lista d’attesa. Se a questi si sommano le opposizioni registrate nelle rianimazioni che sono pari al 30% e anche gli astenuti che continuano a essere 680 mila in tutta Italia, che al momento del consenso non autorizzano, ci si rende conto di quanto ancora è importante compiere sulla strada della sensibilizzazione e della generosità.

COME ESPRIMERE IL CONSENSO

E’ Spello il comune più generoso dell’Umbria per la donazione degli organi. Il report è stato diffuso dal Cnt in vista della Giornata nazionale della donazione degli organi che si celebra l’11 aprile: gli indicatori presi in considerazione sono la percentuale dei consensi, quella delle astensioni e il numero dei documenti emessi in occasione del rinnovo dei documenti di identità.

Per il 2024 è Spello il comune della provincia di Perugia che ha ottenuto la prima posizione regionale grazie una percentuale di consensi dell’83,5%: 496 sì su 594 dichiarazioni registrate, 98 i no mentre gli astenuti sono stati il 29,1%. Seguono Allerona e Monte Castello di Vibio. Tra le città con più di 100 mila abitanti a livello nazionale nono posto per Perugia con i consensi al 73,8%.

Complessivamente l’Umbria lo scorso anno ha raccolto tra i propri cittadini circa 49 mila dichiarazioni di volontà alla donazione degli organi: 67,5% sì, 32,5% no, 44,8% astenuti, al settimo posto in Italia per percentuale di consensi. La media nazionale nel 2024 si è attestata a quota 63,7% sì, 36,3% no e 42,2% astenuti.

Il report periodico del Centro nazionale trapianti certifica dunque che nel primo trimestre 2025, 570mila persone hanno dato il proprio consenso al prelievo degli organi dopo la morte (60,3%) mentre in 380mila hanno scelto di opporsi (39,7%). I cittadini che si sono astenuti, invece, sono stati 680mila, il 41,6% di quanti hanno rinnovato il documento nei primi 90 giorni dell’anno.
Complessivamente in questo momento nel Sistema informativo trapianti sono depositati 22,3 milioni di dichiarazioni: 15,5 milioni di consensi e 6,8 milioni di opposizioni. Dal 1 gennaio al 31 marzo di quest’anno i “no” alla donazione sono saliti del +3,4% rispetto al 2024 mentre le astensioni sono diminuite dello 0,6%.
I più propensi davanti all’ipotesi di donare gli organi dopo la morte sono i 40-50enni, tra i quali si registra quest’anno il 68,6% di consensi e il 31,4% di opposizioni. I più dubbiosi sono soprattutto gli over 60 (48,4% di “no”, erano il 45,5% nel 2024), ma anche i 18-30enni, tra i quali le opposizioni sono passate dal 33,6% del 2024 al 37,9% del primo trimestre 2025.

«Negli ospedali del nostro Paese non sono mai stati realizzati tanti trapianti e prelievi di organi come nell’ultimo anno, grazie alla generosità dei tanti donatori, mentre nei Comuni non accennano a diminuire i nostri concittadini che scelgono di dire “no” alla donazione – dichiara il direttore del Centro nazionale trapianti Giuseppe Feltrin – . Da un lato, la nostra rete trapiantologica migliora dal punto di vista clinico-scientifico e sotto il profilo organizzativo, ed è in grado di individuare un numero crescente di donatori potenziali, anche grazie alla donazione a cuore fermo. D’altro canto, però, soprattutto in alcune fasce d’età, tante persone faticano a dichiarare la propria volontà di donare mentre rinnovano il documento e finiscono per registrare un “no” che, pur revocabile, potrebbe in futuro rischiare di condizionare in negativo la nostra capacità di trovare organi compatibili per i tantissimi pazienti in attesa di trapianto. Un dato sul quale dobbiamo lavorare è quello dei perplessi, persone alle quali probabilmente non è arrivato correttamente il mesaggio sul valore del dono. E sarà questo uno dei nostri impegni».

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