Tragedia in un cantiere dell’A2 del Mediterraneo, morto un operaio
Tragedia sulla A2 Autostrada del Mediterraneo, nel Cosentino, dove oggi è morto un operaio intento a lavorare sull’arteria autostradale. A denunciare l’accaduto Simone Celebre, Segretario Generale Filla Cgil Calabria. «La strage sui posti di lavoro continua in modo inaccettabile. Ancora una volta, si piange la perdita di un padre di famiglia, vittima di un incidente mortale mentre svolgeva il proprio lavoro. È insopportabile dover assistere al sangue innocente versato sui luoghi di lavoro, e il nostro dolore si trasforma in rabbia e richiesta di giustizia. Oggi, al km 266 dell’Autostrada del Mediterraneo, tra gli svincoli di Cosenza e Altilia, è morto Salvatore Cugnetto, 55 anni, di Lamezia, un lavoratore impegnato nell’attività di idrodemolizione. Le prime notizie indicano che una lancia si è liberata durante le operazioni, colpendolo in pieno torace. Nonostante l’intervento tempestivo dei sanitari, non è stato possibile salvarlo».
Sulla morte di Cugnetto è intervenuto anche il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il quale ha espresso “il cordoglio della Giunta della Regione Calabria e la più sentita vicinanza ai familiari e ai colleghi dell’operaio tragicamente deceduto oggi mentre era al lavoro sull’autostrada, tra gli svincoli di Altilia e Rogliano. Questa ennesima tragedia ripropone in modo drammatico il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il mio governo regionale sta affrontando questa emergenza con urgenza e con il massimo senso di responsabilità, lavorando in sinergia con i sindacati e con le organizzazioni datoriali. L’obiettivo è chiaro: rafforzare la prevenzione, aumentare i controlli e garantire condizioni di lavoro sicure per tutti. Non si può e non si deve morire di lavoro. È inaccettabile e indegno di un Paese civile».
IL CORDOGLIO DEI SINDACATI PER LA MORTE DI CUGNOTTA
A Salvatore e alla sua famiglia esprimiamo il nostro più profondo cordoglio e vicinanza. Questa ennesima tragedia – precisa il sindacalista – conferma che il settore dell’edilizia resta il più esposto agli incidenti mortali. La nostra condanna è ferma: nessun lavoratore dovrebbe perdere la vita per il proprio lavoro, nessun figlio dovrebbe piangere il proprio padre per motivi che si possono e si devono prevenire. La responsabilità di questa strage ricade su tutti: imprese, istituzioni e politica. È ora di agire con decisione, di investire realmente in sicurezza, di rafforzare la formazione e di garantire controlli rigorosi. Non possiamo più tollerare che silenzi, ricatti e la paura di perdere il posto di lavoro compromettano la vita di chi lavora. Nell’auspicare che sia fatta piena luce su quest’ennesima morte innocente, chiediamo l’istituzione, a livello nazionale, di una procura dedicata esclusivamente agli infortuni mortali sul lavoro, affinché ci sia piena luce su ogni tragedia e si faccia giustizia. La Fillea CGIL non si fermerà finché questa strage non si fermerà. La sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere una priorità inalienabile di tutte le istituzioni e di tutte le parti sociali. La vita di un lavoratore vale più di ogni profitto”.
Con profondo dolore apprendiamo la notizia della morte di Salvatore Cugnetto, lavoratore impiegato in attività di idrodemolizione sul Viadotto Friddizza, lungo il tratto cosentino dell’A2. È questa un’altra morte sul lavoro nel nostro territorio, l’ennesima, a conferma che stiamo vivendo una vera emergenza alla quale tutti, non solo i sindacati, ma anche la politica, le istituzioni, le autorità pubbliche devono dedicare più attenzione. Siamo stanchi di piangere e contare i morti. Forse c’è chi non si è accorto della gravità di quanto sta accadendo, che questa è un’emergenza ben più grave delle tante a cui ogni giorno vengono dedicati sforzi, polemiche e risorse.
Nessun obiettivo produttivo, nessuna urgenza operativa, nessun risultato aziendale può mai giustificare il venir meno del principio supremo della tutela della salute e della sicurezza.
L’evento odierno rappresenta, per tutti noi, non solo un momento di dolore, ma anche un richiamo: un richiamo alla vigilanza, alla prevenzione, all’impegno quotidiano per un ambiente di lavoro sicuro.
Sono già state avviate tutte le verifiche interne del caso, in collaborazione con gli organi preposti, al fine di accertare con rigore e trasparenza ogni dinamica dell’accaduto.
La sicurezza non è un’opzione. La sicurezza è un dovere. È un valore che riguarda tutti!!
Non possiamo più accettare un sistema ispettivo ridotto all’osso, in cui gli stessi ispettori devono controllare una fonderia e un’azienda agricola senza le competenze necessarie. Non si può vigilare sulla sicurezza senza specialisti nei settori più a rischio. Gli organi ispettivi vanno potenziati e specializzati. Punto!
Troppi lavoratori muoiono perché non hanno ricevuto una formazione adeguata o perché le certificazioni sono falsificate. E per evitare ciò chiediamo un portale regionale digitale che renda tracciabile ogni attestato di formazione. Basta con i fogli di carta che non valgono nulla.
Le aziende devono essere obbligate a usare tecnologie di sicurezza avanzate. Non è accettabile che, nel 2025, si muoia ancora schiacciati da macchine di movimento terra o per mancanza di dispositivi di arresto automatico. La Calabria non può più essere la terra dove il lavoro uccide. Ogni morte sul lavoro è una ferita che non si rimargina. Non vogliamo più piangere operai, madri, padri, giovani che escono di casa per guadagnarsi il pane e non tornano mai più.
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