Friuli Venezia Giulia

Traffico crocieristico Trieste e turismo sostenibile

19.11.2025 – 17.30 – Il traffico crocieristico nel Mediterraneo sta vivendo una ripresa significativa: Trieste, con la sua posizione strategica, ne risente enormemente, affermandosi come una delle mete turistiche più interessanti per le grandi navi. Compagnie come la MSC Crociere e Costa Crociere, con itinerari che comprendono destinazioni idilliache come la Croazia, la Grecia e la Turchia, offrono partenze e arrivi per tutto il corso dell’anno, includendo, tra le rotte di maggiore tendenza, scali a Spalato, visite a Dubrovnik, Corfù e altre destinazioni costiere. 

Tutto questo fermento turistico regala un notevole sviluppo economico e, in parte, culturale, per la città e i suoi abitanti. Trieste, come territorio geograficamente periferico per l’Italia Settentrionale,  può finalmente godere di una maggiore visibilità, svelare le sue meraviglie patrimoniali oltre alla memoria storica a cui è notamente legata. 

Ogni approdo, quindi, anima il centro: i servizi turistici aumentano, i bar si riempiono, il commercio sorride a trentadue denti. I benefici sono tanti e per tutta la città. Una catena perfetta di fortuna e benessere, almeno all’apparenza e sulla carta. Ma dietro l’enfasi generale trapela sempre più la fragilità di un sistema che regge fino a quando reggeranno i flussi. La loro gestione è raccontata con orgoglio, di piani, di strategie e potenziamenti. Dal punto di vista del mercato sembra che sia la dimensione perfetta per la città, ma è un ruolo che, inevitabilmente, stride con i suoi ritmi naturali, complessi, stratificati, fatti di giornate lente e un generale modus vivendi più riflessivo e profondo che accellerato. 

Inoltre, il traffico marittimo contribuisce all’inquinamento dell’aria e dell’acqua nel Mar Adriatico, con effetti negativi sulla salute pubblica e sulla biodiversità marina. Le nostre coste, naturalmente attraversate da poche correnti, rischiano così di andare incontro ad un congestionamento di scorie pericoloso a lungo andare.

Ci si aspetta che il futuro di questo settore, di cui sono innegabili i benefici tangibili, possa essere comunque roseo. Che Trieste possa crescere ancora, affermarsi come polo e, perché no, una capitale dell’Adriatico. Ma è fondamentale che l’ottimismo non si privi di una certa accortezza. Che si trovi una via sostenibile di gestione dei flussi, che pensi innanzitutto al benessere della natura e degli abitanti e non solo all’accumulo di profitto. Sarà soltanto così che Trieste potrà dire davvero di guardare avanti, volgendo il suo sguardo verso il suo orizzonte mozzafiato, creando un futuro proporzionato alla felicità di davvero tutti. 

[e.c.]




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