Piemonte

Tra storia e biodiversità al Castello della Manta


Dal 1985, grazie alla generosa donazione dell’ultima proprietaria, la contessa Elisabetta De Rege Provana, il Castello della Manta di Saluzzo è entrato a far parte dei beni del Fondo per l’Ambiente Italiano (FAI). Oltre a custodire magnifici affreschi tardogotici che raccontano storie di un tempo lontano, il Castello della Manta ha abbracciato di recente una missione più ampia: sensibilizzare i visitatori sull’importanza della biodiversità che caratterizza il territorio circostante.

Vie di Natura e Cultura: un programma ricco di scoperte

Chi visita il Castello può immergersi in un programma di attività escursionistiche dal forte valore didattico che si sviluppa lungo tutta la stagione di apertura al pubblico dell’edificio. Le “Vie di Natura e Cultura“, questo il titolo delle iniziative in questione, sono trekking collinari guidati che, partendo dal castello, conducono i visitatori nei dintorni e permettono di esplorare un territorio ricco di storia e bellezze naturali, fino a raggiungere in alcune occasioni altri beni culturali del territorio circostante, come la Castiglia di Saluzzo o il castello di Verzuolo.

Tra le proposte più affascinanti di questo programma spiccano le “Camminate nella biodiversità” previste nelle domeniche 18 e 25 maggio: non a caso a ridosso della Giornata mondiale della biodiversità, istituita nel 2000 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per ricordare l’adozione della Convenzione sulla Diversità Biologica e che si celebra il 22 maggio. Queste passeggiate, condotte dai guardiaparco del Parco del Monviso, rappresentano un’occasione preziosa per scoprire le peculiarità di fauna e soprattutto flora della collina che abbraccia il Castello della Manta, un modo per sottolineare l’importante ruolo della divulgazione e della sensibilizzazione su tematiche legate alla conservazione di varietà di ecosistemi e specie sul nostro pianeta.

Un’esperienza che unisce cultura e natura

Il percorso proposto è un viaggio all’aperto di circa 50 minuti che si snoda nel parco del castello e nelle sue immediate vicinanze, subito dopo la visita guidata degli interni del maniero. Un’esperienza completa che permette di passare dalle monumentali cucine cinquecentesche alla Sala baronale con i dipinti dei nove prodi e delle nove eroine e del mito della fontana della giovinezza, per poi immergersi nella natura circostante.

Durante la passeggiata, i guardiaparco metteranno in evidenza le profonde differenze che esistono tra un ambiente naturale e un giardino plasmato dall’intervento umano. In particolare, faranno ammirare la maestosa quercia e i diversi esemplari di carpino presenti, essenze che sono tipiche del bosco originario un tempo esteso su gran parte della Pianura Padana. Grazie alla posizione privilegiata del Castello, che consente di godere di un ampio sguardo sul paesaggio collinare e sulla pianura sottostante, verrà proposta anche una riflessione su come l’uomo abbia modellato, purtroppo non sempre in meglio, il territorio.

Tesori botanici e specie invasive: una lezione sulla biodiversità

Il parco del Castello custodisce autentici tesori botanici: due imponenti cedri, un abete rosso, una magnolia e varie piante del sottobosco, tra cui l’agrifoglio, considerato magico e portafortuna fin dall’antichità, ben prima che la tradizione cristiana lo associasse al Natale.

Non tutte le presenze vegetali, però, raccontano storie positive. I guardiaparco faranno riflettere anche sulla presenza e la diffusione, nelle vicinanze del Castello, di specie esotiche oggi considerate invasive, come il ciliegio tardivo (Prunus serotina) e la palma cinese o di Fortune (Trachycarpus fortunei). Introdotte in passato per abbellire i giardini, queste piante hanno dimostrato straordinarie capacità riproduttive, colonizzando spazi sempre più ampi a discapito delle specie autoctone. Importata in Europa dall’Asia nel 1844, dove ha prosperato per la sua resistenza alle basse temperature – una caratteristica che l’ha resa un “classico” dei giardini esotici –, la palma di Fortune può occupare nicchie ecologiche importanti nel sottobosco a discapito di altre specie autoctone, mentre il ciliegio tardivo, originario del Nord e Centro America, può addirittura modificare le comunità vegetali locali rilasciando nel terreno sostanze che inibiscono la crescita di altre piante. Per queste caratteristiche, entrambe le specie sono oggi inserite nella lista nera delle piante invasive e vietate nelle aree naturali protette e nei siti della rete ecologica europea Natura 2000.

Un programma nel programma

Nelle due giornate, il parco del Castello di Manta vedrà la presenza di altre attività: in particolare, verrà proposto un percorso esperienziale sul miele che unisce conoscenza, gioco e gusto in un viaggio alla scoperta dell’evoluzione dell’apicoltura, dall’Ottocento a oggi, attraverso l’esposizione di antichi bugni villici e moderne arnie che culminerà con l’osservazione diretta di un favo, grazie a un’arnia didattica: un’occasione unica per vedere l’ape regina e le sue operaie in azione.

Per amanti della natura, della storia o semplicemente per chi è alla ricerca di un’esperienza che nutra anima e mente, il Castello della Manta e i suoi percorsi naturalistici rappresentano davvero una destinazione allettante: per saperne di più sul programma, sugli orari e sulle condizioni di partecipazione è possibile consultare il sito del FAI (https://fondoambiente.it/eventi/camminate-nella-biodiversita-al-castello-della-manta)

Una collaborazione per il territorio

Le Camminate nella biodiversità si inseriscono nel quadro di un importante protocollo d’intesa sottoscritto nel 2021 tra il Parco del Monviso e il FAI, volto a sviluppare attività congiunte sui temi dell’ambiente, del paesaggio e della valorizzazione turistico-culturale del territorio. La collaborazione si concentra sulla presenza del Castello della Manta all’interno della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso, riconosciuta dall’UNESCO nell’ambito del programma “Man and Biosphere”.

Il lavoro comune si sviluppa in quattro direzioni principali: promuovere iniziative didattiche per sensibilizzare le nuove generazioni sulla tutela del patrimonio ambientale e monumentale, favorire la fruizione dei sentieri del Parco del Monviso e i collegamenti con il Castello, valorizzare l’attività del Parco con incontri pubblici e seminari scientifici presso il Castello e sviluppare progetti condivisi su sostenibilità ambientale e promozione del patrimonio naturalistico e culturale.

 

Per approfondimenti:

Calendario attività Parco del Monviso


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