Piemonte

tra le accuse corruzione e falsità

TORINO – Tutto è partito nel 2020, durante la pandemia, quando un contratto di fornitura di mascherine per 87 mila pezzi risultava incongruente con la necessità dell’Arma di 40 mila dispositivi di protezione personale.

Così gli inquirenti hanno indagato e scoperto legami tra Wang Qiang, un commerciante cinese di Torino e l’allora vertice del nucleo dell’ispettorato del lavoro di Torino dei carabinieri, il maresciallo Maurizio Trentadue e il suo vice Clemente Castaldo. Altri cinque sono imputati nel processo che oggi, venerdì 20 giugno, in corte d’Appello a Torino, ha confermato le condanne, con lieve riduzione delle pene: per Wang si passa da sei anni a quattro anni e mezzo di reclusione, mentre per Trentadue e Castaldo sono due gli anni di carcere inflitti a ciascuno.

Le accuse sono di corruzione aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, accesso abusivo al sistema informatico e omissione di atti d’ufficio. Infatti, secondo la pm Fabiola D’Errico i carabinieri avrebbero evitato controlli nei negozi di Wang e intensificato quelli nei negozi dei concorrenti. Scavando nella vita di Wang si è scoperto un altro filone d’inchiesta che riguarda funzionari pubblici per agevolazioni sulle concessioni edilizie e urbanistiche, a loro volta condannati.

 

 

 

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