tra ingegneria, procioni e risate a crepapelle
Dall’ingegneria al palco, passando per il marketing e i social media: il percorso di Giorgia Fumo è un viaggio ricco di sfaccettature. Stasera sarà in scena al Giovanni da Udine con “Vita Bassa”. Un’occasione per conoscere meglio un’artista che ha saputo conquistare il pubblico con la sua comicità irriverente.
Quando sali sul palco sei tu o sei un personaggio?
“Quando salgo sul palco, sono assolutamente me stessa. Nella stand-up comedy, portiamo la nostra essenza, senza filtri”.
La scintilla comica: è un desiderio che diventa realtà?
“Ho sempre sognato di fare la comica, fin da bambina, ma non avevo mai avuto l’opportunità di esibirmi a teatro fino ai 24 anni. Dopo le prime esperienze nei locali, ho capito che poteva diventare la mia professione”.
Dall’ingegneria al marketing, fino alla comicità: raccontaci il tuo percorso
“Mi sono laureata in Ingegneria, specializzandomi in logistica e produzione industriale. Il mio primo tirocinio è stato in un cantiere navale. Il marketing è arrivato per caso: un’agenzia cercava qualcuno per creare modelli matematici per l’analisi dei dati, e io volevo fare la tesi in matematica. Così sono stata assunta. Dopo tredici anni, sono diventata consulente, e sono stata tra le prime a creare modelli per analizzare i risultati degli influencer. Contemporaneamente, ho iniziato a fare improvvisazione teatrale e stand-up comedy. Italia’s Got Talent e Stand Up Comedy su Comedy Central sono stati i miei trampolini di lancio, insieme ai Funny Women Awards. Poi sono arrivati il laboratorio Zelig, i programmi TV, Sanremo e il Premio Satira Forte dei Marmi. E il mio libro, Ingegneria della Vita Adulta”.
Social media: un’origine o una vetrina?
“Il pubblico tende ad associare un artista al mezzo in cui lo vede per la prima volta. Ma i social sono solo una cassa di risonanza per il mio lavoro, e un modo per divertirmi. Il pubblico dei social è molto recettivo e attento, e sono fiera di portare a teatro persone che non ci andrebbero altrimenti”.
Procioni e scolopendre: qual è il tuo immaginario comico?
“Tutto è iniziato con una mia parodia delle influencer che chiamano la loro community con nomi stupidi. Volevo un animale bruttissimo per garantirmi l’effetto comico. Quindi scelsi la scolopendra, e l’influencer chiama i suoi follower ‘scolopendrini e scolopendrine’. Alla fine la gente si è affezionata a questo nome ed è rimasto. Il mondo della Moglie Procione invece lo spiego bene nel libro nella parte sulle relazioni. Non voglio dare spoiler, ma se siete delle mogli o compagne che potrebbero cenare con i cereali sul divano ma avete sposato un precisino potreste essere delle Mogli Procione”.
Cosa ti fa ridere?
“Adoro i meme stupidi, tipo quelli dei dinosauri senza mento, e la comicità alla SNL. Amo guardare special di stand up comedy, amo i fumetti di Zerocalcare e Leo Ortolani, le canzoni di Elio e Le Storie Tese, le serie TV come The Office e What We Do In The Shadows o Modern Family e Brooklyn 99”.
Hai qualche aneddoto particolare del tuo tour?
“Per ben tre volte delle ragazze hanno partorito il giorno dopo lo show perché le risate avevano stimolato il parto, e per due volte ho avuto persone che erano convinte di stare andando a vedere il concerto di Giorgia”.
Cosa aspettarsi dallo spettacolo di stasera?
“Una folla di pazze con magliette con i procioni disegnati sopra che urlano quando si riconoscono nelle mie descrizioni e una altrettanto nutrita folla di persone che non mi conoscono e si domandano cosa stia succedendo e perché ci sia gente con procioni di peluche”.
Prima volta a Udine?
“Sì, non so nulla di Udine, ma spero di costruirmi un bel ricordo!”.
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