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Tour de France, nel tappone pirenaico vince Arensman. Wingegaard stuzzicama Pogacar comanda


Ma era solo un illusione: perchè appena il danese ha dato gas, il gattone sloveno gli si è subito incollato alla schiena. Come a dire: dove vai bello? Oggi non è giornata da far sfracelli. Gli sfracelli li ho già fatti nei giorni scorsi: io preferirei tirare il fiato, ma se mi provochi, io t’azzanno come Alberto Sordi nell’indimenticabile scena degli spaghetti di “Un americano a Roma”.

E infatti così è andata. Pogacar dopo aver traccheggiato, a poche centinai di metri dal traguardo ha innestato il suo personalissimo turbo e tanti saluti a tutti. In sostanza lo sloveno, precedendo il danese di pochi metri, si è assicurato altri 6 secondi da investire nel suo cospicuo fondo della classifica generale.

Classifica che lo vede in vetta con 4 minuti e 13” di vantaggio su Vingegaard. Terzo, a quasi 8 minuti, Florian Lipowitz, il tedesco rampante che, approfittando del ritiro di Remco Evenepoel, salta una posizione consolidando quello che è il suo obiettivo: un posto sul podio.

Il ragazzo della Red Bull-Bora sta crescendo. Dietro, a 9 minuti e 18”, lo scozzese Oscar Onley, 22enne dal cuore impavido che non teme di entrare nella mischia.

Una parola anche per l’inossidabile Primoz Roglic, sesto a oltre dieci minuti. Grande cronoman sul viale del tramonto, non dovendo più misurarsi con i due mostri sacri del Tour, si guadagna la pagnotta galleggiando comunque tra i migliori in attesa che il suo delfino, Florian Lipowitz nella Red Bull, sbocci definitivamente. Si vedrà, comunque tanto di cappello anche a Roglic.


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