Sport

Tour de France, arriva la super tappa dei Pirenei: quando, dove seguirla e perché è leggendaria


In luglio, quando passa il Tour, c’è un sole accecante, pochi alberi e una calura che non dà scampo. Un senso di vuoto improvviso che sconfina con il cielo luminosissimo. Guardarlo di notte, nell’immensa notte stellata, non sporcato da luci innaturali, dà una vertigine senza uguali. Anche la presenza della Spagna, appena al di là della frontiera, con la sua cucina e le sue abitudini, è molto sentita. Come il mare quando sai che c’è ma non lo puoi vedere.

L’intreccio col Tour è fortissimo. Perchè i Pirenei, per la Grande Boucle, sono anima e identità assieme. Non a caso il presidente Francois Macron in maniche di camicia arrotolate questo giovedì ha portato il suo saluto nella tappa di Hautacam, quella dominata da Pogacar.

Il Tour è nato nel 1903. E già 7 anni dopo – nel 1910 – passò per la prima volta da queste montagne che si estendono per circa 400 chilometri. A molti corridori, anche nel Dopoguerra, i Pirenei non sono mai piaciuti. Charly Gaul, scalatore che non ha bisogno di presentazioni, chiamava i Pirenei “luoghi infami con strade di merda”. Un elegante francesismo che però rende bene l’idea del carattere, così era soprannominato, dell’Angelo della montagna

Non si contano i grandi campioni che hanno scritto il mito dei Pirenei, a cominciare da Ottavio Bottecchia, il primo vincitore italiano del Tour (nel 1924 e 1925). Gino Bartali nel 1948 vinse a Lourdes e poi trionfò a Parigi. Ill grande Fausto Coppi alzò le braccia a Pau nel 1952 (era l’anno della seconda doppietta col Giro). l’incontenibile Eddy Merckx dominò nel 1969 con una fuga memorabile che fece da viatico al primo dei suoi cinque successi. L’ultimo italiano a conquistare una tappa pirenaica del Tour è stato Nibali, primo in maglia gialla ad Hautacam nella mai dimenticata edizione del 2014, che Vincenzo dominò.

Ma è inutile girarci attorno. Il centro pulsante di questa tappa, è il magico Tourmalet, con i suoi 2015 metri d’altezza. Qui si può trovare una stele che ricorda Jacques Goddet. lo storico direttore del Tour. Se potesse parlare, il Tourmalet avrebbe tante storie da raccontare. Una di queste è riassunta da un grido disperato: «Assassini!». «Assassini». Fu di Octave Lapize, che vinse, stremato, le due prime tappe pirenaiche della storia. Il 21 luglio scollinò per primo — si dice a piedi — in un percorso che comprendeva anche l’Aubisque, l’Aspin e proprio il Peyresourde. I giornali dell’epoca lo incoronano «Signore dei Pirenei». Morì durante la Prima guerra mondiale, quattro anni dopo. Difficile capire dove finisca la cronaca e inizi la leggenda.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »