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Tour de France: Ancora Pogacar! Resiste Vingegaard, crolla Evenepoel


Molti ci dicono di frenare gli entusiasmi, di ricordare che il Tour è ancora lungo, che manca ancora più di una settimana al traguardo di Parigi. Certo, di solito è una buona regola: non dire gatto se non ce l’hai nel sacco ammoniva il grande Giovanni Trapattoni. Però qui non si vede un’alternativa credibile, qualcuno che possa arrestare questo treno lanciato a tutta verso il suo quarto Tour.

Lo stesso Vingegaard, davvero ammirevole, ci ha messo l’anima. Si è visto chiaramente quanto abbia voluto reagire allo strapotere del nuovo Cannibale. Ha perfino doppiato Evenepoel. Però, alla fine della fiera,il danese si ritrova con altre 36 secondi sul gobbone.

Che lo sloveno sia una macchina da guerra lo si capisce anche dalle dichiarazioni nel dopo-corsa: “Sono felice come sempre. Questa volta non ho neppure ascoltato la radiolina: volevo andare a tutta, concentrarmi solo su come pedalavo. Mi ero preparato da tempo per questa crono e credo di aver fatto un buon lavoro”. Saluti e baci. Ecco, una cosa la possiamo dire: anche lui, Tadej, era sudato, quasi un po’ stanco. Con qualche capello fuori posto. Ma nulla di più, saldo e granitico come sempre.

Cosa altro si può dire? Che faceva molto caldo (35°)? Che il terzo miglior tempo è stato quello di Primoz Roglic arrivato con un minuto e 20 da Pogacar? Sì, il risveglio di Roglic è interessante, ma è un fuoco di paglia. Una buona prova di uno straordinario campione ormai sulla strada del tramonto. Se infine andiamo a guardar la classifica generale è davvero una Caporetto per tutti. Come diceva quel barbaro? Nessuna pietà ai vinti: ecco è così. La maglia gialla è prima con 4 minuti e 7 secondi su Vingegaard. Dopo, in terza posizione, arriva il povero Evenepoel, campione olimpico strapazzato come un uovo, con oltre sette minuti di ritardo da Pogacar.

Degli altri non parliamo, perchè si sprofonda negli abissi.Qui urge trovare un nuovo avversario che ridia suspense al Tour e al ciclismo tutto. Lo aspettiamo con ansia perchè questo sport, quando vince sempre lo stesso, anche se è un campione straordinario come Re Tadej, ha una pericolosa controindicazione: finisce per annoiare.


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