Torino, in 30mila al Ramadan con benedizione del Pd e Meloni data alle fiamme – Il Tempo

Altro che pacifisti e democratici: la preghiera in piazza a Torino finisce con la foto di Giorgia Meloni in fiamme e con le bandiere della Palestina sventolate in ogni dove. Oggi sono ben 30.000 le persone che si sono radunate dalla mattina al Parco Dora per l’Eid al-Fitr, la preghiera che chiude il mese del Ramadan per i fedeli musulmani. Il tutto con il sindaco Stefano Lo Russo del Pd con la fascia tricolore in prima fila e il volto del Premier che prende fuoco per l’ennesima volta quest’anno (l’ultima in ordine di tempo è quella di Carnevale). Le immagini fanno impressione, perché non sembra di stare in Italia quanto, piuttosto, alla Mecca, in Medio-Oriente, in Nord Africa. “Allahu akbar”, ovvero “Allah è il più grande”, veniva ripetuto di continuo. C’erano alcune donne con il burqa e alla fine della preghiera centinaia di persone hanno dato vita a un corteo per la Palestina con fumogeni e i soliti slogan contro Israele.

Dal palco c’è stato anche il placet del sindaco: «Torino è una città che si è costruita sulla capacità di includere». Il problema è che sotto la fantomatica parola “inclusione” si rischia di nascondere un processo di islamizzazione della nostra Patria. Forse chi consente tutto ciò dimentica il modo in cui i fondamentalisti islamici trattano le donne, “sepolte” in un burqa, relegate a essere, quando va bene, cittadine di seconda categoria. Vogliamo che la nostra cultura venga difesa, e che i nostri valori non siano sottomessi e secondi a nessuna influenza esterna.

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