Economia

Top Utility: crescono gli investimenti, superati i 23 miliardi di euro


Aumentano gli investimenti delle cento maggiori utility operanti in Italia nei comparti dei rifiuti, del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e della distribuzione e vendita del gas. A dirlo è lo studio di Althesys che anche quest’anno ha passato ai raggi X le performance delle utility italiane. Lo studio è stato presentato mercoledì 12 marzo nel corso del Top Utility, l’evento organizzato in collaborazione con Utilitalia, giunto alla tredicesima edizione. L’appuntamento è molto atteso dagli operatori anche per i premi alle migliori società. L’azienda top quest’anno è Silea; i premi tematici sono andati ad A2A, Acque Spa, Acque del Chiampo, Aimag, Cap, Iren, Marche Multiservizi.

Lo studio rileva che gli investimenti delle cento maggiori aziende italiane di servizi pubblici sono cresciuti nel 2023 fino a raggiungere 23,5 miliardi (+11%), equivalenti all’1,1% del Pil italiano. “Lo studio – dice l’economista Alessandro Marangoni, ceo di Althesys – mostra una crescita degli investimenti ragguardevole. Le aziende sono chiamate dunque a tradurre lo sforzo in risultati che creino valore per tutti gli stakeholder: servizi di qualità a prezzi competitivi per i clienti, miglioramento dell’ambiente, soddisfazione degli azionisti, pubblici e privati. I risultati, soprattutto dal punto di vista operativo e ambientale, mostrano un leggero miglioramento ma, com’e in buona parte fisiologico, senza grandi salti di performance. Energie rinnovabili, economia circolare e nuovi servizi sono le principali aree nelle quali mirano a creare valore per l’Italia”.

Per quanto riguarda il fatturato aggregato, l’analisi riporta che è stato di 223 miliardi di euro nel 2023. Il dato è in calo dopo la crescita dovuta all’aumento anomalo dei prezzi energetici l’anno precedente, ma registra comunque un aumento del 22% in due anni. Mentre la redditività del capitale proprio (Roe) delle multiutility, dopo il calo nel 2022, passa dal 5% al 7%. Per le imprese idriche dal 5% al 6%. Le aziende del gas crescono dal 9% al 15%, quelle dei rifiuti dal 5% al 9%, mentre per le monoutility elettriche l’indice cala dal 14% al 11%. I risultati delle attività tipiche di produzione ed erogazione dei servizi delle maggiori utility sono in leggero miglioramento ma in modo differenziato. L’indebitamento cala nel 2023, soprattutto per multiutility (-33%) ed elettriche (-21%).

In attesa di conoscere i dati definitivi per il 2024, le prime indicazioni sull’andamento complessivo mostrano un lieve miglioramento di tutti i comparti, salvo quello energetico. Le indicazioni preliminari delle aziende sui risultati dell’anno scorso sono ottimistiche mentre sul 2025 sono più caute. Il 48% delle rispondenti attende “In miglioramento” il fatturato 2024 e il 7% “In forte miglioramento”, mentre solo il 17% prevede un leggero calo e il resto stabilità. Le attese positive riguardano tutti i comparti salvo quello dell’elettricità dove molte utility prevedono un peggioramento. Le aspettative delle aziende per il 2025 sono più caute, sebbene l’inflazione e la situazione internazionale presumibilmente non permetteranno una crescita significativa. Il 54% degli intervistati si aspetta stabilità del quadro economico e finanziario dell’azienda, mentre il 34% un miglioramento e il restante un calo.

È soprattutto la voce degli investimenti il tratto distintivo delle Top Utility: nel corso del 2023, ammontano a 23,5 miliardi di euro, pari all’1,1% del Pil, in crescita dell’11,5% rispetto all’anno precedente. Le utility elettriche realizzano la maggior parte degli investimenti, circa il 65%, pur in calo rispetto al precedente 69,2%; seguono le multiutility con 23,7%, il sistema idrico integrato con 9,2%, le utility dei rifiuti con 1,6%, e, infine, quelle del gas con 0,6%. La crescita si registra in tutti i settori analizzati, il settore idrico segna un +10,7 punti percentuali, seguono energia elettrica (+3,6), multiutility (+3,3), gas (+3,1) e rifiuti (+2,3). Ma anche gli investimenti per le monoutility dei rifiuti, sebbene ancora assai inferiori a quelli degli altri comparti, crescono, con un balzo del 69% rispetto all’anno precedente, pari a circa 145 milioni di euro.

“La capacità di creare valore condiviso e di realizzare investimenti infrastrutturali fondamentali per il Paese – commenta il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – pongono le utility al centro della transizione ecologica, oltre a confermarne la funzione positiva per lo sviluppo economico. Per affrontare al meglio le sfide del prossimo futuro, che spaziano dalla sicurezza energetica nazionale alla digitalizzazione, fino agli effetti dei cambiamenti climatici sulla risorsa idrica, occorre potenziare il sistema industriale delle utility superando la frammentazione gestionale. In questo modo sarà possibile accelerare ulteriormente sul fronte degli investimenti e migliorare le performance, offrendo ai cittadini servizi di qualità elevata su tutto il territorio nazionale”.

Tra le voci principali nell’impiego delle risorse c’è l’evoluzione tecnologica, che richiede alle utility un crescente impegno nella ricerca & sviluppo, il cui ruolo strategico è confermato dalla tendenza verso una progressiva internalizzazione della funzione. Crescono, infatti, le strutture interne dedicate, presenti nel 65% delle aziende, contro il 63% del 2022. Gli investimenti annui in ricerca e innovazione ammontano in media al 3% del fatturato. Inoltre, i progetti innovativi avviati nell’anno crescono del 33%, mentre quelli conclusi nello stesso periodo più che raddoppiano. Indispensabile è divenuta la digitalizzazione: l’83% delle imprese adotta soluzioni avanzate per l’ottimizzazione dei processi e la gestione dei dati, migliorando il risultato della precedente edizione di quattro punti percentuali, mentre il 44% utilizza tool digitali per le attività di manutenzione (droni, robot, realtà aumentata, AI, etc.) segnando una crescita di due punti percentuali rispetto al 2022.


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