TOP TEN ALBUM 2024 – di Valentina Natale
10. CASX
Isobel
[ V4V ]La nostra recensione
Bella prova di forza quella di Arianna Puccio che con “Isobel” realizza un concept album che parte dalla storia della strega scozzese Isobel Gowdie per raccontare fragilità e ossessioni molto moderne tra elettronica, indie rock e shoegaze con i featuring di Ibisco e Kuni a impreziosire un disco vario negli arrangiamenti e intenso.
9. GUINEVERE
To All The Lost Souls
[ La Tempesta ]
La nostra recensione
Esordio sulla lunga distanza incantevole quello di Ginevra Battaglia in arte Guinevere in equilibrio tra folk, rock e jazz. Temi come la salute mentale, lutti inattesi e dolorosi, costellano canzoni delicate, forti nella loro fragilità, nella capacità di affrontare argomenti complessi con empatia e onestà in un’opera matura e musicalmente ricca.
8. PALOMINO BLOND
You Feel It Too
[ Kanine Records ]La nostra recensione
Gran bel secondo album quello dei Palomino Blond che con grinta e personalità rielaborano sonorità anni novanta, influenze alt – rock e dream pop in un mix dal sound potente e dal forte impatto, persino maggiore rispetto a quello dell’esordio “ontheinside” uscito tre anni fa. Ottima crescita dunque per la band di Miami che continua a stupire per qualità e convinzione.
7. GRACE CUMMINGS
Ramona
[ ATO ]La nostra recensione
Bel ritorno quello della “Storm Queen” Grace Cummings che con “Ramona” realizza un disco di grande spessore. Un sound da diva d’altri tempi tra piano, archi, solidissime prestazioni vocali, influenze indie, folk e blues, molta grinta e personalità in undici brani emozionanti che danno il meglio con la produzione di Jonathan Wilson e fanno brillare la drammatica umanità dell’artista australiana.
6. BEATRICE ANTOLINI
Iperborea
[ La Tempesta ]La nostra recensione
Disco di alto livello quello di una Beatrice Antolini che canta per la prima volta in italiano per esprimere appieno l’urgenza di osservare i cambiamenti della società e cercare la bellezza. Nove brani dal sound multiforme che rappresentano l’anima più sperimentale e quella melodica di un’artista che cresce e si evolve continuamente.
5. ESTRA
Gli Anni Venti
[ Moonmusic ]La nostra recensione
Gli Estra dopo decenni di quasi totale silenzio discografico tornano per raccontare “Gli Anni Venti” tra chitarre taglienti e testi che denunciano la perdita costante di senso e capacità critica. Una testimonianza furiosa ma non completamente disillusa dei tempi moderni, pungente, ribelle, profondamente rock che ha permesso ai trevigiani di essere premiati con la Targa MEI come Artista Indipendente dell’Anno.
4. PAOLO BENVEGNU’
E’ Inutile Parlare D’Amore
[ Woodworm ]La nostra recensione
Un disco che riparte dalle parole, dai contenuti e si concentra sulle sfumature troppo spesso ignorate il nuovo di Paolo Benvegnù vincitore del Premio Tenco che ancora una volta rivendica il potere della narrazione in brani di profonda umanità e saggezza. Accarezza e sferza “E’ Inutile Parlare D’Amore” cercando di svegliare coscienze intorpidite con indole fuorilegge e fuori dal coro.
3. GAVIN FRIDAY
Ecce Homo
[ BMG ]La nostra recensione
Ci sono voluti ben tredici anni a Gavin Friday per dare un successore a “Catholic” ma “Ecce Homo” ripaga ampiamente la lunga attesa. Un disco che sa unire le anime del compositore di colonne sonore e dello sfrenato amante del pop fungendo da trait d’union tra le carriere dell’ex Virgin Prunes che in questi brani si racconta con onestà e passione.
2. CHELSEA WOLFE
She Reaches Out To She Reaches Out To She
[ Loma Vista ]La nostra recensione
Monumentale Chelsea Wolfe che con “She Reaches Out To She Reaches Out To She” prodotto da Dave Sitek realizza un album imponente, gotico, spettrale, rarefatto nei suoni e poetico nei testi. Una cavalcata dark e potente dove industrial, elettronica trip hop, si fondono con vigorosa grazia alla ricerca di sé tra passato, presente, futuro.
1. THE CURE
Songs Of A Lost World
[ Universal ]La nostra recensione
Il mondo perduto dei Cure è incredibilmente affascinante per come riesce a interpretare le idee tormentate di una band che dopo sedici anni di assenza discografica torna con un album maestoso. Melodie dark, riferimenti al passato e lunghi passaggi strumentali raramente immortalati su disco, molto frequenti in concerto, in un racconto contemporaneo e toccante.
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