Cultura

TOP TEN ALBUM 2024 – di Fabrizio Siliquini

10. ALLIE X
Girl With No Face
[Twin Music, AWAL]La nostra recensione

Alexandra Ashley Hughes, alias Allie X riscrive il synth pop anni 80 e lo fa pescando in modo sfacciato e consapevole dalle sue migliori espressioni, passando dagli Eurithmics agli Yazoo, citando i New Order e facendo l’occhiolino alle migliori melodie di Madonna. Il risultato è un album piacevole e riuscitissimo, deliziosamente pop nel quale, abbandonando la sua versione più dark, riesce ad essere divertente e farci riassaporare le atmosfere di tanti anni fa. Miglior album synth pop dell’anno.

9. JACK WHITE
No Name
[Third Man Records]La nostra recensione

E’ una vita che si sente dire che il rock è morto o se non è morto comunque dorme nella foresta nera come fosse Biancaneve, ecco allora che ci pensa un principe sul cavallo bianco che imbraccia la sua chitarra e la sveglia a colpi di riff rock intrisi di blues. << Ohh come ti chiami mio bel principe >> sussurra la ragazza appena sveglia, << Sono Jack White ma ora torna pure a dormire mia cara >>. Miglior album rock dell’anno.

8. VAMPIRE WEEKEND
Only God Was Above us
[Columbia Records]La nostra recensione

Confesso che i Vampire Weekend li consideravo finiti, amati tantissimo ai loro esordi, nei quali avevano rappresentato un momento di freschezza e giovanile spontaneità, riescono con questo album a tornare inaspettatamente ai fasti giovanili con un lavoro ispirato e decisamente sorprendente. Miglior album di ritorno dell’anno.

7. GIRL AND GIRL
Call a Doctor
[Sub Pop Records]La nostra recensione

Un lavoro che in fondo è un concept album nel quale le nevrosi e gli attacchi di panico del protagonista vengono raccontati con una sferzante ironia e accompagnati da humor e sound inglese, ma loro sono australiani di quel genere che ogni tanto ti lascia a bocca aperta. La via di fuga è chiamare il dottore, un amico o il pronto soccorso ottenendo da tutti lo stesso risultato, nessuno ti vuole più sentire e così la tua via di fuga diventa la fuga di tutti quelli che ti stanno intorno, ti rimane solo tua madre ad aspettarti e a raccoglierti ma anche lei resta in fondo nel limbo della causa effetto, geniali. Miglior concept album dell’anno.

6. EZRA COLLECTIVE
Dance, No One’s Watching
[Partisan Records]La nostra recensione

Il Jazz è sempre stato un mondo a parte a volte riservato ai cultori del genere, pur non essendo un esperto l’ho a volte frequentato innamorandomi di alcuni degli interpreti più famosi da Miles Davis a Chick Corea. Gli Ezra Collective rinfrescano il genere, il nuovo album si muove sulle basi del loro precedente dimostrando come il jazz sia ancora un mondo da scoprire e declinabile in nuove espressioni capaci di coinvolgere anche le nuove generazioni. Miglior album jazz per quelli poco avvezzi al jazz.

5. BRIGITTE CALLS ME BABY
The Future is our way out
[ ATO Records ]La nostra recensione

Una band che ha diviso gli ascoltatori, chi ne è rimasto assolutamente rapito chi invece li ha snobbati bollando la band come derivativa e poco originale. Sull’essere derivativi si apre un mondo e un grandissimo quesito (e chi non lo è ?), per il resto lavoro delizioso, ragazzi che sanno suonare, grande voce e presenza scenica del front man e romanticismo a piene mani, direi che basta e avanza anche se Il mio piacere nell’ascolto è stato mortificato dal fatto che quasi tutti i brani contenuti nell’album li conoscevo già a memoria da tempo. Miglior album “derivativo” dell’anno.

4. FONTAINES D.C.
Romance
[ XL ]La nostra recensione

I Fontaines D.C. arrivano al quarto album ed eccoli cambiare quanto basta per scontentare molti dei lori primi fan che ora li trovano improvvisamente meno fighi. Per quanto mi riguarda avevo apprezzato il loro esordio ma pochino gli altri due successivi, c’era voluto l’album solista di Grian Chatten per riaccendere un certo interesse e farmi capire che c’era oro in fondo alla miniera. “Romance” chiude una finestra per aprire un portone, piena di ottimi pezzi mostrano che il lato oscuro della loro luna è sorprendentemente brillante. Miglior album con la peggiore copertina.

3. BRIGHT EYES
Five Dice, All Threes
[ Dead Oceans ]La nostra recensione

Ogni nuovo album dei Bright Eyes per quanto mi riguarda è un evento, un regalo, un incontro con un amico che non vedi da tempo e un affare quasi personale, per due motivi: il primo è che la band la consideravo ormai finita e persa nei ricordi (almeno fino all’uscita di “Down in the Weeds, Where the World Once Was”), il secondo è che Conor Oberst è un cantautore che ha qualcosa di speciale, un top player che misteriosamente ancora non riceve quanto merita. Il nuovo album piace al primo ascolto ma cresce notevolmente con il tempo, miglior album del cuore del 2023.

2. CRACK CLOUD
Red Mile
[ Jagjaguwar ]La nostra recensione

I Crack Cloud posso essere definiti come la vera band indie e fanno tutto in proprio, musica, video, copertine e tutto il resto. Il passaggio alla Jagjaguwar non cambia la filosofia della band che rimane vera , diretta e per certi versi geniale, con un Zach Choy sempre protagonista. Il lavoro è un album punk moderno, con alcuni riferimenti ai Clash, e tanto del loro sound caratteristico. Sono ormai una sicurezza e questo lavoro ( che secondo me loro temevano non ne venisse capito lo spirito ) sicuramente li conferma. Miglior album punk dell’anno e non solo.

1. BIG SPECIAL
Postindustrial Hometown Blues
[ SO RECORDINGS ]La nostra recensione

I Big Special li seguivo da un po’ di tempo e avevo grosse speranze ma che uscissero con un album di questo livello non me lo aspettavo, superano ogni aspettativa e infilano una serie di brani incredibili. Album che riesce a coinvolgerti e farti entrare nel loro mondo grazie ai loro testi e alla loro musica che tra elettronica, grandi linee melodiche, rap e una specie di atmosfera blues metropolitana non sbaglia un brano, li ho ascoltati a lungo e ancora oggi li ho rimessi sul piatto, grandiosi. Il miglior album d’esordio dell’anno e inevitabilmente il numero uno.


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