Tiny Pilots :: Le Recensioni di OndaRock
E’ un invito a entrare in un inconsueto mondo onirico, quello di Chlöe Herington ed Emma Sullivan. Il secondo album del duo britannico VÄLVĒ, “Tiny Pilots”, è una imperscrutabile raccolta di melodie rubate al cosmo, una musica fantasiosa e colta, che si destreggia tra partiture di musique concrète e Canterbury sound con la stessa agilità dei Broadcast – l’eccellente mix di vintage ed elettronica di “Delicate Engines”- e con slanci poetici che si nutrono di bucolici field recording che danno forma e vita a interessanti consonanze tra il ronzio delle api e rituali cadenze ritmiche quasi orientali, abilmente manipolate da algide tonalità soft-disco (“The Hot House”).
L’universo musicale dei VÄLVĒ è popolato da frammenti di composizioni e immagini assemblate apparentemente alla rinfusa. In verità, nulla è lasciato al caso in “Tiny Pilots”: ognuna delle composizioni è infarcita di dettagli che sorridono alla giocosità e alla spontaneità naif dell’elettronica-giocattolo (“Red Moon Rising”).
Chloe ed Emma entrano in punta di piedi nel mondo del chamber-pop con ambigue melodie dai toni noir (“Gertrude’s List”), intercettando le dissonanze degli Henry Cow con tanto di sax, tastiere e cori ammalianti, ennesima esternazione di una libertà creativa che si nutre d’immaginazione e citazioni stilistiche pregevoli: da Philip Glass ai Pere Ubu.
Il fronte narrativo di “Tiny Pilots” è ricco di riferimenti letterari. In questo articolato contesto, ardite composizioni si muovono verso i confini della sperimentazione (“The Ice House (Revisited)”) e di quell’inquietudine tipica di certo post-rock (“Atmos #4”). Fanno storia a sé la delicata oasi acustica di “Man In The Moon” e la più melodica “Lights (sparkled)”, una giostra di armonie frastagliate e suoni naturali incastrati come in una fiaba sfuggente e ambigua.
La natura fortemente esplorativa del progetto VÄLVĒ è ulteriormente consolidata nella minimale e introspettiva “Perfumes Of Arabia”, un drammatico racconto di una madre che piange il proprio figlio morto tenendolo sulle ginocchia e incurante dei sempre più vicini echi della guerra, un incubo che agita ancora la società moderna. Un brano senz’altro tra i più potenti di un album ricco di emozioni profonde e di intuizioni musicali colte e versatili, per uno stuzzicante e ingegnoso saggio di musica fuori dagli schemi.
16/12/2023