TikTok, commercio, semiconduttori e restrizioni tecnologiche: cosa sappiamo della telefonata Trump-Xi
Una telefonata e due telefoni che scottano, quelli di Donald Trump e Xi Jinping. La conversazione, iniziata alle 8 ora di Washington secondo la Casa Bianca e l’agenzia Xinhua, rappresenta il secondo contatto diretto tra i due leader da quando Trump è tornato alla presidenza, in un contesto di nuove tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali.
Trump ha confermato che al centro del dialogo vi sono TikTok e il commercio bilaterale, aggiungendo che le parti sono “molto vicine” a intese su entrambi i fronti. Il presidente ha ribadito di avere un buon rapporto con Xi, pur avvertendo che l’intesa potrebbe complicarsi se l’Europa dovesse alzare i dazi contro Pechino. La questione più delicata resta quella della proprietà e della gestione dei dati degli utenti americani: la legge approvata a Washington impone che la piattaforma sia scorporata dal gruppo cinese ByteDance, a garanzia della sicurezza nazionale e della tutela della privacy.
Funzionari cinesi hanno fatto sapere che i colloqui riguardano anche i diritti di proprietà intellettuale, compreso l’algoritmo di TikTok, e che è stata concordata la possibilità di affidare a un partner terzo la gestione dei dati negli Stati Uniti. Il deputato democratico Raja Krishnamoorthi ha però ribadito che “i dati e l’algoritmo devono essere realmente in mani americane” per rispettare la normativa.
Oltre alla questione TikTok, la telefonata è stata occasione per affrontare le tensioni su semiconduttori e restrizioni tecnologiche. Secondo gli analisti, Trump cercherà di presentare l’incontro come una prova della supremazia americana nei negoziati, mentre Xi punterà a evidenziare il peso economico della Cina e a chiedere l’alleggerimento di dazi, sanzioni e controlli all’export.
Il contenzioso commerciale rimane aperto: non ci sono ancora accordi sulle restrizioni tecnologiche, sugli acquisti cinesi di prodotti agricoli statunitensi né sul contrasto al traffico di fentanyl.
Intanto, le tariffe aggiuntive imposte da Trump hanno già colpito duramente l’export agricolo USA: nei primi sette mesi dell’anno, le vendite verso la Cina sono crollate del 53%, con punte drammatiche come il –97% per il sorgo. L’Associazione americana dei coltivatori di soia guarda con attenzione all’esito del confronto, nella speranza che si sblocchi la ripresa degli acquisti da parte del principale mercato estero.
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