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Tien, il ragazzo che ha battuto Medvedev. i genitori fuggiti dal Vietnam, il tennis nel sangue


Roma – Lezioni americane. Insegna Learner Tien, impara Daniil Medvedev, fuori dagli Australian Open al secondo turno nell’infinita notte di Melbourne. Diciannove anni sono pochi per salire in cattedra e mettere a braccia conserte il russo numero cinque al mondo, ma se di nome fai Learner – studente in inglese – alle lezioni sei abituato. Pure a quelle snervanti, lunghe cinque ore, ancora poco frequentate dall’americano numero 121 del ranking. La campanella suona al super tie-break, puoi fermarti, aprire gli occhi, sognare.

Mamma professoressa di matematica. E la passione di papà per il tennis

Ringraziare mamma Huyen, professoressa di matematica, che per te ha scelto quel nome mica per caso, dopo averti cresciuto a casa con l’homeschooling (l’istruzione domiciliare). Abbracciare papà Khuong, che ha incontrato tua madre per la prima volta su un campo da tennis, quando dava lezioni private in California. Entrambi hanno lasciato il Vietnam ai tempi della guerra, entrambi hanno scelto la cittadina di Irvine per rinascere. Khuong arriva in aereo, Huyen per mare: “Mio marito è stato un privilegiato, io in barca ho visto molte persone morire, oltre ai continui attacchi dei pirati”. Il tennis li ha fatti incontrare negli States. Learner, nato praticamente con la racchetta in mano, oggi sorride e scherza coccolato dalla Margaret Court Arena: “Onestamente nel quarto set dovevo fare pipì con urgenza, quindi ho cercato di terminarlo abbastanza velocemente. Ma volevo anche iniziare il quinto servendo, quindi ho scartato quel game sullo 0-5, e tutto ha funzionato”.

Il primo torneo vinto a soli 5 anni

Il trucco del bagno funziona sempre, come per le interrogazioni. Ripensa al primo torneo vinto Tien, al Racquet Club di Irvine, quando aveva solo cinque anni. Da lì inizia la scalata, ma niente ossessione per il risultato: “Non pensavo di diventare un professionista”, ha rivelato in un’intervista per Tennis Channel. Lo scorso ottobre ha raggiunto la posizione numero 124, trionfando al Fairfield Challenger dopo aver giocato una finale di 39 minuti, la partita più breve nella storia della seconda categoria. Così è diventato il quarto americano a vincere tre titoli Challenger prima del suo 19esimo compleanno dopo Taylor Fritz, Andy Roddick e Sam Querrey. Il suo mantra quando gli chiedi i suoi obiettivi è: “Vediamo quanto lontano posso arrivare”. Oggi dall’altra parte del mondo, domani chissà, magari in cima.


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