The Weekender: ascolta gli album di Tortoise, Alice Phoebe Lou, Just Mustard (e molti altri…) usciti oggi

Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi…buon ascolto.
TORTOISE – “Touch”
[International Anthem]post-rock
Le canzoni di “Touch”, il primo nuovo album dei Tortoise dopo nove anni, sono drammi senza parole. Sono elaborate e mixate con cura per esaltare una sensazione familiare: un disagio tipicamente cinematografico. Chiudete gli occhi e potreste vedere auto che sbandano su strade di campagna buie, o paesaggi urbani notturni con campane che suonano in lontananza, o qualche magazzino abbandonato dove spie si rincorrono tra pile di scatole torreggianti. La realizzazione di “Touch” è un film di tutt’altro genere: una storia commovente di musicisti che si adattano alle circostanze della vita.
ALICE PHOEBE LOU – “Oblivion”
[Nettwerk]indie-pop-folk
Con cinque album indipendenti all’attivo, l’approccio fai-da-te di Alice Phoebe Lou alla pubblicazione della sua musica è parte integrante della sua identità artistica. In definitiva, spera che i giovani “possano trarre ispirazione dal fatto che è possibile fare le cose in modo non convenzionale“. “Dopo cinque album con la band, ho aperto il mio scrigno di canzoni personali che ho accumulato nel corso di un decennio. Canzoni che non sono state inserite in altri album, alcune delle quali non avrei mai pensato potessero vedere la luce. Ho intrapreso il coraggioso ed emozionante viaggio di registrare queste canzoni così come sono, con amore e giocosità, semplici e tutte mie. Appoggiandomi all’imperfezione e prendendo ispirazione da alcune delle mie più grandi influenze che hanno realizzato album folk acustici senza tempo“.
JUST MUSTARD – “WE WERE JUST HERE”
[Partisan Records]indie-rock
In “WE WERE JUST HERE”, i Just Mustard emergono dall’ombra del mondo sommerso di “Heart Under” con un sound che tende alla leggerezza e all’euforia. Gli elementi distintivi della band rimangono intatti – chitarre distorte, bassi cavernosi, sound design contorto – ma questa volta il rumore è incanalato in qualcosa di più caldo e melodico. Ispirate dai locali notturni e dalla gioia fisica, le canzoni puntano all’immediatezza e alle emozioni. La voce di Katie Ball si eleva nel mix, catturando una ricerca conflittuale della felicità che lei descrive come “cercare di sentirsi euforici, ma a un costo“. Prodotto dalla band e mixato da David Wrench (FKA Twigs, Frank Ocean, Caribou), l’album amplia la loro tavolozza emotiva mantenendo le cose strane, ricche di texture e unicamente loro. “WE WERE JUST HERE! esplode in technicolor, creando un mondo che sembra immediato, ossessionante ed estatico.
CIEL – “Calla Me Silent”
[V2 Records]indie-rock, shoegaze
Creando un mix unico di indie rock malinconico, shoegaze, goth e post-punk/new wave, i CIEL intrecciano melodie eteree con un’energia oscura e trascinante. Guidati dalla cantante e autrice olandese Michelle Hindriks, la band si è evoluta in un duo in studio con l’aggiunta del batterista Tim Spencer. Il sound dei CIEL è allo stesso tempo atmosferico e urgente: chitarre pesanti, linee di basso pulsanti e ritmi trascinanti fanno da sfondo alla voce inquietante ma intima di Hindriks. Pensate a un sound che si colloca a metà strada tra il fascino nebuloso degli Slowdive, l’urgenza dei Wolf Alice e il fascino cupo dei Cure: etereo ma incisivo, nostalgico ma fresco.
SCOTT “WINO” WEINRICH – “Create Or Die”
[Ripple Music]hard-rock
Nel suo nuovo album solista Weinrich si riduce all’essenza grezza. Quello che è iniziato come un viaggio intimo e unplugged ha presto richiesto il battito infuocato di batteria e chitarre elettriche, dando vita a una potente miscela di introspezione ossessionante e convinzione incrollabile. “Quando un amico mi ha scritto una lettera con la frase ‘Creare o morire’, ho capito che quel semplice slogan riassumeva completamente la mia filosofia“, ha detto Wino. “Che si tratti di fare musica o arte, è quello che faccio. È ciò per cui vivo“. Queste canzoni sono commenti personali e appassionati sulla vita, pronunciati con la grinta e l’anima tipiche di Wino. Con il contributo di amici intimi e il sostegno incrollabile di Ripple Music, questo album è una testimonianza del suo credo: creare o morire. Wino dice: “In questo disco ci sono canzoni vecchie e nuove, perché a volte mi porto dietro idee di canzoni per anni prima di poterle definire finite. Per altre, quando concetto, musica e testo si uniscono proprio in quel momento, è quella che chiamo l’ispirazione divina“.
TEENAGE TOM PETTIES – “Rally the Tropes”
[Safe Suburban Home]power-pop
Il nuovo album di 8 tracce “Rally The Tropes” è descritto come la rappresentazione della band slacker jangle-punk nella sua versione più sfrenata. Il nuovo album è stato registrato dal vivo in due frenetici giorni al Big Nice Studio con Bradford Krieger (Friendship, Horse Jumper of Love). Le otto tracce si susseguono in 18 minuti di voci urlanti, feedback distorti e errori felici. I TTP hanno dato il massimo.
BJORK – “Cornucopia Live”
[One Little Independent Records]art-rock, elettronica
Dopo l’uscita nelle sale cinematografiche di tutto il mondo di ‘Björk: Cornucopia’, questa esperienza live visionaria è ora pronta per la sua prima pubblicazione fisica. Parlando del film, Björk ha dichiarato: “Sono davvero entusiasta di condividere con voi il film del mio concerto Cornucopia. È stato un lungo viaggio che ha visto la collaborazione di centinaia di persone. Sono immensamente grata a ognuna di loro. Credo che il film concerto moderno sia una costruzione matriarcale, ben accolta nel clima attuale, in cui le musiciste possono condividere il loro mondo senza essere corrotte“.
MAMMOTH – “The End”
[BMG]metal
“The End”, il terzo album in studio del cantautore, vocalist, polistrumentista e produttore Wolfgang Van Halen, candidato ai Grammy Award, con il gruppo Mammoth. L’album (prodotto dal collaboratore di lunga data Michael “Elvis” Baskette) segna un nuovo capitolo nell’evoluzione musicale dei Mammoth, continuando a mettere in risalto il caratteristico sound chitarristico e la voce melodica di Wolfgang. Il talento di Wolfgang viene ancora una volta amplificato dal fatto che suona tutti gli strumenti e canta in tutti i brani dell’album.
YAZMIN LACEY – “Teal Dreams”
[AMF]R&B
Yazmin Lacey torna con “Teal Dreams”, il suo secondo album intenso e audace, ricco di storie di vita reale e di talento musicale.
CIRCA WAVES – “Death and Love Pt.2”
[Lower Third]indie-rock
“Death and Love” è un’istantanea incredibilmente potente nel tempo, una riflessione su un momento di vero terrore e sulla gioia di essere vivi. È un passo avanti coraggioso e notevole per una band al culmine della propria carriera.
GOLDEN BROWN – “Patterner”
[Inner Islands]ambient
Golden Brown è il progetto solista di Stefan Beck (anche membro dei Prairiewolf). “Patterner” è il suo quinto album per la Inner Islands e segna il ritorno di Sara Beck al violoncello dopo “Gems and Minerals” del 2021. L’album è fortemente ispirato all’opera di Ursula K. Le Guin, in particolare alla serie Earthsea. L’approccio non è dissimile dal meraviglioso omaggio di Bo Hansson al Signore degli Anelli con Sagan om Ringen del 1970. Le canzoni sono tutte ispirate e riflettono personaggi, luoghi o circostanze specifici dei libri. Stefan dice: “Ho letto e riletto quei sei libri più e più volte, trovando ogni volta nuovi mondi al loro interno. Ad un certo punto, sono rimasto affascinato dal personaggio del Maestro Patterner. Vive separato dagli altri maestri nell’Immanent Grove e la sua arte è profondamente legata al mondo naturale e all’equilibrio della vita“. E non occorre guardare lontano per vedere le bilance che perdono il loro equilibrio e il modo in cui gli esseri umani stanno diventando sempre più parassiti del loro ambiente.
THE LEMONHEADS – “Love Chant”
[Fire Records]indie-rock, power-pop
Dopo anni passati a scrivere, vagabondare e ricominciare da capo, Evan Dando torna con “Love Chant”, il primo album in studio dei Lemonheads con brani inediti in quasi vent’anni. Frutto di un lungo lavoro, influenzato dai cambiamenti geografici e da un gruppo di collaboratori fidati, è una riaffermazione audace e melodica di una delle voci più caratteristiche del rock alternativo. Ora residente in Brasile, dove è stata registrata gran parte dell’album, il trasferimento di Dando negli ultimi anni ha offerto un tranquillo cambiamento di prospettiva, un’occasione per ricominciare da capo, riconnettersi e finalmente mettere a fuoco queste canzoni. Il risultato è un disco che suona allo stesso tempo fresco e familiare: radicato nei tratti distintivi del miglior lavoro dei Lemonheads, ma arricchito da anni di esperienze vissute e da nuovi ambienti.
FANCLUBWALLET – “Living While Dying”
[Lauren Records]alt-rock
Fanclubwallet è il progetto indie rock della fumettista diventata musicista Hannah Judge, da tempo sostenitrice della scena musicale locale di Ottawa. Anche prima di dedicarsi alla musica, Hannah era immersa nella comunità: condivideva CD mixati, inviava e-mail a band sconosciute per ottenere posti come gruppo spalla e stringeva amicizie ovunque potesse. Nel 2020 ha iniziato a registrare demo nella sua camera da letto, lanciando poi fanclubwallet al culmine della pandemia. Quello che era iniziato come un progetto pop lo-fi da camera ha rapidamente guadagnato popolarità, con il suo brano di successo “Car Crash In G Major” che ha totalizzato oltre 14 milioni di stream. Da allora, Hannah ha fatto tournée internazionali, aprendo i concerti di artisti come CHVRCHES, Yot Club e Dream Ivory, pur rimanendo profondamente radicata nella filosofia DIY. Con il suo secondo album completo “Living While Dying” in arrivo, Hannah continua a fondere un songwriting contagioso con un amore genuino per la sua comunità e il suo mestiere.
PYNCHER – “Every Town Needs a Stranger”
[Cracked Ankles]art-punk
Il quartetto di Manchester Pyncher offre un album di debutto crudo e senza compromessi che cattura il caos della vita nelle piccole città e l’energia dei loro sudati concerti nei seminterrati. Prodotto da Morton Kong, è un disco costruito su riff ringhiosi, arguzia tagliente e una chimica che fa suonare i quattro membri come un’unica macchina sonora. Il singolo di punta “Steely Dan” ritorna, ricaricato e senza compromessi, dopo essere stato strappato dallo streaming, e la band chiarisce la sua posizione: se volete vivere l’esperienza completa, dovete avere il disco fisico tra le mani. Ribelli, creativi e impossibili da ignorare, i Pyncher si stanno già ritagliando uno spazio strano e brillante: giovani, urgenti e pronti per grandi cose.
CUBZOA – “Unfold in the Sky”
[Bella Union]alt-rock
Cubzoa è il nuovo progetto solista del poliedrico Jack Wolter dei Penelope Isles. Tra un tour mondiale e l’altro come chitarrista dei CMAT, Jack ha trascorso gli ultimi due anni scrivendo e registrando il suo album solista di debutto con la Bella Union. Jack Wolter è un musicista e produttore inglese con sede a Brighton, nel Regno Unito, che crea musica e immagini sotto il nome di Cubzoa. Jack è anche metà della band Penelope Isles e suona la chitarra per i CMAT. La sua musica e le sue immagini evocano intimità e delicatezza, toccando spesso temi personali e malinconici. Descritto come una miscela di folk, elettronica e bedroom pop, il prossimo lavoro di Cubzoa presenta una fusione di chitarra, elettronica scintillante e immagini dal vivo che immergono il pubblico in un paesaggio sonoro accattivante.
SOULFLY – “Chama”
[Nuclear Blast]metal
Con un mix di groove tribale, furia primordiale e riff pesanti, “Chama” vede i Soulfly tornare alle loro radici con una forza inarrestabile. Caratterizzato da ritmi travolgenti e potenti temi di resistenza, spirito e forza ancestrale, l’album è una testimonianza cruda e coinvolgente dell’eredità dei Soulfly: vitale, velenosa e inconfondibilmente loro.
SPIRITUAL CRAMP – “Rude”
[Blue Grape Music]punk
I punk di San Francisco Spiritual Cramp pubblicano il loro secondo album “Rude” tramite Blue Grape Music. Prodotto dal vincitore del Grammy Award John Congleton, mixato da Carlos de la Garza e con un duetto con Sharon Van Etten, l’album sembra un enorme passo avanti per la band. Dopo aver perfezionato la loro visione caleidoscopica del punk in una manciata di EP e un album, la band è entrata in una nuova era, ampliando i compiti di songwriting a tutto il gruppo, un ruolo che in precedenza era stato affidato al cantante Michael Bingham e al bassista Michael Fenton. Il risultato è a dir poco entusiasmante, con un mix di new wave, indie rock, punk old-school e persino influenze dub e hip-hop, tutti evidenti nel primo singolo “At My Funeral”. Il ritmo martellante e i riff di chitarra corposi mettono in mostra l’evoluzione della band nella composizione, così come il tipico umorismo autoironico di Bingham. Con “Rude”, gli Spiritual Cramp trovano un nuovo equilibrio tra l’audacia, la vulnerabilità emotiva e l’energia grezza che avevano iniziato a emergere nel loro album di debutto.
SIGRID – “There’s Always More That I Could Say”
[EMI]pop
La cantante pop norvegese Sigrid torna con un “album di rottura accidentale” che passa dall’infatuazione vertiginosa al cuore spezzato e alla riflessione con gioia, onestà e la sua caratteristica voce svettante e i cori altissimi. Scritto e co-prodotto con un rinnovato senso di libertà creativa, è il suo disco più istintivo ed emotivamente sfumato fino ad ora. Sigrid conosce la sua voce, il suo cuore e sa come trasformare il caos della vita in un inno pop.
ORUA – “Slacker”
[K]experimental
Un mix di indie rock lo-fi, psichedelia, noise, afrobeat e riferimenti brasiliani. Nel 2019 il loro sound è stato scoperto dalla leggenda dell’indie rock Doug Martsch dei Built to Spill. Dopo aver fatto numerose tournée con i Built to Spill e aver presentato i loro energici spettacoli negli Stati Uniti e in Europa, gli Orua sono tornati a Seattle e hanno registrato il loro nuovo album “Slacker” con Jim Roth, che suona anche la chitarra, il sintetizzatore e le percussioni nelle registrazioni. Il loro sound continua a mescolare gli impulsi elettrici delle chitarre destrutturate su un groove ipnotico, trasportando sia il pubblico che la band in una trance collettiva.
JIM WHITE – “Inner Day”
[Drag City]alt-rock
Per il suo secondo album solista, il maestro batterista Jim White si addentra ulteriormente nei paesaggi espressionisti della meditazione privata; il suo veicolo è un suggestivo duetto di tastiere e batteria, accompagnato dal suo debutto come cantante. Tradurre le sue formidabili intuizioni percussive attraverso questo dialogo ha dato a Jim una nuova voce compositiva. “Inner Day” è come uno stato di natura, che evoca pace e tensione, riposo e inquietudine, il tutto sospeso nel vento di una nuova scoperta.
LUDMILLA SPLEEN – “Potlac”
[Bloody Sound]noise-rock
Quinto lavoro in studio del duo noise/core marchigiano bolognese d’adozione “Potlac” raccoglie sette brani che attraversano territori sonori abrasivi e visionari, unendo stratificazioni noise, pulsazioni ritmiche feroci e testi intensi e immaginifici. Un rito sonoro e un atto di sacrificio (come indicato dal rituale dei nativi americani citati nel titolo dell’album) che brucia se stesso al fine di rivelarsi e che affronta il limite e lo consuma, trasformando macerie e visioni in materia musicale incandescente.
JOYER – “On the Other End of the Line…”
[Julia’s War]indie-rock
Per i Joyer, il duo indie rock della costa orientale composto dai fratelli Nick e Shane Sullivan, la distanza è stata ultimamente uno strano filo conduttore: distanza da casa, distanza l’uno dall’altro, distanza da una routine stabile. Il loro ultimo LP, “On the Other End of the Line…”, riflette su come i periodi trascorsi in luoghi lontani li abbiano influenzati, rivelando ansie e un ardente desiderio di connessione. Ma alla fine, è una riflessione piena di speranza su due prospettive distinte su contesti mutevoli e sulle pressioni della creatività, filtrata attraverso un’autenticità accattivante e un sound incisivo di chitarre a sei corde. Ridimensionando le loro tendenze shoegaze a favore di tocchi più folk e arrangiamenti meno convenzionali e più ambiziosi, “On the Other End of the Line…” è Joyer nella sua versione più vulnerabile, che si affida meno alle immagini e alle astrazioni e apre una porta sul loro mondo interiore in fermento.
NIALL MCDOWELL – “Put Your Hands Where I Can See Them”
[TULLE]indie-folk
“Put Your Hands Where I Can See Them” è il primo LP del cantautore irlandese Niall McDowell. Una capsula di storie ispirate all’eclettismo di Arthur Russell e alla performance art di Laurie Anderson, che hanno cercato di trovare uno spazio in cui far esistere la loro musica country fuori dagli schemi, utilizzando la tecnologia analogica e collaborando con il produttore Chris W. Ryan. Il risultato è una riflessione profonda sul caos del dolore e sulle tribolazioni dell’esperienza queer.
HANNAH JADAGU – “Describe”
[Sub Pop]indie-pop-rock
In “Describe”, Hannah Jadagu impara a proprie spese che la distanza è relativa. Dopo che il suo album di debutto del 2023, “Aperture”, ha ottenuto elogi entusiastici, la fiorente carriera di Jadagu l’ha allontanata dalla sua relazione in fase di sviluppo a New York. Il suo secondo album, di ampio respiro, la vede alle prese con quella separazione, alla ricerca di connessioni che vanno oltre il fisico e rafforzando la propria voce nel processo. “Describe” riecheggia di quella tensione, tra il desiderio di connessione e il bisogno di spazio. I testi, come nel suo album di debutto, sono intrisi di un’emotività specifica che può derivare solo dall’esperienza vissuta. Lavorando con il produttore Sora Lopez nel suo studio di Altadena e a distanza su alcune canzoni con il co-produttore e collaboratore di “Aperture” Max Baby da Parigi, Jadagu ha creato un sound in “Describe” che è sia distintamente suo sia un totale allontanamento dalle melodie distorte della chitarra del suo debutto.
EMMA GRACE – “Satellites”
[Trovarobato]ambient
Quarto album della compositrice, cantante e violinista italo-americana Emma Grace e come i precedenti lavori, è frutto di un processo personale e intuitivo, mai pienamente pianificato. L’album è nato durante una residenza artistica a Cagliari, dove Emma è stata invitata da Tobia Poltroneri (C+C Maxigross) e Ticonzero. Nonostante che la registrazione di un album non fosse stata programmata, la collaborazione con musicisti incredibili e una direzione artistica molto curata e affine alla sua visione musicale ha spinto Emma Grace a lavorare sui nuovi brani, arricchendoli e completandoli con una naturalezza sorprendente. “Satellites” è un album sospeso tra ambient, minimalismo e songwriting, in cui l’ascoltatore rimane in bilico, come in un corridoio tra due mondi. È una sospensione carica di emotività, un’immobilità che pulsa di dinamica, un abbandono che vibra di presenza.
BRUCE SPRINGSTEEN – “Nebraska ’82: Expanded Edition”
[Sony]rock
Il box include diverse registrazioni inedite e precedentemente sconosciute, le leggendarie sessioni “Electric Nebraska” con la E Street Band e brani registrati da solista esclusi all’epoca della pubblicazione, oltre alla performance dal vivo “Nebraska” registrata di recente. Il cofanetto comprende un saggio di Erik Flannigan. Non avendo mai fatto un tour a sostegno dell’album, Springsteen torna sui brani di “Nebraska” più di quarant’anni dopo l’uscita offrendo, attraverso le sfumature della sua esibizione live, nuove prospettive pur rimanendo fedele allo spirito delle registrazioni originali.
BOUGANVILLE – “Non esattamente a Fuoco”
[Dischi Belli]pop
“Cosa significa avere trent’anni oggi?” È la domanda che attraversa questo lavoro, che ha l’ambizione di raccontare l’instabilità del presente attraverso tredici brani fatti di contrasti: groove urbani, immagini distorte, scrittura pop ironica e disincantata. Echi di musica da cinema anni ’60/’70 e pulsazioni dance ’90 si intrecciano in un suono in continuo mutamento, arricchito anche dal feat. con Coca Puma in uno dei singoli del disco (“Lo faccio per te”). Sono eredi, in qualche modo, di una certa linea di “pop alternativo romano”.
MAJOR STARS – “More Colors of Sound”
[Drag City]alt-rock
Dal tumultuoso miasma del tempo senza tempo arriva una consegna a lungo promessa da una delle costanti della nostra epoca: i Major Stars e il loro nuovo LP, “More Colors of Sound”. Alimentati da chitarre distorte questi rocker veterani sono fedeli alla loro tradizione di estremi psichedelici e allucinanti. A oltre 27 anni da “The Rock Revival” (il loro debutto con la Twisted Village), si può contare sul loro ritorno ogni tre o quattro anni circa.
JOEL CUSUMANO – “Waxworld”
[Dandy Boy]indierock, power-pop
Joel Cusumano ha svolto per anni un ruolo fondamentale nella scena underground della Bay Area, come autore e/o chitarrista solista in una vasta gamma di band quali Sob Stories, R.E. Seraphin e Body Double. Cusumano ha iniziato a scrivere la musica che sarebbe diventata il suo primo album da solista, “Waxworld”, dopo un periodo trascorso in un ospedale psichiatrico per curare il suo debilitante disturbo ossessivo compulsivo: “Era una situazione desolante. Per un anno sono stato praticamente incapace di funzionare, riuscivo a malapena a uscire di casa. Dopo l’ospedale mi sono ripreso abbastanza rapidamente. Ma invece di provare sollievo, provavo terrore, del tipo: ‘E adesso? Passi più di un anno a cadere nel baratro e quando tocchi il fondo sei una persona diversa…avevo bisogno di scrivere in modo diverso rispetto a prima. Guardavo il mondo che mi circondava e non riconoscevo ciò che vedevo. Le canzoni dovevano riflettere quell’alienazione. Avevo chiuso con le storie di “giovani arrabbiati” e amanti abbandonati che avevo scritto in Sob Stories. Ero stanco di quel tipo di topografia rock’n’roll stereotipata”. Una dolorosa rottura alla fine del processo di scrittura ha ulteriormente affinato lo sguardo di Cusumano verso materiale che riflettesse il suo crescente disagio in un mondo in continuo mutamento.
CHARLIE NIELAND – “Stories From The Borderlines”
[autoproduzione]pop-rock
Il famoso cantautore e produttore newyorkese Charlie Nieland presenta “Stories From The Borderlines”, un album profondamente personale che esplora i temi della connessione e della separazione. Questi paesaggi sonori cinematografici sono plasmati dal rispetto per la musica pionieristica degli anni ’80 e ’90, caratterizzata da synth e chitarre. Più che musica, queste canzoni meticolosamente elaborate, una geografia di intenzioni, sono un atto di resistenza immaginativa, alla ricerca appassionata di luce e verità in un mondo che si fa sempre più oscuro. “Questa serie di canzoni è un caleidoscopio di stili. Sono stanze segrete luminose che riflettono il cuore di un essere umano in un mondo sull’orlo del precipizio. Rimanere creativi è una forma di resistenza. Quando gli autoritari attaccano la cultura, commettono l’errore di pensare che l’immaginazione possa essere controllata, mentre in realtà essa emerge dal basso. La cultura non è immaginaria. È radicata nell’immaginazione, ma è più reale di quanto si possa misurare“, afferma Charlie Nieland.
THE QUALITY OF MERCURY – “The Voyager”
[autoproduzione]alt-rock
L’artista alt-rock della Pennsylvania The Quality Of Mercury (alias Jeremiah Rouse) presenta il suo secondo album “The Voyager”, un viaggio avventuroso che esplora diversi territori e sensazioni: euforia, ansia, nostalgia e introspezione. Dal punto di vista del sound, questa musica oscilla tra space rock, indie rock e shoegaze. A nove anni dal suo album di debutto “Transmission”, questo album è anthemico, accessibile, cinematografico e accattivante. Questa musica atmosferica parla del nostro profondo bisogno di connessione, di questa ricerca di significato intessuta in canzoni che spaziano da esplosioni di eccitazione a momenti di tranquilla riflessione.
STRAWBERRY WIPLASH – “People Like Us”
[Matinée Recordings]indie-pop
Sono passati dieci anni dall’ultima volta che il duo scozzese Strawberry Whiplash ha arricchito gli scaffali delle nuove uscite, e “People Like Us” combina i migliori elementi dei loro primi due album “Hits In The Car” e “Stuck In The Never Ending Now” in un terzo album assolutamente brillante e variegato, registrato allo Strawberry Towers nei primi quattro mesi di quest’anno. Notevole terzo album, “People Like Us” è un trionfo per la band e un altro classico pop scozzese per la discografia della Matinée.
ELIZA MCLAMB – “Good Story”
[Virgin]cantautorato
Con “Good Story”, il suo secondo album, Eliza McLamb si afferma come una delle artiste della Generazione Z da tenere d’occhio. Creando brani indie rock lirici, spiritosi e incisivi che non si dimenticano facilmente, compone canzoni pensate per essere ascoltate più e più volte. Prodotto da Sarah Tudzin e con la partecipazione dei membri dei Death Cab for Cutie e della band di Lucy Dacus.
JESSICA MOSS – “Unfolding”
[Constellation]experimental
“Unfolding” è l’album solista più meditativo e malinconico di Jessica Moss, e forse il primo nella discografia decennale della violinista e compositrice di Montréal che possa essere definito propriamente ambient. L’ex membro dei Silver Mt Zion e dei Black Ox Orkestar attinge dal post-classico, dal drone, dal minimalismo, dall’industrial/metal, dalla power electronics, dal klezmer e da altre tradizioni folk. Non si tratta di musica ambient astratta; strati di melodia di violino, elaborazione elettroacustica, voce intermittente e percussioni del batterista dei The Necks Tony Buck danno vita a composizioni profondamente emotive che sfuggono alle definizioni di genere, guidate da uno spirito di ricerca e invocazione che si dispiega in un’atmosfera prevalente di incantesimo e malinconica moderazione.
MONTEGRO – “Vita Bellissima”
[Autoproduzione]cantautorato
Cantautore, autore e polistrumentista, Montegro unisce l’anima narrativa della canzone d’autore con sonorità pop e contemporanee. Una cifra che gli è valsa una menzione speciale del Club Tenco per “Occhi stanchi”, nell’ambito di Musica Contro Le Mafie, una collaborazione con Max Gazzè sul brano “Un’altra adolescenza” e ha preso forma nell’EP “Fare di meglio” (2024), presentato con numerosi live nei principali club italiani. “Vita Bellissima” è un nuovo capitolo della sua ricerca musicale, tra cantautorato e suggestioni sudamericane. Così Montegro presenta il disco: “Vita bellissima è nato dal bisogno di spogliarmi dall’eccesso e tornare a un suono essenziale, più autentico con chitarre, bassi, fiati e ritmiche nude, lavorati insieme al mio produttore Antonio Di Santo, come quando da ragazzi suonavamo in garage. Il titolo è una provocazione: viviamo in un’epoca che ci bombarda di immagini perfette, tanto da renderci ciechi di fronte a ciò che ci circonda. E allora questo disco diventa un invito a riascoltare la realtà per quello che è, cruda e imperfetta, ma per questo autentica.”
MEXICO86 – “Fuori Tema”
[Freakhouse Records]indie-rock
Napoli, come il resto d’Italia, non è solo rap trap e folk: il Rock è ancora vivo. Prodotto, registrato e mixato da due nomi importanti del panorama nazionale: Peppe De Angelis (Afterhours, Verdena, Gutter Twins), Taketo Gohara (Baustelle, Capossela, Brunori Sas) inciso al Monopattino Recordings Studio, è stato masterizzato da Giovanni Versari (Muse, Battiato, Calibro 35). I tre singoli già usciti – “Deflesso”, “Cani” e “Capita anche a me” – hanno già mostrato la direzione del disco: un suono massiccio, melodico, mai banale. “Fuori tema” non si pone regole. Non si adatta, non si piega, non sta nel posto giusto al momento giusto: non cerca di piacere a tutti. Non è un compromesso. È un album pensato per chi ama la musica “suonata”, diretta, potente, istintiva carica di emotività e sudore, cosa rara di questi tempi.
BRANDI CARLILE – “Returning To Myself”
[EMI]pop
Brandi Carlile torna con il suo ottavo album in studio e il primo progetto solista in quattro anni. Dopo essersi dedicata anima e corpo a collaborazioni con icone e leggende della musica, la cantautrice vincitrice di numerosi Grammy Award guarda dentro di sé, riflette sul passato e, infine, torna a casa con il suo nuovissimo album, “Returning To Myself”. La raccolta di dieci brani è prodotta da Andrew Watt, Carlile, Aaron Dessner e Justin Vernon.
THE LEN PRICE 3 – “Misty Medway Magick”
[Wicked Cool Records]garage, surf
I Len Price 3 sono una band adrenalinica. Sono una rivelazione per chi li ascolta, racchiudendo tutto ciò che si può desiderare da una band in un’esperienza sonora stimolante. Le loro esibizioni dal vivo sono abbaglianti e caratterizzate da una serie fragorosa di brani melodici ben rodati suonati a velocità vertiginosa, completi di ritornelli pop brillanti e armonie cromate. Ma scavando un po’ più a fondo si scopre un ricco contenuto lirico, pieno di testi caustici e ironiche osservazioni sociali.
MAJU – “Still Becoming EP”
[Dumba Dischi]dream-folk, jazz
Dumba Dischi presenta “Still Becoming”, EP d’esordio di Maju, artista di origini bolognesi. “Still Becoming” raccoglie sette tracce scritte nel post-estate del ’22 (ad eccezione di “Running Wind”) e prodotte con Giacomo Carlone nel corso di un processo creativo durato due anni e che ha dato vita a un’opera in cui il neofolk si fonde con sonorità “dream” e influenze jazz. Al centro dell’EP ci sono il desiderio di non conformità, il confronto con il passato e il percorso di crescita personale; è un invito a non fermarsi mai, ma evolvere e a reinventarsi, sempre.
APRIL JUNE – “Afterparty EP”
[Nettwerk]indie-pop
april june, l’artista dream-pop con sede a Madrid, ha una straordinaria capacità di trasformare la complessità delle emozioni umane in sogni ad occhi aperti sonori. Il suo EP, “afterparty”, cattura l’interazione agrodolce tra desiderio, crepacuore e momenti fugaci di connessione. Ogni traccia è un’istantanea, un ricordo sospeso nel tempo, che offre agli ascoltatori uno sguardo sul bellissimo caos delle connessioni fugaci e delle emozioni inespresse. Con un sound che riecheggia il fascino malinconico di Lana Del Rey, le texture eteree dei Cocteau Twins e la vulnerabilità emotiva dei The Marías, april june crea un mondo in cui regnano la nostalgia e il romanticismo.
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