The Weekender: ascolta gli album di The Armed, Wisp, The Warlocks (e molti altri…) usciti oggi

Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi…buon ascolto.
THE ARMED – “THE FUTURE IS HERE AND EVERYTHING NEEDS TO BE DESTROYED”
[Sargent House]post-hardcore
Gli Armed tornano con il loro nuovo album The Future Is Here and Everything Needs to Be Destroyed”, seguito dell’acclamato “Perfect Saviors” del 2023. Dopo aver completato una trilogia di album incentrati sull’analisi dell’autenticità artistica nell’era dell’informazione, gli Armed hanno iniziato a lavorare su nuovo materiale senza regole o concetti prestabiliti, privilegiando solo l’espressione grezza e l’urgenza per annunciare una nuova era per il progetto. Il risultato è un nuovo album furioso e provocatorio. Ancora una volta fuori dagli schemi, ma apertamente incazzato, è un’espressione senza filtri del Weltschmerz, il termine tedesco che descrive l’angoscia della realtà del mondo contrapposta alla nostra visione idealizzata di come dovrebbe essere.
WISP – “If Not Winter”
[Interscope]indie-pop-rock, shoegaze
Nell’aprile 2024, Natalie Lu, alias Wisp, pubblicava il suo primo EP, “Pandora”. Dopo un tour promozionale dell’EP tra aprile e maggio 2024, ha iniziato a lavorare al suo album di debutto. Nel gennaio 2025 era ancora nelle prime fasi di scrittura e registrazione. Mentre lavorava a “If Not Winter”, Wisp dice di aver tratto ispirazione dai Cocteau Twins, Chappell Roan, Whirr e Slowdive. Il suo obiettivo era quello di realizzare un album coerente e narrativo, con maggiori influenze pop ed elettroniche, che le consentissero di superare l’etichetta shoegaze che le era stata attribuita all’inizio della sua carriera e che ora trova limitante.
THE WARLOCKS – “The Manic Excessive Sounds of”
[Cleopatra Records]indie-rock, psichedelia
Un viaggio nell’etere e nei confini estremi, ecco come le note stampa presentano il disco: “The Manic Excessive Sounds Of” è stato scritto, dice Hecksher, in un solo giorno.
“Questo album è positivo e spacca alla grande. Parla dell’importanza di apprezzare le cose che contano, quelle che ci circondano, le persone che amiamo e di affrontare quelle relazioni così fragili. Speriamo che questo disco dia ispirazione, energia e speranza per navigare nel folle contesto dei nostri tempi moderni”.
EVERYTHING ELSE – “Another One Making Clouds”
[Big Potato]shoegaze, indie-rock
Il disco cattura qualcosa in cui non si può fingere. Una giovane band che trova un suono epico, emotivo e cinematografico nella propria camera da letto. Usandolo in quel modo tipicamente britannico per esprimere la meraviglia, la confusione e il dolore di avere diciannove anni. Di voler essere visti e non visti. È una sorta di musica “soul” britannica con antenati come The Cure, Echo & The Bunnymen, The Jesus & Mary Chain e le band shoegaze originali. Musica per chitarra, che canalizza emozioni profonde, il desiderio di ascoltare qualcosa che suoni come quello che si prova dentro. Le cose di cui nessuno parla.
HARD CHILLER – “BABY!”
[Born Losers]post-hardcore
Siamo in zona Deftones, Hum, Smashing Pumpkins. Hard Chiller è un progetto musicale formato da Steve Choi (RX Bandits/The Sound of Animals Fighting) e Joe Vannucchi (From Indian Lakes). Hard Chiller è uno sbocco per la musica che il duo ha consumato e che lo ha ispirato per tutta la vita. Un sound pesante e sognante, denso, importante.
PUSH PUPPETS – “Tethered Together”
[Flowering Tree Music]indie-rock
Con un songwriting impeccabile che brilla di armonie ricche, chitarre spigolose, tastiere intense e archi sostenuti da una sezione ritmica incalzante, Erich Specht riflette sulle relazioni, sulla perdita e sulla gioia della vita. Poetici e spontanei, i suoi testi si adattano alla melodia come pezzi di un puzzle. Indossando le sue vulnerabilità come un distintivo d’onore, questa musica ci porta in un viaggio verso luoghi inaspettati.
DAYBURN – “Hollow Sound, Part I”
[Deep Elm]indie-post-rock
Una gloriosa combinazione di post-emo, post-hardcore, post-rock, rock cinematografico, alt e indie con testi potenti e coinvolgenti. È come se avessero preso il meglio degli ultimi 30 anni del catalogo della Deep Elm e lo avessero unito in un unico sound spettacolare.
NICK HAEFFNER – “What Time Can Do”
[Dimple Discs]indie-pop-folk
Con un approccio unico al folk-pop britannico per eccellenza, questo è il lavoro più ambizioso di Haeffner fino ad oggi. Frutto di quattro anni di lavoro, “What Time Can Do” segna una nuova fase nell’evoluzione musicale di Nick, fondendo i suoni folk, psichedelici, sperimentali e orchestrali dei suoi primi lavori con influenze latine, jazz e dub. Il brano che dà il titolo all’album esemplifica questa ambizione, descritto come “Eleanor Rigby incontra Sly and Robbie” con le sue parti di violoncello stridenti su un ritmo dub. “Questo album rappresenta un grande passo avanti per me. Sono presenti elementi dei miei album precedenti, ma alcuni brani hanno un tocco più leggero e jazzistico, in gran parte grazie alla presenza di alcuni musicisti eccellenti che ho conosciuto durante la realizzazione dell’album“.
HAYLEY WILLIAMS – “The Playlist”
[Post Atlantic]indie-rock
Tutte le nuove canzoni di Hayley Williams sono ufficialmente disponibili, ma no, non costituiscono un nuovo album (non c’è quindi un titolo ufficiale). Lunedì, la cantante dei Paramore aveva caricato 17 nuovi brani protetti da password sul suo sito web. Invece di organizzarli in una tracklist o in una playlist, ha reso ciascuno di essi un file cliccabile, come quelli che potresti vedere sparsi sul desktop del tuo computer. Ora, tutte queste canzoni sono state pubblicate ufficialmente. Ora che lei e i Paramore hanno concluso il loro contratto con la Atlantic Records, ha pubblicato questi nuovi brani attraverso la sua nuova etichetta, chiamata Post Atlantic.
Williams ha lavorato alle canzoni con Brian Robert Jones e Joey Howard e Daniel James.
DEBBY FRIDAY – “The Starrr Of The Queen Of Life”
[Sub Pop]elettronica
Nel suo caleidoscopico secondo album, “The Starrr Of The Queen Of Life”, Friday definisce il successo secondo i propri termini. “Voglio essere una starrr, non posso nascondere questo desiderio“, afferma. “Ma quello che non voglio è vivere il sogno di qualcun altro. Non voglio seguire un percorso prestabilito, fare le cose ‘come sono sempre state fatte’”. Per la poliedrica artista nigeriano-canadese, essere una starrr significa vivere agli estremi, in equilibrio tra pubblico e privato, tra arroganza e umiltà, tra volare e cadere. Ispirandosi a un mix eclettico che include il glitch gorgogliante dei primi lavori di M.I.A., la rabbia giustiziera dei rumoristi canadesi Death From Above e l’effusività bubblegum di SOPHIE, “The Starrr Of The Queen Of Life” è una manifestazione della ricerca di Friday di un sound pop che sia ancora distintamente suo.
FREEZING COLD – “Treasure Pool”
[Don Giovanni]indie-pop-rock
I Freezing Cold hanno una propensione ad immergersi nei momenti familiari e riconoscibili dell’esistenza. Nel loro secondo album, “Treasure Pool”, il trio indie rock newyorkese esplora questi momenti con una curiosità musicale che distingue questo album dalle precedenti registrazioni, esaminando gli effetti del tempo sui nostri cuori e sulle nostre menti. Ispirati dai suoni alternativi e indie degli anni ’90 e dalla loro curiosità, i Freezing Cold sfidano la classica struttura del “rock radiofonico” pur abbracciandola in “Treasure Pool”, utilizzando texture e strati di chitarre accattivanti, tastiere e sintetizzatori ariosi, ritmi contagiosi, armonie eteree a tre voci.
THE UNKNOWNS – “Looking From the Outside”
[Drunken Sailor]garage rock, pub-punk
Gli Unknowns sono tornati con il loro terzo LP, sicuramente il più forte della loro discografia. Non sorprende, considerando le precedenti pubblicazioni del gruppo e il loro forte legame con i The Chats, con cui i membri degli Unknowns sono cresciuti, che le vibrazioni punk e garage siano forti in questo ultimo lavoro. È un disco che mette a nudo i propri sentimenti, influenzato da artisti come i Ramones, i Meanies, i Cosmic Psychos, i Radio Birdman o qualsiasi band che graviti in quelle orbite; ma una cosa in cui gli Unknowns sono davvero bravi è scavare nella serotonina e trasportarti nel loro mondo sonoro accattivante e allegro, e in questo disco ci riescono alla grande.
FORTITUDE VALLEY – “Part Of The Problem, Baby”
[Specialist Subject]indie-rock
I Fortitude Valley presentano il loro secondo album, “Part Of The Problem, Baby”. La cantante Laura Kovic afferma: “Siamo ancora la stessa band, ma abbiamo solo alzato un po’ il livello“. Questo nuovo lavoro mette in mostra una band che sta crescendo, con un approccio intelligente ed effervescente alla composizione e una scorta apparentemente inesauribile di ritornelli indiepop da capogiro. Nei dieci brani dell’album, i Fortitude Valley traggono ispirazione da varie fonti della cultura pop per esplorare temi come la distanza, la crescita personale e l’autodeterminazione. Per Kovic, musicista australiana che vive nel Regno Unito da quasi vent’anni, l’album riflette il suo percorso personale.
ALI SETHI – “Love Language”
[Zubberdust Media]indie-pop, etno-world
Il cantante Ali Sethi è pronto a pubblicare il suo primo album in studio intitolato “Love Language”. Ali Sethi si è sempre distinto per la sua capacità di fondere la musica tradizionale dell’Asia meridionale con stili moderni e sperimentali. Con “Love Language”, sembra pronto a portare questo mix su un palcoscenico ancora più grande.
ARAABMUZIK – “Electronic Dream 2”
[Genre Defying Entertainment/D Productions]hip-hop
Nel 2011, il produttore AraabMuzik pubblicò il suo album “Electronic Dream”, ora ecco il seguito, che si muove su coordinate Hip-Hop e EDM. Il singolo di lancio è stato il brano cupo e minaccioso di sei minuti “3 AM”. Quattordici anni dopo il primo “Electronic Dream”, il sound di AraabMuzik rimane unico.
RENEE RAPP – “Bite Me”
[Interscope]pop-rock
Rapp ha rivelato di essere incredibilmente orgogliosa dell’album, affermando: “Questo è esattamente ciò che vivo e respiro. Questa sono io in questo momento della mia vita, un album e un mondo in cui è davvero facile entrare“. Rapp ha citato “Jagged Little Pill” di Alanis Morissette e Joan Jett come fonti di ispirazione. Il disco è, per la sua autrice, “una capsula del tempo di quei due anni della mia vita, che hanno avuto molto a che fare con il business, l’industria e le aspettative della gente nei miei confronti“.
BLUSH – “Beauty Fades, Pain Lasts Forever”
[Kanine]shoegaze, indie-rock
Il gruppo dream pop di Sinapore Blush, composto da Soffi Peters (voce), Daniel Pei (basso) e Darell Laser (chitarra), è tornato con il secondo album, “Beauty Fades, Pain Lasts Forever”. L’album è il loro primo LP in due anni dal debutto nel 2023 con “Supercrush”,
inoltre, è la prima uscita con la loro nuova etichetta Kanine Records. Il nuovo disco esplora i momenti agrodolci della vita con composizioni intricate che turbinano tra paesaggi onirici e rumori irregolari.
THE NEW EVES – “The New Eve Is Rising”
[Transgressive Records]post-punk, art-rock
I New Eves sono un quartetto di Brighton che è stato definito come una delle band emergenti più affascinanti del Paese. A metà strada tra un primitivo rock’n’roll live e un rituale trascendentale, quando Violet Farrer (chitarra, violino, voce), Nina Winder-Lind (violoncello, chitarra, voce), Kate Mater (basso, voce) ed Ella Oona Russell (batteria, flauto, voce) salgono insieme sul palco, si crea un’alchimia inconfondibile. Ora hanno distillato questa energia viscerale nel loro album di debutto, “The New Eve Is Rising”: un fulmine di ispirazione canalizzato da un quartetto capace di creare qualcosa di più grande della somma delle sue parti.
LAUREN MARIA – “You’re Beautiful”
[Warm Winters Ltd.]sperimentale
In parte ballate cantautorali, in parte collage sperimentali, in parte inni struggenti e distorti, l’album è come un viaggio di strani incontri in un bosco misterioso. La voce mistica di Maria è la nostra compagna in questa avventura, a volte vulnerabile, in primo piano, altre volte pesantemente elaborata e parte integrante del tessuto della foresta. In brani come “Zephyr”, con Ludwig Wandinger, i suoi echi impercettibili, i sussurri e i sospiri aggiungono un tocco di stranezza e magia, mentre nell’incredibile brano che dà il titolo all’album trasmette tutta la forza emotiva della sincerità più cruda. In altri brani, come la bellissima “Open Skies In And Draw Me”, è come se fosse velata, emanando da una radura nebbiosa all’alba. È un disco profondamente ipnotico, ricco di contrasti, in cui Maria immagina una realtà con una sua logica.
EMILY HINES – “These Days”
[Keeled Scales]folk
Emily Hines, che si definisce una ragazza di campagna, è cresciuta in una fattoria nella campagna dell’Ohio prima di trasferirsi a Nashville, dove ha suonato in progetti di altri cantautori prima di registrare le sue canzoni su un registratore a 4 tracce. Hines ha lavorato con il produttore Henry Park. Insieme hanno tratto ispirazione da artisti come Duster, Laura Marling e Karen Dalton per registrare in modo semplice e aggiungere strati uno alla volta. Il risultato è qualcosa di veramente speciale: ricco e decadente, ma anche terroso. Emily ha dato la priorità alla creazione di una registrazione che fosse umana e presente, e il risultato è palpabile in tutto “These Days”.
NUCLEAR DAISIES – “First Taste of Heaven”
[Portrayal of Guilt]post-punk, indie-rock
C’è una bellezza oscura e un fascino sinuoso che permea tutto “First Taste of Heaven”: è grezzo e trascinante, potente e giocoso, il tutto con un songwriting diretto che è tanto rivelatore quanto misterioso e avvincente. I Nuclear Daisies sono composti dai musicisti di Austin Rob Glynn (ex Temple of Angels), Alex Gehring (Ringo Deathstarr) e Robby Williams, che insieme hanno creato un disco che è letteralmente e figurativamente una visione rivelatrice di un mondo nel caos. Per non parlare di una nuova visione dell’alternative rock degli anni ’90 e del big beat per la prossima generazione. “First Taste of Heaven” parla della vita in tutta la sua gloria e oscurità; un viaggio post-apocalittico attraverso la celebrazione, l’amore, il dolore, l’accettazione e infine la trascendenza, sia fisica che spirituale e persino soprannaturale. E sebbene la creazione del disco sia basata su prove e tribolazioni personali, offre anche una via di fuga da quella stessa dura realtà sotto forma di catarsi e guarigione.
LAURA GROVES – “Yes EP”
[Bella Union]alt-pop, dream-pop
Seguendo il filo conduttore di “A Private Road”, “Yes” EP è un viaggio cinematografico dentro, attraverso e fuori da un periodo di lockdown, che porta alla luce frammenti e flash di memoria precedentemente sepolti, sullo sfondo delle strade notturne di Londra, delle torri radio, delle strade del centro nord della città, dello schermo televisivo statico, delle piste da ballo nei seminterrati e delle strade della brughiera. Autoprodotto, scritto e registrato a Londra, con l’aggiunta del bassista Ben Reed, del mixer TJ Allen e degli artisti Joviale e Fabiana Palladino e del mastering engineer Noel Summerville, l’EP attinge al pop degli anni ’80, R&B, campionamenti, dance, musica elettronica, composizioni per radio e TV e musica soul come frammenti di memoria, assemblati attraverso un uso caratteristico di modulazioni morbide e sfumate, riverberi, delay ed equalizzatori per creare un quadro completo.
SOFIA KOURTESIS – “Volver EP”
[Ninja Tune]elettronica
“Nell’EP Volver rendo omaggio a tutta la comunità LGBT+ e a tutte le fantastiche donne trans che ho avuto la fortuna di incontrare negli ultimi anni. Con il loro coraggio e la loro stessa esistenza in un mondo pieno di odio e pericoli, riescono a portare luce alle comunità più vulnerabili, in particolare quelle che vivono dietro le mura della terribile corruzione del sistema sanitario e di sicurezza dell’America Latina“.
RETURN TO DUST – “Speak Like The Dead EP”
[Republic Records]indie-rock, grunge
I Return to Dust, un quartetto con sede a Los Angeles, abbracciano il passato e portano il grunge nel futuro. Ispirati da band come Alice in Chains e Queens of the Stone Age, i ragazzi hanno trovato un pubblico di nuova generazione che si identifica con loro e che è cresciuto con le stesse influenze. Il nuovo EP del gruppo, “Speak Like the Dead”, riprende i temi del lavoro precedente, dai cambiamenti della vita alla maturazione dei membri della band e della band stessa. Il gruppo ritiene che il nuovo EP rappresenterà una “grande transizione” per i fan rispetto al lavoro precedente.
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