The Weekender: ascolta gli album di Haim, U.S. Girls, Hotline TNT (e molti altri…) usciti oggi

Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi…buon ascolto.
HAIM – “I Quit”
[Columbia]indie-rock
“I Quit” è un album di 15 tracce prodotto da Danielle Haim e Rostam Batmanglij. Il progetto, influenzato dal rock, è “il più vicino al sound che hanno sempre voluto ottenere“, mentre il processo di registrazione si è rivelato “un’esperienza completamente diversa“, secondo Alana Haim. Danielle Haim ha descritto il lavoro con Batmanglij come “molto veloce, cinetico“, in contrasto con le precedenti sessioni di registrazione con lui. Come per la copertina del loro precedente album in studio, il regista americano Paul Thomas Anderson ha nuovamente realizzato la copertina dell’album.
U.S. GIRLS – “Scratch It”
[4AD]indie-rock
Quando un’artista segue il proprio istinto, piuttosto che il denaro o le tendenze, può trovare ispirazione ovunque. Quando Remy è stata invitata a suonare a un festival a Hot Springs, in Arkansas, a oltre mille miglia di distanza dalla sua casa di Toronto, è stato l’istinto a spingerla a coinvolgere il suo amico chitarrista Dillon Watson (D. Watusi, Savoy Motel, Jack Name) per mettere insieme una band ad hoc con sede a Nashville per l’occasione. La performance è andata così bene che ha deciso di cavalcare quell’energia e tornare proprio dove la band improvvisata aveva provato inizialmente, nella stessa Music City, dando il via al viaggio verso “Scratch It”. In soli dieci giorni, Remy e la band hanno registrato “Scratch It” dal vivo con un minimo di sovraincisioni, mixato su nastro.
Da questa band affiatata traspare intimità e naturalezza, con la voce unica di Remy che brilla in ogni brano, più rilassata che mai.
HOTLINE TNT – “Raspberry Moon”
[Third Man]indie-rock / shoegaze
Dopo l’uscita del loro album di successo “Cartwheel”, gli Hotline TNT di New York tornano con il loro miglior album di sempre, “Raspberry Moon”. Il disco segna quella che molti definiscono “la prossima fase del New American Shoegaze“. Gli Hotline TNT hanno girato instancabilmente negli Stati Uniti insieme a Wednesday e Snail Mail, sopportando cambiamenti di formazione apparentemente infiniti per diventare un punto di riferimento di diverse scene DIY interconnesse. Mentre “Cartwheel” è stato in gran parte concepito dal frontman Will Anderson (precedentemente membro del gruppo indie di culto Weed), “Raspberry Moon” è il risultato di un lavoro corale della band, evidente nel sound travolgente e coinvolgente dell’album. Per i fan di Teenage Fanclub, Dinosaur Jr. e My Bloody Valentine.
THE BLACK WATCH – “For All The World”
[Atom]indie-rock
“For All The World”, il venticinquesimo (e primo doppio) album dei Black Watch, è un’interpretazione dark pop, brillante e malinconica di alcuni grandi temi: morte e sesso, memoria e lamento, speranza e amore. Si tratta probabilmente del disco più ambizioso dal punto di vista sonoro e più commovente di questa acclamata band di Los Angeles, da quando il frontman, romanziere ed ex professore di inglese John Andrew Fredrick ha formato il gruppo nel 1988 a Santa Barbara. Il fondatore dei TBW questa volta era desideroso di avere canzoni più dirette e classiche, in stile psych/jangle/shoegaze. Il risultato ha stimolato in John il desiderio di scrivere altre canzoni: “Abbiamo trascorso un periodo così produttivo durante la registrazione di ‘Weird Rooms’ che volevo ripetere l’esperienza… senza ripetere l’esperienza. E una volta finito, quando ho lasciato Misha libero di fare ciò che voleva con il missaggio e le sovraincisioni, tutto quello che riuscivo a pensare era: ‘Devo scrivere un altro album adesso’“.
LIA KOHL & ZANDER RAYMOND – “In Transit”
[un je ne sais quoi]elettronica, sperimentale
Il disco del duo Lia Kohl & Zander Raymond è costruito attorno a una raccolta di registrazioni sul campo realizzate in spazi di transito – fermate di autobus, stazioni ferroviarie, taxi – mescolate con i sintetizzatori modulari di Zander Raymond e il violoncello e i sintetizzatori di Lia Kohl. Il disco contiene otto brani strumentali, composti a partire da queste registrazioni grezze di zone di transito, armonizzate e arricchite da elaborazioni musicali e arrangiamenti. Combinando fonti acustiche ed elettroniche, queste composizioni creano un’atmosfera familiare e onirica, che sfuma i confini tra reale e immaginario.
CASTLEBEAT – “Revival”
[Spirit Goth Records]indie-pop
Il Bandcamp del nostro dice: “L’album vuole essere divertente, melodico, slacker pop con una varietà di suoni e influenze che spaziano dal post-punk (“Lies”), al dream pop (“Tonight”), al synth pop (“Like A Dream”), allo shoegaze (‘Heaven’), fino all’hip hop (“1990″)”. Di solito Josh Hwang non delude.
SLAKE – “Let’s Get Married”
[Cherub Dreams]alt-folk
Come una spada estratta dal mare, la frontwoman degli Slake, Mary Claire, ha una voce e un canto che appartengono al regno delle antiche tradizioni, degli amori proibiti e della sete placata. Questa artista della Bay Area si muove e si esibisce lungo la riva del mare, creando un senso melodico di appartenenza nella natura effimera di ogni storia raccontata. L’attuale versione delle loro canzoni è il risultato dell’evoluzione artistica di Mary Claire dai tempi in cui era una cantautrice solista. Il debutto discografico degli Slake, “Let’s Get Married”, ha distillato la qualità sonora delle loro performance per ritagliarsi e incarnare un genere che può essere definito solo come lesbian doom-folk.
LITTLE MAZARN – “Mustang Island”
[Dear Life Records]folk, sperimentale
“Mustang Island”, il terzo album della band di Austin Little Mazarn, è una forza delicata. Ondate di dolore si infrangono come le onde sulla costa del Texas. Cavalli selvaggi sfondano cancelli chiusi da tempo, solo per tornare indietro. La cantautrice, vocalist e polistrumentista Lindsey Verrill si unisce ai compagni di band Jeff Johnston e Carolina Chauffe. La raccolta di dieci brani continua la collaborazione con Dear Life Records. “Mustang Island” è allo stesso tempo naturalistico e futuristico, riscrivendo completamente le origini primitive folk dei Little Mazarn. La band punta invece verso la sperimentazione sonora e l’espansione spaziale.
LE SCHIENE DI SCHIELE – “Danze della sfiga”
[Edac Music Group]post-punk
“Danze della sfiga” è il nuovo album de Le Schiene di Schiele, band post-punk torinese che provoca a suon di pugni nello stomaco, alla ricerca di reazioni sopite tra chi ascolta. Otto tracce, otto inciampi su cui cadere, farsi male e imparare. Difficile ballare bene nella vita: c’è chi inciampa sul lavoro, chi nei traumi familiari, chi sotto il peso delle aspettative. È da questa metafora che parte “Danze della sfiga”, il nuovo disco de Le Schiene di Schiele, storie di ordinaria disfatta per raccontare il lato più amaro e grottesco dell’esistenza umana con l’urgenza, la rabbia e l’ironia di un post-punk viscerale e impegnato.
YUNGBLUD – “Idols”
[Universal]indie-rock
Dopo aver registrato il tutto esaurito in tour e aver partecipato come headliner a festival in tutto il mondo, incluso il suo festival musicale, Yungblud pubblica il suo quarto album, “Idols”. Yungblud lo descrive come “un progetto senza limiti“, il suo lavoro più audace e ambizioso finora.
MAX RAEL – “The Enemy Is Us”
[Liquid Len Media]synth-pop, darkwave
Con un bouquet oscuro di synth minimalista, darkwave e pop elettronico spoken word, il coinvolgente sound “futuretroist” di Rael presenta un universo sonoro alternativo e un sound design unico che sembra allo stesso tempo familiare e alieno. I testi provocatori di Rael affrontano un mondo in caduta libera – la sua corruzione, alienazione e miseria – mentre portano alla luce un nucleo resiliente di speranza e umorismo macabro che brilla intensamente nell’oscurità, offrendo una visione complessa e avvincente della condizione umana.
MOUNT KIMBIE – “The Sunset Violent in Heidelberg”
[Warp]elettronica
I Mount Kimbie celebrano il primo anniversario del loro acclamato album “The Sunset Violent” con una registrazione dal vivo catturata al Metropolink Festival di Heidelberg, in Germania. Registrato dal tecnico del suono Ben Ellis, mixato da Dilip Harris e masterizzato da Matt Colton, il disco documenta il tour europeo e statunitense dei Mount Kimbie del 2024, che ha registrato il tutto esaurito. Questo disco cattura l’energia grezza delle performance dal vivo dei Mount Kimbie. Mentre la band continua ad evolversi dalle sue radici elettroniche verso una formazione a quattro, “The Sunset Violent – Live in Heidelberg” rafforza la sua capacità di collegare paesaggi sonori alternativi ed elettronici.
FABRI FIBRA – “Mentre Los Angeles Brucia”
[Sony]rap
11esimo album e ben poche info, giusto quelle che ci danno la spiegazione del titolo: “Tra gennaio e febbraio di quest’anno mi sono chiuso in studio per chiudere l’album cercando, tra i tanti brani a cui avevo lavorato, di comporre il puzzle perfetto», continua. «Ascoltavo e riascoltavo le tracce in continuazione, chiuso nella mia bolla senza guardare cosa stava accadendo fuori dalla porta del mio studio. Un giorno accendo la Tv e vengo investito dalle notizie che arrivavano da Los Angeles e dalla voce di un servizio al telegiornale che dice: “Mentre Los Angeles brucia è morto David Lynch“. Mi sono reso conto di quanto le nostre vite siano ciniche ed egoriferite al punto che anche mentre una città brucia, un Paese viene bombardato o si combatte una guerra in un posto lontano da noi nel mondo noi continuiamo ad andare avanti con la nostra solita vita, abitudinaria e al sicuro. Mi sono domandato: mentre il mondo va a puttane e ci succede qualunque cosa attorno, noi cosa facciamo?“.
LEONARDO LAMACCHIA – “LEO”
[ADA Music Italy]pop, elettronica
Un disco che segna la maturità del cantautore pugliese capace di fondere it-pop, musica elettronica e sfumature jazz. Leonardo Lamacchia riesce a raccontare, in otto brani, la complessità del presente e a catturare le emozioni più profonde con una sensibilità unica, rafforzata da una scrittura sincera e una produzione raffinata.
YAYA BEY – “Do It Afraid”
[drink sum wtr]hip hop
“La sofferenza è una cosa che tocca a tutti, ma anche la gioia. Bisogna trovare la pace in questa dualità“, afferma Yaya Bey, che si impegna a godersi la vita – l’umorismo, l’amore, il potere del movimento umano e delle relazioni – anche se deve farlo con paura. Con il suo nuovo album, che segue una serie di pubblicazioni acclamate dalla critica e segna il suo debutto con l’etichetta indipendente drink sum wtr, la cantautrice del Queens, New York, piazza brani esaltanti ed effervescenti. Rifiutando le narrazioni del passato proiettate su di lei, “do it afraid” vede Bey riappropriarsi della sua storia con canzoni decisamente divertenti, sincere e ricche di sfumature che attingono dall’R&B, dall’hip-hop, dal jazz, dal soul e dalla musica dance, compreso lo stile delle origini barbadesi della sua famiglia. “do it afraid” celebra tutti i lati di Yaya come parte di una forza vitale collettiva che non si arrende alla paura, ma ai momenti che ci emozionano.
DAILY TOLL – “A Profound Non Event”
[Tough Love]indie-rock
“Profound Non-Event”, l’album di debutto del trio di Sydney Daily Toll, comprende 11 brani che attraversano tre anni di amicizie consolidate, sperimentazioni collaborative e un amore condiviso per la crescita attraverso le parole e la musica. Chi è in sintonia con la vivace scena underground australiana conoscerà già bene i Daily Toll, grazie alla loro costante presenza dal vivo sin dal loro esordio nel 2021 e a una manciata di autoproduzioni (per lo più) registrate in casa e (per lo più) digitali che hanno progressivamente conquistato un pubblico affezionato. Daily Toll rappresenta l’unione di tre disposizioni creative uniche, di relazioni che sbocciano attraverso il tira e molla della pratica creativa. Ripercorrere l’esistenza della band attraverso le loro registrazioni significa assistere al flusso di tre persone che imparano a rispondere l’una all’altra e a cristallizzarsi delicatamente in una visione collettiva che richiama immediatamente l’intimità delle canzoni folk, le dinamiche post-punk e il poetico artificio della vicina eredità Flying Nun.
SALLY ANNE MORGAN – “Second Circle The Horizon”
[Thrill Jockey]folk, psichedelia
Sally Anne Morgan è un’artista e naturalista nel senso più puro del termine. Cresciuta tra le tradizioni popolari degli Appalachi e dei tempi antichi, l’arte di Morgan incarna la ricca vita delle comunità e del mondo naturale che la circondano. Con casa ad Alexander, nella Carolina del Nord, nel cuore degli Appalachi e ai margini della Pisgah National Forest, Morgan fonde tecniche tradizionali e un approccio compositivo decisamente moderno, infondendo nelle sue opere i suoni del suo giardino, dei pascoli, delle foreste e delle montagne circostanti. I ritmi della natura, la sua flora e la sua fauna sono parte integrante del suo lavoro, in costante dialogo con le persone e i luoghi che la circondano. “Second Circle The Horizon” è una meditazione sul ritorno, sulla scoperta del nuovo nel familiare e sul riconoscimento del familiare nel nuovo.
EDNA FRAU – “Slow, Be Gentle I Am Virgin”
[22 Dicembre Records]post-punk
Con questo lavoro Andrea Fioravanti (Postvorta) e Vincenzo ‘Vins’ Baruzzi (The Doormen), fondatori del progetto, esplorano le sfumature più cupe del post-punk, senza rinunciare all’energia tagliente che contraddistingue il sound della band. Una scaletta essenziale – appena 23 minuti per sei brani – in cui la nuova sezione ritmica – Federico Guardigni (Sunday Morning) alla batteria e Dario “Seppia” Foschini (Postvorta) al basso – dona profondità e tensione. Le liriche scandagliano le inquietudini del nostro tempo: l’assenza di merito, il ritmo frenetico della vita urbana e il desiderio di visibilità. Pur privo di un filo narrativo tradizionale, l’album offre un’atmosfera coerente, oscura e avvolgente.
OSKA – “Refined Believer”
[Nettwerk Music Group – Bertus]indie-pop
Parte del percorso di OSKA verso “Refined Believer” ha comportato un allontanamento della sua vita da Vienna. Inizialmente, pensava di trasferirsi a Berlino ma, seguendo il consiglio di una lettrice di tarocchi, si reca temporaneamente dalla madre nelle campagne austriache, iniziando a viaggiare periodicamente a Londra, dove registra con il produttore David Kosten (Bat For Lashes, Mariana Diamandis). Nelle 10 accattivanti tracce di “Refined Believer”, OSKA illustra la sua esperienza nella perdita della fiducia verso certe amicizie e relazioni sentimentali, per poi ritrovare qualcuno che riafferma la sua convinzione. Questo voltare pagina si riflette anche nella decisione di OSKA di lasciare Vienna ed aprirsi al nuovo. Trascorrendo più tempo nella tranquilla campagna austriaca, si è sentita ispirata a scrivere il resto di “Refined Believer”. “Sentivo che nulla mi tratteneva più a Vienna. Ho trovato questo rifugio sicuro in campagna, intervallato da dei periodi a Londra ed è stata la prima volta in cui non ero circondata da nessuno. Mi sono sentita indipendente e mi sono chiesta: “ok, che musica voglio fare?“.
TAN COLOGNE – “Unknown Beyond”
[Labrador]dream-pop
Il duo composto da Lauren Green e Marissa Macias ha la sua sede nel New Mexico settentrionale. Le due artiste lavorano con modalità tattili e sonore ispirate a paesaggi terrestri e ultraterreni. Tan Cologne esplora i misteri e le stranezze del New Mexico, insieme ai meccanismi spaziali interni della crescita e dello spirito.
THE SICK MAN OF EUROPE – “The Sick Man Of Europe”
[The Leaf]post-punk, art-rock
L’album di debutto dei The Sick Man Of Europe è un vero e proprio studio sulle tensioni tra identità umana, progresso tecnologico e ricerca di significato nel mondo moderno. A che punto diventiamo obsoleti? Emerso dalla scena musicale underground londinese, The Sick Man Of Europe ha una visione decisamente monocromatica. In questo clima ogni nota conta: essenziale, ma suonata con assoluta precisione e convinzione. Spinto in avanti dalle macchine e in cerca di conforto nella ripetizione: nuovi mantra da mandare a memoria. Ci sono echi dei pionieri del post-punk e dell’art rock europeo alla vigilia degli anni ’80, ma rivisitati in chiave contemporanea.
LOYLE CARNER – “hopefully!”
[EMI]hip hop
Un’esplorazione positiva della paternità, dell’infanzia e della musica alternativa, che mostra Loyle Carner come non l’avete mai visto o sentito prima.
TROPICAL FUCK STORM – “Fairyland Codex”
[Fire Records]indie-rock
I Tropical Fuck Storm presentano il loro attesissimo quarto album, “Fairyland Codex”, pubblicato dalla loro nuova etichetta Fire Records. Registrato con il co-produttore Michael Beach nello studio Dodgy Brothers della band a Nagambie, in Australia, ci immerge nel caos di una fatidica frana, mettendo in risalto i personaggi che popolano il collasso imminente della società. Acido, caustico, anarchico: il dominio dei giochi di parole dei Tropical Fuck Storm, sottolineato da chitarre ringhianti e ritmi pulsanti, un territorio di confine tra luce e oscurità. L’interazione vocale tra Liddiard e le armonie vertiginose di Kitschin e Dunn crea un equilibrio precario, intensificato dalle narrazioni frenetiche che si evolvono dalla loro psiche collettiva.
JAMES MCMURTRY – “The Black Dog and the Wandering Boy”
[New West]americana
Quando suo padre morì nel 2021, James McMurtry rovistò tra i suoi effetti personali e scoprì uno schizzo a matita che lo ritraeva da bambino. “Sapevo che ero io, ma non capivo chi l’avesse disegnato. Ho dovuto chiedere alla mia matrigna, che mi ha detto che sembrava un lavoro di Ken Kesey degli anni ’60“. Ha conservato quel disegno mentre lavorava al suo nuovo album, “The Black Dog and the Wandering Boy”, l’undicesimo. È una raccolta di canzoni-racconti grezze e bozzetti di personaggi riccamente disegnati che hanno elementi di Americana ma sanno anche smarcarsi dal genere. Divertente e triste allo stesso tempo, aggiunge un nuovo capitolo a una lunga carriera.
MATMOS – “Metallic Life Review”
[Thrill Jockey Records]elettronica
L’approccio compositivo singolare dei Matmos ricorda la creazione di una scultura. I brani incredibilmente dettagliati che compongono ogni album sono creati con suoni accuratamente selezionati che aderiscono a un quadro concettuale specifico. Il duo, composto da Drew Daniel e M.C. Schmidt, produce musica che sfida ogni categoria e aspettativa, frantumando le nozioni di cosa sia la musica elettronica e interrogandosi su cosa potrebbe essere. Nel caso di “Metallic Life Review”, cosa si può fare con il suono prodotto dagli oggetti metallici? Ignorando i vincoli di genere associati a termini come found sound, musica concreta, techno, glitch e, sì, “metal”, e spingendosi in un territorio nuovo, l’approccio dei Matmos risponde a questa domanda con gioioso abbandono. Alla base del loro spirito avventuroso e curioso c’è un senso di autenticità, che non rifugge dai momenti difficili e inquietanti, ma abbraccia l’ampiezza delle esperienze umane che vivono in comunicazione con i vincoli di ogni progetto.
SURUSINGHE – “i can’t remember the name of this, but that’s ok EP”
[DH2]elettronica
Surusinghe, artista londinese, crea musica dance che lavoro molto sulle percussioni e basata sul basso, combinando ritmi sudasiatici con sonorità tipiche del Regno Unito. Il suo arrivo su dh2 è un EP di quattro tracce dal sound club ben definito, che la vede espandersi in nuovi ed entusiasmanti territori.
UNKNOWN MORTAL ORCHESTRA – “CURSE EP”
[jagjaguwar]elettronica / indie-rock
L’EP “CURSE” degli UMO riflette questi tempi maledetti in cui ci troviamo. Ispirati dai film horror italiani degli anni ’70 e ’80, i sei brani del lavoro sono tra i più catartici che la band abbia mai registrato. Caratterizzato sia dai riff abrasivi ispirati ai Black Sabbath che dal sound rilassato e intricato delle chitarre per cui gli UMO sono forse più famosi, l’EP “CURSE” è la colonna sonora perfetta per un confronto con il vuoto.
WHITNEY’S PLAYLAND – “Long Rehearsal EP”
[Meritorio]indie-pop
Le canzoni sono introspettive, con temi quali l’alienazione e l’affidabilità. Il brano che dà il titolo all’album, “Long Rehearsal”, sostenuto da ritornelli di chitarra accattivanti, ricorda una relazione che era andata perduta ma che è stata riportata in vita contro ogni previsione dal passare del tempo. “Only Daughter” è un’ode distorta ai vicini eccentrici di tutto il mondo, con un leggero accenno al sound vivace delle girl band. Il malinconico brano “Talk” descrive il viaggio emotivo di chi cerca di lottare per ottenere il controllo della propria mente e della propria voce. Dove finiremo? In un posto migliore.
FLORENCE ROAD – “Fall Back EP”
[Warner]indie-rock
C’è chi ne parla come un mix tra Wolf Alice e Last Dinner Paty, sicuramente possiamo dire che le 4 irlandesi sono decisamente chiacchierate. Chitarre, melodie da stadio e grande grinta.
ALESSANDRO FIORE – ” Bar Apollo EP”
[Dischi Uappissimi]indie-pop
L’ EP d’esordio degli alessandro fiore, collettivo pugliese di musica italiana, si chiama “Var Apollo”. “alessandro fiore” è anche il nome del protagonista delle canzoni, l’EP è la storia del suo primo viaggio, un viaggio mentale che è fuga dalla realtà e faticoso ritorno ad essa, dissociazione e attaccamento. Un EP nato un giorno d’inverno alla Selva di Fasano, con l’idea di cercare di unire tutte le sonorità apprezzate durante il proprio percorso musicale e non, dai Kings Of Convenience al cantautorato italiano di Battisti e Dalla, dalla psichedelia dei Tame Impala alle melodie sognanti di Men I Trust e Slow Pulp.
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