The Swell Season – Forward
Glen Hansard e Markéta Irglová avevano formato gli Swell Season nel 2005, pubblicando due album, “The Swell Season” (2006) e “Strict Joy” (2009), e vincendo il premio Oscar per la migliore canzone con “Falling Slowly” nel 2008: nel 2011 i due hanno sospeso la loro attività, salvo qualche sporadico concerto nel corso degli anni.

Solo nel 2022 i loro live-show si sono fatti più frequenti e qualche mese fa è arrivato l’annuncio di questo loro attesissimo terzo full-length: prodotto da Sturla Mio Thorisson, marito della musicista ceca, e registrato nei Masterkey Studios in Islanda, il disco vede la partecipazione dei musicisti originali degli Swell Season, Marja Gaynor e Bertrand Galen (archi) e Joseph Doyle (basso), e del nuovo arrivato Piero Perelli (batteria e percussioni).
La press-release ci spiega che “Forward” è una raccolta di otto canzoni che riesce a catturare sia le emozioni familiari, strazianti e gioiose, sia i momenti di bellezza che gli ascoltatori hanno imparato ad amare da The Swell Season, oltre a nuovi slice-of-life.
Dopo sedici anni la curiosità è tanta se non altro per capire se il duo potesse funzionare insieme dopo così tanto tempo e la risposta, ve lo anticipiamo, è assolutamente positiva, come ci avevano già dimostrato anche i singoli che avevano anticipato l’uscita del disco.
Uno di questi, “People We Used To Be”, ci porta un elevatissimo picco di emotività con piano e archi che creano pura magia folk, mentre le voci dei due protagonisti si uniscono in alcuni tratti, regalando momenti di pura passione.
Poco più avanti “I Leave Everything To You”, dove i main vocals sono curati da Markéta, è un totale splendore: con piano e qualche violino sparso qua e là, riesce a essere struggente ed è capace di toccare il cuore di chi ascolta fin dalle prime note. La sua forza sta proprio nella sua intimità che la rende piena di grazia e unica.
Senza dubbio “Great Weight” è l’highlight del disco: l’atmosfera si fa più cupa, quasi bluesy, sporca, mentre la voce di Hansard diventa più intensa così come il ritmo, mentre la strumentazione è graziata dai suoni di sax e violino. Il risultato magari non è quello che ci si poteva aspettare da loro, ma è di incredibile valore.
La bellezza si trova anche in “Pretty Stories”, cantanto dalla Irglová, accompagnata dal piano, da delicate percussioni di ispirazione jazzistica e da uno splendido violino. Glen interviene solo in un secondo tempo per le armonie e il tutto diventa assolutamente toccante.
Trentasei minuti che ci dimostrano che gli Swell Season – come é giusto e normale che sia – si sono evoluti dopo tutti questi anni, ma allo stesso tempo non si sono snaturati e soprattutto sanno ancora una volta regalare emozioni incredibili e uniche e pura magia, pur unita a un aspetto spesso malinconico: la nostra speranza è che nei prossimi mesi possano passare in qualche teatro italiano per poter provare gli stessi brividi sulla pelle anche durante i loro live-show.
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