The Sound of Silence – BZ News 24
Da qualche domenica, al mattino, un signore italiano di una certa età si accomoda su una panchina delle Passeggiate lungo l’Isarco a Bolzano.
Ha una chitarra, un amplificatore e un leggio.
Canta.
The Sound of Silence, My Way: roba così. Dolce. Niente di clamoroso a un orario da brunch: ore 10.
Siamo alla “piazza della Bussola” e, poco vicino, si trovano diversi giochi per bambini. Non solo, è uno slargo da pieno itinerario da passeggiata semplice domenicale. Frequentato ma non affollato.
Non a caso molti bolzanini apprezzano.
Qualcuno si siede ad ascoltare, qualcuno scambia due parole con questo cantante che appare semplice, tenero e buono.
Non vuole soldi, no. Ama semplicemente cantare per sé e per gli altri.
Molti aprezzano.
Due no.
Sono due residenti delle case che, da via Torino, si affacciano sul parco. Due contro un parco.
Chiamano la polizia municipale che, ovviamente, interviene. La musica alta (che poi, alta…) gode storicamente di una straordinaria priorità di intervento in questa città. E infatti gli agenti la zittiscono. Parlano con il cantante improvvisato e, subito dopo, via leggio, strumento e voce.
Silenzio.
“Che è successo?” chiediamo poco dopo al semplice musicante. “Due persone hanno chiamato la municipale infastidite. Non mi era mai successo le altre mattine. In effetti questa cassa da vicino non sembra alta ma magari da lontano può dare fastidio. Gli agenti mi hanno spiegato che senza permesso non è possibile cantare liberamente in pubblica via”.
Nessuna sanzione, per fortuna. Peraltro sarebbe anche abbastanza surreale che la notte di Capodanno la polizia municipale non elevi alcuna sanzione contro i petardi mentre una domenica mattina qualunque multi un cantante semplice perché intona Simon and Garfunkel.
Atto di gentilezza, comunque.
Dura lex, sed lex viene da dire anche se i regolamenti si possono cambiare. Come ci si impegna a fondo per impedire di sdraiarsi sulle panchine forse si può trovare una misura per cui un semplice artista buono possa cantare dieci canzoni alle 10 del mattino di domenica in un parco.
Magari la nuova amministrazione ci penserà.
Il cambiamento, d’altronde non è solo la bandiera del “fuori dalle palle” ad ogni notizia di cronaca nera. È anche capire cosa fare quando “fuori dalle palle” ci finisce uno che canta senza fare male a nessuno.
Il meglio, però, viene alla fine. “Mi hanno spiegato come fare i permessi ma io non suono per guadagnare qualche soldo quindi è fuori dalla mia logica di musica. Ci sono delle zone specifiche e, mi dicevano, i parchi della città non sono fatti per questo tipo di musica. Così, molto semplicemente, non mi sentirete mai più ma grazie per aver amato, qualche minuto, la mia musica”.
“I parchi della città non sono fatti per questo tipo di musica”. Agghiacciante.
Che silenzio triste che hai, spesso, Bolzano.
✍️ Alan Conti